di Maurizio Reberschak
Terzo articolo di Maurizio Reberschak dedicato alle vittime del Vajont, in occasione del cinquantesimo anniversario. Per leggere i primi due interventi, cliccare qui e qui.
Una bibliografia?
Una bibliografia è strumento di conoscenza, che si può ritenere di “vecchio stampo”, perché si pensa che con internet oggi si risolva tutto, si conosca il sapere universale, si acquisisca ogni informazione. Si provi a farlo con la ricerca del nome Vajont nei motori di ricerca: viene fuori di tutto, elenchi infiniti, argomenti disparati. Ecco per esempio alcuni dei principali motori internazionali e italiani – scartando quelli che si appoggiano su questi e lasciando invece quelli che sono collegati direttamente a server –, ordinati per numero di risultati trovati in un giorno qualunque (8 marzo 2013), perché in internet ogni giorno i numeri dei risultati cambiano per ciascun motore: Aol-Netscape 1.330.000, Google 1.150.000, HotBot 438.000, Lycos 437.000, Yahoo 337.000, Altavista 336.000, Msn 333.000, Bing 333.000, Volunia 261.000, Teoma 144.000, Arianna 134.000, Libero 133.000, Virgilio 133.000, Tiscali 5.510, Supereva 115, IlTrovatore 24; Excite e Ask forniscono solo il numero di pagine della ricerca – rispettivamente 55 (10-11 risultati per pagina) e 46 (circa 10 risposte per pagina). Sbizzarritevi pure con ricerche in altri motori o per voci specifiche (Vajont diga, disastro, foto, immagini, video, animazioni, e così via di seguito). Ma cosa si vuole trovare in 1.330.000 di risultati, la maggior parte dei quali sono tonnellate di ciarpame e spazzatura? Provate a fare un giretto, e constaterete a vostre spese di tempo e confusione. Oppure, qualche eroico donchisciotte, se vuole, apra non dico tutti i link del motore che fornisce più risultati, ma almeno tutte le pagine di elenco, e poi dica quanto tempo ci ha impiegato, e quindi quanto tempo ha sottratto inutilmente alla sua vita.
Vale la pena però di farsi qualche prima approssimativa idea con qualche link:
www.vajont.net (a cura del Comune di Longarone e della sua Pro Loco)
www.it.wikipedia.org/wiki/Disastro_del_Vajont (voce di Wikipedia Italia)
www.parcodolomitifriulane.it/note-sulla-franadel-monte-toc/ (Ente Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane)
www.sopravvissutivajont.org (sito dell'associazione "Comitato per i sopravvissuti del Vajont")
www.jolefilm.it/files/index.cfm?id_rst=19 (scheda de "Il racconto del Vajont" di Marco Paolini)
www.martinellifilm.it/index_vajont.html (trailer del film di Renzo Martinelli)
www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/la-tragedia-del-vajont/414/default.aspx (trasmissione Rai)
www.raistoria.rai.it/articoli/la-tragedia-del-vajont/11009/default.aspx (trasmissione Rai)
http://www.youreporter.it/video_La_tragedia_del_Vajont_in_un_filmato_storico (filmato storico dei Vigili del fuoco)
www.youtube.com/watch?v=tNXZKAbshjY (costruzione della diga)
www.youtube.com/watch?v=AgE2IJc7lrs (strage del Vajont)
www.youtube.com/watch?v=uqkFXm2HtMA (animazione della frana)
www.es.ucsc.edu/~ward/vaiont-pro.mov (simulazione dell’onda)
Tutto sommato meglio però andare sul sicuro tradizionale, cioè sui libri, e dare una piccola, breve, essenziale bibliografia per cominciare a chiarirsi qualche idea. Ma cosa c’è di più noioso di una bibliografia usuale? Un elenco di libri, articoli, documenti. Proviamo a scavare un po’ e a usare la testa. E facciamolo col Vajont. Una bibliografia è sempre frutto di scelte, perché prende scritti che interessano e ne scarta altri che non sono essenziali.
