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Venezia

Dare il nome alle vie. La nuova toponomastica nel Comune di Venezia (2015-2020)

16/04/2022

di Claudio Pasqual

Il nostro amico e socio Claudio Pasqual passa in rassegna le ventitré nuove intitolazioni di vie, piazze, rotonde, ponti, spazi pubblici deliberate dal Comune di Venezia tra il 2015 e il 2020, periodo che coincide con il primo mandato del sindaco Luigi Brugnaro. Uomini e donne, memorie extralocali e locali, esponenti della politica e del volontariato, dello sport e della vita religiosa, imprenditori e vittime. Con una riflessione sulle possibili motivazioni della giunta e una nota sull’intitolazione di una rotonda a Norma Cossetto.

…toponomastica, una nobile tradizione, e spiace 
vederla ridotta a strumento di propaganda faziosa…

(Alberto Cavaglion, Decontaminare le memorie, Add, Torino 2021, p. 124)

A Luisa e Mario

1. Il geografo Giuseppe Muti, intervistato una volta sull’argomento, ha risposto che “denominare una strada è un’espressione di potere, che perpetua nel paesaggio urbano la memoria di personaggi, date ed eventi giudicati (da chi?) meritevoli di onorificenza pubblica, e produce luoghi della memoria controllando l’infrastruttura simbolica della società”. Diversamente che in passato, nella nostra epoca i nomi delle vie pertengono integralmente alla memoria culturale, comunicano valori, sono veicolo di ideologie – e per questo la loro scelta è spesso fonte di controversie –, sono uno dei modi in cui una comunità – o, più propriamente, la parte che vi esercita il potere – immagina e rappresenta sé stessa. Per questo il peso dell’odonomastica, termine con cui si indica la denominazione di vie e altre aree di circolazione e spazi pubblici (dal greco odòs, strada), non va sottostimato.

L’ambito amministrativo-istituzionale che ho preso in considerazione è il Comune di Venezia, la mia città; le intitolazioni stradali prese in esame sono quelle deliberate dal 2015 al 2020 dalla prima giunta guidata dal sindaco Luigi Brugnaro, a capo di una lista civica – la “lista fucsia” – in coalizione con Forza Italia, la Lega e, dal gennaio 2019, Fratelli d’Italia (nel 2020 Brugnaro ha rivinto le elezioni, sempre con i medesimi partiti, ma non mi occuperò qui delle intitolazioni della seconda giunta del sindaco imprenditore). 

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: Giorno della memoria, Mestre, Norma Cossetto, odonomastica, toponomastica, Venezia

“L’Arsenale è città, l’Arsenale alla città”. Immagini dalla manifestazione del 6 febbraio 2022

09/02/2022

a cura della redazione di storiamestre.it, foto di Franco Schenkel

Domenica 6 febbraio, dalle 10, si è svolta davanti all’Arsenale, a Venezia, una manifestazione promossa dal Forum Futuro Arsenale, a cui hanno aderito cittadine, cittadini e associazioni, tra cui storiAmestre. Questa iniziativa era stata preceduta dalla diffusione di un manifesto-appello, che contiene proposte per l’utilizzo pubblico dell’enorme area dell’Arsenale. 

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Archiviato in:Franco Schenkel, redazione sito sAm Contrassegnato con: Arsenale, manifestazione, Venezia

“Il mio sogno? Una città della cura”. Una chiacchierata sul futuro prossimo di Mestre e Venezia

29/09/2021

di Monica Coin, a cura di Maria Giovanna Lazzarin

Due socie di storiAmestre – una da tempo nell’associazione, l’altra fresca di iscrizione – si ritrovano al parco Hayez in un giorno di fine estate. Maria Giovanna Lazzarin fa qualche domanda a Monica Coin, immaginando quale futuro potrà avere Mestre, alla luce delle ultime decisioni del sindaco e della giunta comunale in carica. “Hub” e “terminal” al posto di parchi e ambienti naturali; “water-front” e “overturismo”; logistica e lavoro precario; una idea “maschile” della città da scongiurare con una idea “femminile”: la “città della cura”.

