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urbanistica

A piccoli passi lungo il Marzenego. Breve storia di un progetto di parco urbano, con proposte concrete

20/06/2019

di Carla Dalla Costa

Pubblichiamo il testo del discorso tenuto da Carla Dalla Costa dell’associazione culturale I Sette Nani – sotto il titolo Di là del fiume e tra gli alberi – all’incontro “Quartieri in movimento. Appunti per la città che vogliamo” che si è tenuto venerdì 12 aprile 2019 presso la Sala del Consiglio di Municipalità di Zelarino.

L’associazione culturale I Sette Nani, di cui faccio parte, aderisce ad alcuni coordinamenti associativi tra cui il Forum e il Contratto di Fiume Marzenego Osellino, un insieme di associazioni (più di trenta) che hanno a cuore la riqualificazione del corso d’acqua di risorgiva che entra in Mestre e che non a caso era chiamato il “Flumen de Mestre”.

Molti ragazzi si stupiscono di avere un fiume in città. Ho visto la loro meraviglia accompagnando alcune classi scolastiche quando scoprivano a poca distanza dalle loro case un corso d’acqua con verdi rive, canneti, guizzi di pesci e aironi. Eppure per molto tempo era una via naturale: come mai questa rimozione? Che posto Mestre riserva al suo fiume?

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Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Carla Dalla Costa Contrassegnato con: intervento, Marzenego, Parco del Marzenego, urbanistica

La ex Lavanderia meccanica militare di via Piave. Mestre, 1915-2012

24/03/2019

di Giorgio Sarto

Per contribuire alla discussione sulle trasformazioni in corso nell’area attorno alla stazione ferroviaria di Mestre e sulle conseguenze che potranno portare alla viabilità e più in generale alla vita degli abitanti, riprendiamo a distanza di qualche anno un intervento di Giorgio Sarto relativo al complesso della ex Lavanderia militare di via Piave. L’articolo, che illustra anche un progetto di recupero dell’area risalente a circa vent’anni fa (e cominciato dieci anni prima), elaborato nell’ambito dei corsi sperimentali dell’istituto tecnico Massari di Mestre, presso il quale Sarto insegnava, non sembra aver perso la sua attualità. Il testo è apparso per la prima volta in Le voci di via Piave. Notiziario promozionale del Gruppo di lavoro di via Piave nel 2012.

Il quartiere Piave è significativo della storia urbana di Mestre, specificamente di quella novecentesca: la lunghissima sequenza delle case dei ferrovieri con i loro originari 643 alloggi ha tracciato a partire dal 1910 la crescita della città tra il centro storico e la stazione, espansione rafforzata dagli importanti interventi dell’IACP al Piraghetto dopo l’apertura negli anni Venti di via Piave, lungo la quale le costruzioni porticate dell’impresario Domenico Toniolo sono oggi tutelate dalla Soprintendenza. Vi sono altri ambiti di valore come i residui villini e palazzine, la chiesa, la piazzetta San Francesco e gli edifici di pregio limitrofi, l’ex asilo Vittoria ora complesso scolastico (ovvero l’Istituto canossiano), l’ex garage Touring ove l’eclettismo coesiste con il liberty, e pure la villa di impostazione razionalista che resta delle due che c’erano su via Piave, essendo l’altra stata sostituita da un recente invasivo condominio.

L’ex Lavanderia meccanica militare è patrimonio storico e architettonico importante in questo contesto ed è insieme ambito strategico per una radicale riqualificazione urbana che contrasti – assieme alle azioni su altri fronti – i gravi processi di degrado in corso.

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Archiviato in:Giorgio Sarto, La città invisibile Contrassegnato con: Mestre, progetti, storiografia, urbanistica, via Piave

Alcune lezioni dall’Italia (degli anni Ottanta)

31/05/2018

di Colin Ward

In vista della giornata di studi organizzata da storiAmestre e Laboratorio Libertario (con la collaborazione della Società Italiana di Storia del Lavoro), che avrà luogo il 2 giugno, pubblichiamo un testo che lo studioso britannico Colin Ward (1924-2010) pubblicò alla fine degli anni Ottanta, sotto il titolo A Few Italian Lessons, a nostra conoscenza inedito in Italia. Ward riflette sulla crescita della disoccupazione provocata dalla crisi dell’industria britannica, e sulle possibili prospettive, in un contesto in cui “l’occupazione di massa cede il passo al lavoro autonomo”. Trova quindi un modello da discutere nell’Italia “delle piccole aziende” sbocciata in quegli anni. Ne viene fuori l’immagine ottimista di una cultura del lavoro autonomo, che, nel mondo della produzione, si traduce in capacità imprenditoriali e di adattamento che non hanno corrispettivi nella cultura del movimento operaio britannico. Ward peraltro era interessato anche alle forme della città che scaturiscono da una certa organizzazione sociale e del lavoro.