Una bibliografia essenziale
Storia
* Maurizio Reberschak, Il Grande Vajont, Cierre, Sommacampagna (Verona) 2008 (saggi di Maurizio Reberschak, Ivo Mattozzi, Mario Isnenghi, Mario Fabbri, Fiorello Zangrando, Ferruccio Vendramini), seconda edizione dell’editore Cierre (la prima del 2003); la prima edizione del volume venne pubblicata nel 1983, 20° anniversario del disastro, a cura del Comune di Longarone e del Comune di Venezia.
Storia della diga riferita alla società e all’industria elettrica, del disastro, dell’opinione pubblica, dei processi, della memoria.
«Se le rievocazioni dei media hanno squarciato il velo del silenzio steso e risteso sul Vajont, il recupero della memoria e la diffusione della conoscenza sono riconducibili soprattutto a fattori di crescita della società civile italiana a cavallo tra il secolo scorso e l’esordio del nuovo» (p. 8).
* Il Vajont dopo il Vajont. 1963-2000, a cura di Maurizio Reberschak e Ivo Mattozzi, Marsilio, Venezia 2009 (saggi di Maurizio Reberschak, Daniele Ceschin, Luciana Palla, Fiorenzo Rossi, Giorgio Roverato, Pier Luigi Cervellati, Ferruccio Vendramini, Cristina Zaetta – Angela Favaro, Francesco Piero Franchi, Carlo Montanaro, Ivo Mattozzi, Giovanna Lippi – Daniela Nardecchia).
La lunga vicenda incompiuta del “dopo Vajont”, affrontata sotto il profilo multidisciplinare: storia, economia, urbanistica, amministrazione, demografia, neuroscienze, media, letteratura.
«Il “dopo” non data soltanto dal disastro-catastrofe-tragedia. Così si precluderebbe una storia, la storia del Vajont, che è una lunga storia, fatta di uomini e terre, di comunità e luoghi, di persone e case, di istituzioni reali e segni simbolici» (p. 17).
«Il 9 ottobre 1963 fu un atto di fondazione. Una rottura esasperata, lacerante, traumatica col passato. Un impulso costituente del futuro. (…) L’evento fondativo e l’elemento decisivo della costituzione di una identità, l’atto fondamentale per la costruzione di una coscienza collettiva e soggettiva» (pp. 18-19).
Storia e memoria
* Tina Merlin, Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont, Cierre, Sommacampagna Verona 1997 (disponibile anche in e-book); I ed. La Pietra, Milano 1983; altra ed. Il Cardo, Venezia 1993.
La giornalista del quotidiano comunista “L’Unità” – la “donna del Vajont” – ripercorre le vicende della diga e delle popolazioni che subirono gli eventi.
«Resterà un monumento a vergogna perenne della scienza e della politica. Un connubio che legava strettissimamente, vent’anni fa [1963], quasi tutti gli accademici illustri al potere economico, in questo caso al Monopolio SADE [Società adriatica di elettricità]. Che a sua volta si serviva del potere politico, in questo caso democristiano, per realizzare grandi imprese a scopo di pubblica utilità – si fa per dire – dalle quali ricavava enormi profitti. In compenso il potere politico era al sicuro sostenuto e foraggiato da coloro ai quali si prostituiva. Le regola era – ed è ancora – come tutti gli affari vantaggiosi, quella dello scambio» (p. 19).
* Fiorello Zangrando, Vajont. L’acqua e la terra, Longarone, Associazione Pro Loco – Comune di Longarone, Longarone 1988; prima ed. Vajont. Memoria di una distruzione, Tamari, Bologna 1973; seconda ed. Memoria per il Vajont, Tamari, Bologna 1981.
Profilo di Longarone prima e dopo il disastro, focalizzato sul disastro.
Pubblicistica
* Mario Passi, Vajont senza fine, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2003; prima ed. Morire sul Vajont, Marsilio, Padova 1968.
Il giornalista dell’“Unità” ripercorre le vicende dal disastro sulla base della sua esperienza di inviato del giornale al processo svoltosi all’Aquila.
* Lucia Vastano, Vajont, l’onda lunga. Quarantacinque anni di truffe e soprusi contro chi sopravvisse alla notte più crudele della Repubblica, Ponte alle Grazie, Firenze 2008; prima ed. L’onda lunga. Quarant’anni di tragedie e scandali, Simbad Press, Milano 2003.
La giornalista, già inviata in vari territori di guerra, si misura con quella che da polemista ritiene la “guerra” del dopo Vajont.
