di Claudio Pasqual
Pubblichiamo l’intervento che Claudio Pasqual ha pronunciato, nella veste di presidente di sAm, all’assemblea ordinaria dei soci che si è svolta a Zelarino il 27 giugno 2008.
Una questione mi pare al giorno d’oggi cruciale e ritengo che sia doveroso e urgente intervenire. Penso che viviamo in tempi di emergenza democratica e sia in atto una crisi di civiltà, ora dirò in che senso. Ci sono le pulsioni autoritarie di un governo che fa strame, per gli interessi del suo capo e del blocco sociale e di potere che egli incarna, del principio democratico della separazione dei poteri, imbrigliando la magistratura e asservendo il parlamento; l’altra faccia è l’onda montante di xenofobia e razzismo che hanno infettato larga parte del paese, che la destra con la collaborazione dei media ha creato, legittimato e continua ad alimentare, e alla quale è un dovere morale e civico di tutti noi, che crediamo in una società basata sulla convivenza e sui diritti, opporre una barriera.
Può bastare l’appello per il campo sinti e l’adesione e partecipazione alla manifestazione di sostegno in Piazza Ferretto? Evidentemente no. Lo so, noi non siamo un movimento o un partito politico ma un’associazione culturale; però, se pensiamo che l’ossessione securitaria e la costruzione del nemico nella persona del migrante e dello straniero interno ed esterno sono l’espressione di un senso comune egoista e razzista, allora si capisce che è sul terreno culturale, conducendo una battaglia culturale per l’affermazione di un opposto senso comune, che si gioca la partita decisiva.
Dunque, se concordate con questa analisi, se pensate quindi che sia necessario fare qualcosa, allora mettiamo al più presto in moto tutte le nostre energie e risorse, coinvolgiamo l’associazione, amici e simpatizzanti, collaboriamo con altre realtà, in una discussione che avanzi idee e formuli piani d’azione, dalla quale vengano proposte e progetti di iniziative e interventi.
L’ultima malefatta del governo Berlusconi è la decisione di prendere le impronte digitali ai bambini rom. Contro questo atto gravemente discriminatorio, vera e propria misura di schedatura etnica, si è espresso il Parlamento europeo, che ha condannato l’Italia e invitato al ritiro del provvedimento. Movimenti antirazzisti e associazioni democratiche hanno scelto come forma di protesta la raccolta delle impronte digitali dei cittadini e il loro invio al Ministero degli Interni a Roma. Noi come primo passo aderiamo alla campagna «Offri un dito a Maroni».