Domenica 29 agosto 2021 passando in bici per Mestre intravedo un titolo civetta della Nuova Venezia sui due “Hub” di San Giuliano. Volendo capire meglio, compro sia la Nuova che il Gazzettino di Venezia e, leggendoli, noto alcune differenze. 

La Nuova ha in prima pagina, neretto grande: Nuovo terminal per turisti rivoluzione a San Giuliano; dedica l’intera prima pagina di Mestre a questo argomento con uno specchietto sull’attuale traffico passeggeri per Venezia e l’alleggerimento previsto dal nuovo progetto comunale, e due articoli – uno generale, l’altro con le critiche dell’opposizione – sui due Hub: san Giuliano Nord e san Giuliano Sud (cioè i Pili, sui terreni della società Porta di Venezia, parte del trust di Brugnaro).

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Archiviato in:La città invisibile, Maria Giovanna Lazzarin, Monica Coin Contrassegnato con: città della cura, intervista, Marghera, Mestre, urbanistica, Venezia

Perché a Venezia non si ricorda il 18 marzo. Un discorso all’Avamposto di Rialto

19/03/2021

di Piero Brunello

Pubblichiamo il testo dell’intervento che Piero Brunello ha tenuto due anni fa, il 18 marzo 2019, presentando il suo libro Colpi di scena (2018) all’Avamposto, in Erbaria a Rialto. Ci auguriamo che ricordare in questo modo il 18 marzo nel 2021 sia di buon auspicio per la ripresa delle attività in presenza di storiAmestre; infatti sotto il segno del Quarantotto si sono svolte le ultime che l’associazione ha potuto organizzare, nell’ottobre 2020: due passeggiate a Venezia, per i luoghi degli avvenimenti del marzo 1848.

Oggi 18 marzo 2019 dirò due parole sul 18 marzo 1848 a Venezia, cogliendo a pretesto il libro Colpi di scena che l’Avamposto mi ha gentilmente proposto di presentare qui a Rialto. Ringrazio innanzitutto Francesco Zane, che vive qui a due passi e ha avuto l’idea, e l’Avamposto che ha accolto la proposta. Ringrazio poi le persone amiche che sono presenti. Le ringrazio in modo particolarmente caloroso per essersi mosse di casa sfidando il vento freddo che si è alzato nel pomeriggio e ancora continua. 

Tra le facce amiche, vedo davanti a me Benny Arbel, amico di una vita, e così vorrei dedicare questo mio discorso a Hermann Jellinek, suo antenato materno, giornalista, scrittore, rivoluzionario, ebreo. Studiò a Praga; cacciato dalle università di Lipsia e di Berlino per la sua attività politica, nel marzo 1848 si trova a Vienna; condannato a morte per impiccagione dopo la riconquista della capitale a opera delle truppe del generale Windischgraetz, che imputava alla stampa radicale la responsabilità della rivoluzione, fu fucilato il 23 novembre 1848. Aveva ventisei anni.

Il ricordo di Hermann Jellinek e della rivoluzione di Vienna fa pensare, qui a Venezia, a come naufragarono in poco tempo nel Quarantotto le speranze sulla fratellanza dei popoli, e a come alla fine conflitti europei trovarono soluzioni nazionali. Ma stasera il mio tema è un altro, e riguarda una giornata che nessuno ricorda.

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Archiviato in:La città invisibile, Piero Brunello Contrassegnato con: 18 marzo, 1848, anniversari, intervento, rivoluzione, Venezia

Un comitato per la salute pubblica. Notizie sulla manifestazione a Tessera, 6 marzo 2021

16/03/2021

di Fabrizio Zabeo

Il nostro amico e socio Fabrizio Zabeo, che tra le altre cose è anche rappresentante del Comitato Allagati di Favaro Veneto, ci ha scritto per offrire alcune notizie e immagini relative alla manifestazione ambientalista che si è tenuta a Tessera (Venezia), sabato 6 marzo 2021.