Scienza e tecnica
* Edoardo Semenza, La Storia del Vaiont raccontata dal geologo che ha scoperto la frana, K-flash, Ferrara 2005. Appendice in cofanetto con DVD e tavole: Le foto della frana del Vajont. La scoperta dell’antica frana. Le fotografie e gli studi geologici di Edoardo Semenza, Franco Giudici e Daniele Rossi prima e dopo la catastrofe del 9 ottobre 1963, seconda ed.; prima ed. Tecomproject, Ferrara 2001.
La storia geologica del Vajont.
«Sono il geologo che ha scoperto la frana del Vaiont nell’agosto 1959, più di quattro anni prima che scivolasse producendo il disastro, e sono figlio del progettista e costruttore della diga, ingegnere Carlo Semenza» (p. 7).
* Giulio Cesare Carloni, Il Vaiont trent’anni dopo. Esperienza di un geologo, Clueb, Bologna 1995.
Profilo sulle vicende geologiche del Vajont.
* Claudio Datei, Vajont. La storia idraulica, Libreria internazionale Cortina, Padova 2005, seconda ed.; prima ed. 2003.
La storia idraulica del Vajont.
Diritto
* Nicola Walter Palmieri, Vajont, Stava, Agent Orange. Il costo di scelte irresponsabili, Cedam, Padova 1997.
Il responsabile legale della Montedison analizza e compara sotto il profilo legale tre casi di coinvolgimenti e responsabilità private e pubbliche in disastri ambientali emblematici.
«Il libro del Vajont è stato scritto dagli ingegneri, dai geologi, dai politici, dai giuristi, dai tribunali. […] L’insegnamento che si sarebbe dovuto trarre dalla catastrofe non è stato recepito allora, e non lo è a tutt’oggi. La cultura della prevenzione e della preparazione per le situazioni di emergenza non è penetrata nella mentalità italiana. Quando si verifica una catastrofe, la nostra maggiore preoccupazione è quella di cercare e punire un colpevole, dopo di che si ritorna alla consueta rilassatezza, finché si verifica il prossimo disastro» (p. 3).
* Sandro Canestrini, Vajont genocidio di poveri, Cierre, Sommacampagna (Verona) 2003; prima ed. Cultura editrice, Firenze 1969.
Avvocato di parte civile nel processo Vajont all’Aquila. Arringa pronunciata al processo di primo grado.
* Odoardo Ascari, Una arringa per Longarone, Panfilo Castaldi, Feltre s.a. [1973].
Avvocato di parte civile nel processo Vajont all’Aquila. Arringa pronunciata al processo di primo grado.
Fotografia
* Bepi Zanfron, Vajont 9 ottobre 1963. Cronaca di una catastrofe, Cortina d’Ampezzo, Print House 1998.
Album fotografico del fotoreporter bellunese tra i primi a documentare con immagini il disastro del Vajont.
Divulgazione
* Osvaldo Martinelli, Il mio Vayont, Comune di Vayont, s.l. [Vajont] 1977.
Cronistoria della valle del Vajont, con maggior attenzione alla diga, al disastro, al dopo Vajont.
* Associazione Pro Loco Longarone, Vajont Longarone la storia, Longarone, Associazione Pro Loco Longarone 2001.
Rapido excursus su diga, catastrofe, ricostruzione.
* Agostino Sacchet, Vajont la diga, Associazione Pro Loco Longarone, Longarone 2003.
La diga del Vajont considerata sotto aspetti costruttivi e tecnici.
* Giorgio Temporelli, Da Molare al Vajont. Storie di dighe, Erga, Genova 2011.
Sprazzi comparativi sui disastri di Gelno (1923), Molare (1935), Malpasset (1959), Vajont (1963), Stava (1985).
* Luigi Rivis, La storia idraulica del “Grande Vajont” rievocata da un addetto ai lavori che allora c’era, Momenti AiCS Editore, s.l. [Belluno] 2012; prima ed. 2010 Vajont 1963 la tragedia del 9 ottobre vista da un addetto ai lavori che allora c’era.
Il Vajont e il disastro considerati da chi “c’era” come tecnico nella centrale di Soverzene.
