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storiAmestre e Laboratorio Libertario di Marghera, in collaborazione con la Società italiana di storia del lavoro (SISLav), organizzano una giornata di studi intitolata Una volta il futuro era migliore? Lavoro, storia, conflitti. Appuntamento il 2 giugno 2018, presso l’Ateneo degli Imperfetti di Marghera, dalle 10 alle 17.30.
A metà giornata, verso l’ora di pranzo, ci sarà un buffet, che tutti i partecipanti possono contribuire a rendere ricco e appetitoso, secondo la tradizione degli incontri presso l’Ateneo degli Imperfetti.
Di seguito il programma e il testo di presentazione della giornata. Per visualizzare/scaricare la locandina, cliccare qui.
Ore 10.00-13.00
Saluti di Elis Fraccaro (Ateneo degli Imperfetti)
Stefano Boni (Università di Modena e Reggio Emilia), Lavoro, potere, autonomia: prospettive antropologiche
Christian De Vito (Università di Bonn), Le ambiguità del contratto. Una prospettiva storica globale
Presiede Piero Brunello (storiAmestre)
Discussant Virginia Amorosi (SISLav – Università Federico II, Napoli)
Pausa
Ore 15.00-17.30
Andrea Lanza (Università di Toronto), Reinvenzioni della lotta di classe e sentimento del futuro nel movimento operaio in Francia (1830-1848)
Francesco S. Massimo (Sciences Po, Parigi), Lavoro, conflitto e cittadinanza nella rivoluzione logistica. Il caso del Nord-Est
Presiede Francesco Codello (Ateneo degli Imperfetti)
Discussant Elena Iorio (storiAmestre – European University Institute, Firenze)
Una famosa battuta di un uomo di teatro negli anni della Repubblica di Weimar diceva: “Una volta il futuro era migliore”. Da parecchi anni la battuta esprime bene il sentimento della generazione che in Europa è uscita o sta uscendo dal mondo dal lavoro, mentre non viene neanche capita dalle generazioni più giovani. Come possono comunicare oggi a proposito del lavoro persone che hanno esperienze e prospettive così lontane? Un diverso sentimento del futuro cambia le regole stesse dell’ascolto e della presa di parola. Molti che si barcamenano tra lavori in nero o con contratti privi di tutele, in un contesto sociale che trasforma l’assenza di diritti in opportunità di ascesa e la disoccupazione in colpa individuale, stentano a raccontare la propria esperienza. Chi gode (in misura più o meno grande) di diritti può sentirsi a disagio per il fatto di poter contare su quello che è diventato un privilegio. Si dice che il lavoro non sia più il tratto distintivo dell’identità personale; e come potrebbe essere quando il valore stesso del lavoro, e con esso il senso di dignità che ne può nascere, viene quotidianamente svilito da politiche e ideologie che fanno del mercato la divinità che governa il destino degli esseri umani? Forse solo il senso di un futuro condiviso farà rinascere l’esigenza e il piacere di uno scambio di ascolti e di racconti, innanzitutto ponendo domande nuove alla storia. Molti i temi che uno sguardo sul lavoro sollecita: questa giornata si propone come un primo momento di riflessione.
Ateneo degli Imperfetti – storiAmestre