Care amiche e cari amici di storiAmestre,

sabato 6 marzo 2021 si è tenuta una manifestazione a Tessera nei pressi dell’ingresso dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Come due anni fa, si protesta contro il progetto della società SAVE che gestisce l’aeroporto e prevede di eliminare altri alberi nella zona circostante l’ingresso dell’aeroporto, per realizzare nuovi parcheggi. Due anni fa avevo potuto documentare di persona la manifestazione a difesa degli ultimi lembi di pineta, questa volta invece non sono potuto andarci, ma ho recuperato documenti, immagini e informazioni da amiche e amici, in particolare da Carla Bellenzier dell’associazione Amico Albero. Ringrazio molto tutte e tutti per il loro aiuto. 

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Archiviato in:Fabrizio Zabeo, La città invisibile Contrassegnato con: aeroporto, ambientalismo, manifestazione, resoconto, salute pubblica, SAVE, Tessera, Venezia

Il naufragio della Veniera. Notizie da Cipro, primi mesi del 1499

31/12/2020

di Benjamin Arbel

Il naufragio di una nave veneziana ormai in vista del suo approdo a Cipro, il 27 febbraio 1499. Stando ai documenti non ci furono vittime e almeno una parte del carico venne recuperata. Ecco una “battuta d’arresto” – nota il nostro amico Benjamin Arbel concludendo la sua lettura delle fonti disponibili – che ci permette di cogliere il flusso degli scambi di uomini e mercanzie nel Mediterraneo alla fine del Medioevo 

Il saggio di Arbel ci rimanda a eventi calamitosi, a un tempo sospeso, a frammenti di informazioni – senza trama e senza finale –, a un elenco di merci, a spostamenti, viaggi e scambi che continuano comunque incessanti. Ci è sembrata, oggi, una strenna appropriata a questi tempi che ci sono dati da vivere. 

1. In una lettera del 7 marzo 1499, i governatori della colonia veneziana di Cipro annunciano nei termini seguenti il naufragio nei pressi delle Saline di San Lazzaro, l’ancoraggio principale sulla costa meridionale dell’isola: “Con gran displicentia significhemo a la Serenità Vostra esser rotta adì 27 fevrer de notte a Saline la nave patron Pasqual Vidale, la qual senza fortuna per mal governo hebe questo naufragio”1. Ulteriori informazioni sulla sciagura si trovano nel diario veneziano di Marino Sanuto. Riferendosi a una lettera scritta il 5 marzo dello stesso anno dal capitano di Famagosta il diarista nota, tra l’altro, il “rompersi di la nave patron Pasqual Vidal, zoè Veniera, participi sier Paolo Loredan e sier Marco Querini, sora le Saline”. Secondo la stessa lettera, “è sta recuperà solamente li gropi d’oro e d’argento”2.

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  1. Aikaterina X. Aristeidou, Anekdota Eggrapha tes Kypriakes Istorias apo to Archeio tes Benetias, Tomos A (1474-1508), Nicosia 1990, n. 37, p. 241. La lettera del Regimento non fu originariamente indirizzata ai Capi del Consiglio dei Dieci. La sua inclusione nell’archivio di questa magistratura, dove si trova finora, è legata, presumibilmente, alla scritta che figura sul verso della lettera, nella quale si nota che essa fu presentata ai Capi del Consiglio dei Dieci il 4 ottobre 1503. I motivi di questo procedimento sono ancora ignoti. [↩]
  2. Marino Sanuto, I diarii, II, pubblicato per cura di Guglielmo Berchet, Venezia 1879, col. 685. [↩]

Archiviato in:Benjamin Arbel, La città invisibile Contrassegnato con: Mediterraneo, storia del commercio medievale, storiografia, strenna, Venezia

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