Convegni
* Comune di Longarone, Superstiti e testimoni raccontano il Vajont, a cura di Ferruccio Vendramini, Comune di Longarone, s.l. [Longarone] 1992.
Testimonianze sul Vajont raccolte tra superstiti e testimoni a trent’anni dal disastro.
«Si è scritto e detto molto sul Vajont, ma vale la pena di chiederci in quali forme, in quali ambienti e con quali risonanze, dal momento che la catastrofe sembra vada scomparendo non solo dalla coscienza bensì dalla semplice conoscenza del nostro paese. […] Non solo la tragedia del Vajont, ma quanto è successo nel corso della ricostruzione e della ricerca della giustizia, sono da considerarsi aspetti non marginali nella storia dell’Italia contemporanea» (p. 5).
* Comune di Longarone, Disastro e ricostruzione nell’area del Vajont, a cura di Ferruccio Vendramini, Comune di Longarone, s.l. [Longarone] 1994.
Aspetti del dopo Vajont.
* Comune di Longarone, Solidarietà e ricostruzione nel Vajont, a cura di Ferruccio Vendramini, Comune di Longarone, s.l. [Longarone] 1998.
Ricordi, relazioni, documenti sul Vajont da parte di istituzioni pubbliche e private.
Teatro e cinema
* Marco Paolini, Vajont 9 ottobre ’63. Orazione civile, Einaudi, Torino 2008 (con DVD) (I ed. 1999).
La registrazione in DVD del Racconto del Vajont. 9 ottobre 1963 trasmesso da Rai 2 il 9 ottobre 1997 presso la diga.
* Marco Paolini, Gabriele Vacis, Il racconto del Vajont, Garzanti, Milano 1997.
Testo del Raccolto del Vajont trasmesso da Rai 2.
* Renzo Martinelli, Vajont, Martinelli Film – Rai Cinema 2001.
Film proiettato la prima volta nei pressi della diga del Vajont il 9 ottobre 2001.
* Renzo Martinelli, La tragedia del Vajont raccontata dalla stampa dell’epoca, Casini, Roma 2004 (con DVD).
Documentazione sul Vajont tratta da quotidiani e periodici.
* Andrea Prandstraller, Michele Barca, Vajont ’63. Il coraggio di sopravvivere, Venice Film, Padova 2008. DVD.
Documentario realizzato con il concorso della Regione Veneto e del Comune di Longarone.
Archivi e documenti
* Archivio di Stato dell’Aquila, Tribunale, Processo Vajont (ora in Archivio di Stato di Belluno).
Vedi: Maurizio Reberschak, Vajont. Un archivio diffuso, in Il Vajont dopo il Vajont cit., pp. 375-494: «La straordinaria rilevanza dei documenti [dell’archivio del processo Vajont] è costituita dal fatto che ci si trova di fronte a un completo e integro corpo di archivio sul Vajont, costruito durante le fasi delle procedure processuali. Ma soprattutto va rilevato che la documentazione presenta un sorprendente valore sotto il profilo storico» (p. 382); Giovanna Lippi – Daniela Nardecchia, L’Archivio Vajont. Inventario, in Il Vajont dopo il Vajont cit., pp. 495-573: «Il processo penale relativo al disastro del Vajont si tenne presso il Tribunale dell’Aquila, dove era stato trasferito, con ordinanza della Corte di Cassazione del 10 maggio 1968, dopo la fase istruttoria, per motivi di “legittima suspicione” connessa a ragioni di ordine pubblico» (p. 495).
* Archivio Storico del Senato. Roma, Commissioni bicamerali d’inchiesta. Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Vajont.
Vedi: Alessandro Lucidi, Nota introduttiva, in Senato della Repubblica. Archivio Storico, Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Vajont. Inventario e documenti, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003: «La Commissione parlamentare di inchiesta sul disastro del Vajont, istituita con la legge 22 maggio 1964, n. 370, ebbe il compito di accertare le cause della catastrofe e le responsabilità pubbliche e private ad esse inerenti, di esaminare la rispondenza della legislatura alla prassi amministrativa e alle esigenze di tutela della sicurezza collettiva, nonché l’idoneità delle misure preventivate e adottate a favore delle popolazioni colpite» (p. IX).
