• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
storiAmestre

storiAmestre

storia e documentazione del tempo presente

  • Chi siamo
    • Informativa sulla privacy e l’utilizzo dei cookie
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
    • Agenda
  • Quaderni
  • Autori e Autrici
  • Altrochemestre

via Piave

La ex Lavanderia meccanica militare di via Piave. Mestre, 1915-2012

24/03/2019

di Giorgio Sarto

Per contribuire alla discussione sulle trasformazioni in corso nell’area attorno alla stazione ferroviaria di Mestre e sulle conseguenze che potranno portare alla viabilità e più in generale alla vita degli abitanti, riprendiamo a distanza di qualche anno un intervento di Giorgio Sarto relativo al complesso della ex Lavanderia militare di via Piave. L’articolo, che illustra anche un progetto di recupero dell’area risalente a circa vent’anni fa (e cominciato dieci anni prima), elaborato nell’ambito dei corsi sperimentali dell’istituto tecnico Massari di Mestre, presso il quale Sarto insegnava, non sembra aver perso la sua attualità. Il testo è apparso per la prima volta in Le voci di via Piave. Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave nel 2012.

Il quartiere Piave è significativo della storia urbana di Mestre, specificamente di quella novecentesca: la lunghissima sequenza delle case dei ferrovieri con i loro originari 643 alloggi ha tracciato a partire dal 1910 la crescita della città tra il centro storico e la stazione, espansione rafforzata dagli importanti interventi dell’IACP al Piraghetto dopo l’apertura negli anni Venti di via Piave, lungo la quale le costruzioni porticate dell’impresario Domenico Toniolo sono oggi tutelate dalla Soprintendenza. Vi sono altri ambiti di valore come i residui villini e palazzine, la chiesa, la piazzetta San Francesco e gli edifici di pregio limitrofi, l’ex asilo Vittoria ora complesso scolastico (ovvero l’Istituto canossiano), l’ex garage Touring ove l’eclettismo coesiste con il liberty, e pure la villa di impostazione razionalista che resta delle due che c’erano su via Piave, essendo l’altra stata sostituita da un recente invasivo condominio.

L’ex Lavanderia meccanica militare è patrimonio storico e architettonico importante in questo contesto ed è insieme ambito strategico per una radicale riqualificazione urbana che contrasti – assieme alle azioni su altri fronti – i gravi processi di degrado in corso.

[Leggi di più…] infoLa ex Lavanderia meccanica militare di via Piave. Mestre, 1915-2012

Archiviato in:Giorgio Sarto, La città invisibile Contrassegnato con: Mestre, progetti, storiografia, urbanistica, via Piave

Il gioco dell’oca dal Marzenego a via Piave. 7 ottobre 2018

04/10/2018

di sAm

Ospitati dal Gruppo di lavoro di via Piave, e nell’ambito della manifestazione I negozi delle meraviglie (a sua volta compresa nel programma della sesta edizione di “Dritti sui diritti”), domenica 7 ottobre dalle ore 9.45 alle ore 11.15, in piazzetta San Francesco a Mestre, ragazzi e ragazze di 8-12 anni potranno partecipare al “Gioco dell’Oca lungo il Marzenego”, realizzato da storiAmestre e MCE.

La partecipazione è libera.

Il gioco è un contributo alla conoscenza del fiume e del suo territorio che sAm e MCE hanno prodotto per il Contratto di Fiume Marzenego, già sperimentato in varie situazioni e con alcune classi di ragazzi delle elementari e medie inferiori.

Sulla nostra pagina facebook le immagini della partita giocata a Olmo di Martellago il 22 aprile 2018.

Sul sito ilfiumemarzenego.it è disponibile una descrizione completa del gioco e la riproduzione di tutte le caselle.

 

Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Agenda, sAm Contrassegnato con: Contratto di Fiume Marzenego, gioco, Marzenego, via Piave

Le rose bianche. Un ricordo degli anni Trenta da Mestre, via Piave

27/07/2008

di Renzo Zorzi

Nota della redazione. Spulciando la collezione del quotidiano «L’Italia socialista», in un numero della fine del 1948, ci siamo imbattuti in un ricordo d’infanzia di Renzo Zorzi. Zorzi, nato nel 1921, già legato al gruppo antifascista «Giustizia e Libertà», era stato membro del Partito d’Azione fino a che questi non si era sciolto, nel 1947. «L’Italia Socialista» era la testata erede dell’«Italia Libera», già quotidiano del PdA, ed era allora diretto da Aldo Garosci, Zorzi sarebbe diventato un’importante personalità della cultura italiana del dopoguerra, legando il suo nome alle attività promosse da Adriano Olivetti e, dopo la morte di questi, dalla Fondazione Olivetti; tra i profili biografici consultabili in rete, rimandiamo a quello del sito della Fondazione Cini.

L’articolo apparve su «Italia Socialista» del 25 novembre 1948 sotto il titolo è «Le rose bianche»; il sottotitolo con cui appare qui è responsabilità della redazione di sAm. Non siamo riusciti a contattare Zorzi, ma lo ringraziamo qui, contando sul fatto che questa ripubblicazione non gli sia sgradita.

Nelle vacanze tra la prima e la seconda ginnasio (abitavo allora con la famiglia a Mestre, nel primo fabbricato delle case dei ferrovieri di via Piave) lavorai come fiorista nel negozio di un fioraio non molto distante da casa, nei pressi della piccola chiesa di cemento bianco, in piazzetta Piave, che fu poi abbattuta da una bomba durante la guerra. Dalla porta del negozio vedevo la bottega di faccia, anch’essa sotto i portici, che era la cartoleria Burigana, dove si vendevano, oltre che quaderni e oggetti di cancelleria e tutto l’occorrente per la scuola, anche giocattoli, maschere di carnevale, e una quantità di cose. Quello che mi teneva gli occhi sul vetro della larga vetrina erano allora i libri. Fu in quel periodo che cominciai a conoscere veramente cosa fossero i libri. Non quelli di scuola, su cui mi annoiavo fino ad addormentarmi, e che mi parevano piuttosto ingrati strumenti di lavoro, privi di un senso preciso, se non, forse, l’antologia italiana; ma gli altri, i romanzi di Verne soprattutto, nei quali mi imbattei non so in che modo, come in chiavi che avessero un meraviglioso potere, e che passavo i pomeriggi a leggere di nascosto mentre mia madre credeva stessi studiando. [Leggi di più…] infoLe rose bianche. Un ricordo degli anni Trenta da Mestre, via Piave

Archiviato in:La città invisibile, Renzo Zorzi Contrassegnato con: Mestre, ricordi, via Piave

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • Valentina Bertin su Giuseppe Bedin (1901-1939), un bandito tra Robin Hood e Dillinger
  • Patrizia su Breve storia della ditta Paolo Morassutti, affossata da manovre finanziarie. Una lettura
  • Fabio Bortoluzzi su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda
  • Agnese su «È possibile fare volontariato per accogliere i migranti?». Una settimana di luglio a Lampedusa
  • Valeria su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano
  • Fabrizio su Commiato con auguri. La redazione di storiamestre.it si congeda

Copyright storiAmestre © 2023

Il sito storiAmestre utilizza cookie tecnici ed analytics. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra in linea con la nuova GDPR.Accetto Ulteriori informazioni
Aggiornamento privacy e cookie (GDPR)

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
ACCETTA E SALVA