* www.senato.it/3065?voce_sommario=35
Senato della Repubblica, IV Legislatura. Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Vajont (Legge 22 maggio 1964, n. 370): Relazione finale. Comunicata alla Presidenza delle Camere il 15 luglio 1965. Documento n. 76-bis, Tipografia del Senato, Roma 1964. Altra edizione a cura della Camera dei Deputati con l’indicazione finale Documento XVII n. 1-bis.
Quale bibliografia?
Si possono immaginare alcuni interrogativi su una bibliografia minimale. Tutto qua? ma come, così poco? e questo o quel nome di autore? e il libro X o l’articolo Y? manca questo, manca quello. Sì, è proprio così, e volutamente è così. Ritorniamo sulla domanda posta nel primo di questi interventi sul Vajont: che cos’è il Vajont? quale Vajont? Una bibliografia è di proposito selettiva, sceglie, inserisce, scarta. Per di più una bibliografia essenziale, fatta con lo scopo solo di fornire qualche indicazione orientativa per trovare i primi barlumi sul Vajont. Certo, non tutto quello che si è messo nella bibliografia è sempre oro colato, ma serve per cogliere le diversità di posizioni sul Vajont. Ad esempio chi paragona l’11 settembre 2001 (Twin Towers) al 9 ottobre 1963 (Vajont) forse non ha ben chiara la “diversità” della storia in situazioni, cause, elementi, combinazioni, conseguenze differenti. Oppure chi si ostina ancora oggi a dire che non si sapeva, non si poteva prevedere, nessuno avrebbe immaginato, tutto era stato fatto per la sicurezza, non è bene a conoscenza delle motivazioni scritte da tutti i magistrati di vario grado delle fasi processuali. Quindi parecchio di quanto scritto risulta inattendibile rispetto alla documentazione o inappropriato in relazione al modo di ricostruire e considerare gli eventi.
Tuttavia limitiamoci soltanto alla storia e chiediamoci: perché ci sono pochi libri di storia che parlano del Vajont? Ho già avuto modo di scrivere una volta: «Cercate il Vajont nei libri di storia. Non lo trovate. Eccezioni: solo un paio di studi in cui il Vajont entra per riferimento» (Maurizio Reberschak, Come riconquistare la memoria: il Vajont, dalla catastrofe all’archivio, «Historia Magistra», 3, 2010, pp. 123-134). Si pensi che nella Storia dell’energia elettrica in Italia in 6 tomi, 5.930 pagine, solo 14 righe ricordano il Vajont come «il tragico “post scriptum” della storia della Sade [Società adriatica di elettricità]» (Rolf Petri – Maurizio Reberschak, La SADE e l’industria chimica e metallurgica tra crisi e autarchia, in Storia dell’industria elettrica in Italia, 3.2, 1926-1945, a cura di Giuseppe Galasso, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. 775-776).
Soltanto negli anni più recenti è apparso qualche altro cenno o riferimento sul Vajont, in lingua inglese. Come John Dickie e John Foot: «Vajont was created by modern building and engineering techniques, by control failures, and by corrupt and greedy economic interests» («Il Vajont fu originato da tecniche moderne di costruzione e di ingegneria, da difetti di controllo, e da interessi economici corrotti e avidi»), in Introduction, in Disastro! Disasters in Italy since 1860: Culture, Politics, Society, edited by John Dickie – John Foot – Frank M. Snowden, Palgrave, New York – Basingstoke 2002, p. 40. Oppure Marco Armiero: «The Vajont speaks of corruption, of connivances between political and economic powers, of the enslavement of science; it can be described as a metaphor of Italian modernisation, conquering the Alpine Valley for the wealth of the nation» («Il Vajont parla di corruzione, di connivenze tra poteri politici ed economici, di asservimento della scienza; può essere descritto come una metafora della modernizzazione italiana, alla conquista della valle alpina per la ricchezza della nazione»), in A Rugged Nation. Mountains and the Making of Modern Italy: Nineteenth and Twentieth Centuries, The White Hors Press, Cambridge 2011, pp. 173-193.
Rolf Petri dice
Ottimo strumento di approfondimento, questa bibliografia essenziale! E ottimi i passaggi descrittivi, molto puntuali e acuti. La storia del Vajont deve moltissimo alla ricerca di Reberschak.