Riletto oggi, questo testo suscita alcuni interrogativi: in che modo l’autonomia delle piccole imprese si misura con la dipendenza dal credito e dai committenti notata dallo stesso Colin Ward? quali piccole aziende hanno retto al tempo e quali no, e a quali condizioni? Infine, in che modo la rivendicazione dell’autonomia, così importante per Colin Ward, può aiutarci a osservare e discutere le ulteriori trasformazioni delle forme di lavoro avvenute negli ultimi trent’anni?

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Archiviato in:Colin Ward, Giulia Brunello Contrassegnato con: autonomia, storia del lavoro, urbanistica

Riunione del 9 marzo 2017

07/03/2017

di sAm

Giovedì 9 marzo, alle ore 17,30, si terrà una riunione nella sede di storiAmestre (via Ciardi 41, Cipressina) a cura di Giorgio Sarto. Si discuterà di proposte “ambientali” da avanzare entro il 31 marzo per il “Piano degli interventi” comunale.

Alla riunione sono invitati – oltre ai soci di storiAmestre, e in particolare i membri del gruppo di lavoro sul Marzenego –: Antonio dalla Venezia (FIAB) per il Biciplan; Igino Michieletto ex Verde pubblico e Veritas; Carla Dalla Costa per l’associazione I sette nani; Carlo Giacomini urbanista.

In questo primo confronto si pensa di valutare:

– alcuni tracciati ciclabili, in relazione al Biciplan e all’area tra Zelarino e Mestre centro e che perciò coinvolgono anche il Marzenego;

– la questione della vecchia convenzione con il Comune del centro Nazareth e la richiesta di inserire il parco fluviale nel “Piano degli interventi” tenendo conto della decadenza del Piano di lottizzazione.

Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.

 

Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, Agenda Contrassegnato con: Giorgio Sarto, Marzenego, urbanistica

Contro la Vallenari bis. 13 agosto: i comitati dall’assessore

10/09/2015

di Claudio Pasqual

Cronaca di una mattina d’agosto al municipio di Mestre: il comitato VivereMestre che si oppone alla costruzione di una nuova strada urbana incontra l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia.

Verso le dieci del 13 agosto mi telefona Giovanna di storiAmestre e mi chiede se stamattina alle dodici posso andare al municipio di via Palazzo, dove il comitato VivereMestre ha indetto una conferenza stampa sulla faccenda della strada “Vallenari bis”. Lei lo ha saputo passando in bici davanti al liceo Stefanini dove ha visto uno striscione e ha chiesto informazioni a Elisa di VivereMestre che era seduta sul marciapiede lì vicino insieme a due ragazzi del Coordinamento studenti medi. Altre persone si trovavano dentro il bosco per impedire l’abbattimento degli alberi da parte della ditta impegnata nella costruzione della strada. Nel settembre 2014, storiAmestre aveva firmato insieme a molte altre associazioni una lettera inviata dall’associazione La Salsola all’allora commissario del Comune di Venezia Zappalorto in cui si rilevavano le gravi conseguenze urbanistiche e ambientali del progetto, i costi esorbitanti che indebitavano il Comune per anni, l’infondatezza delle previsioni demografiche su cui si basava. C’era quindi interesse a seguire le iniziative dei cittadini contro i lavori iniziati nel caldo ferragostano.

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Archiviato in:Claudio Pasqual, La città invisibile Contrassegnato con: cronaca, documentazione, Mestre, paesaggio, protesta, urbanistica, Vallenari bis

Vivere a Vajont. Una lettura

09/10/2014

di Gigi Cameroni

Riceviamo e pubblichiamo un’ampia scheda di lettura relativa al libro di Monica Musolino, New towns post catastrofe. Dalle utopie urbane alla crisi delle identità (Mimesis, Milano 2012).

Da casa, 9 ottobre 2014

Cari amici di storiAmestre,

nel 2013 ho seguito con attenzione la vostra serie di articoli in occasione del cinquantesimo anniversario del Vajont. Qualche mese fa ero a Parigi, in visita a un amico che fa l’insegnante. Un pomeriggio che sono andato a prenderlo a scuola, ho notato subito l’illustrazione di copertina di un libro che aveva sul suo tavolo in sala insegnanti (ho questa abitudine, talvolta indiscreta, di dare sempre un’occhiata ai libri che vedo sparsi sui tavoli o sugli scaffali): facile riconoscere la diga del Vajont. Incuriosito, gli ho chiesto in prestito il libro e ho preso qualche appunto, che ora – a distanza di tempo e pur senza poter verificare di nuovo l’originale – ho pensato di proporvi: sia perché è un libro che non si trova facilmente (stando al catalogo opac-sbn si trova in tre biblioteche, si direbbe solo in quelle del deposito legale), sia perché è la stagione giusta. Che sia anche il libro giusto? Mah, su questo ho delle riserve, ma prendetela come un servizio bibliografico, a uso di chi voglia completare la sua lista di letture sul Vajont.

Cordiali saluti

Gigi Cameroni

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Archiviato in:Gigi Cameroni, Letture, Monica Musolino Contrassegnato con: anniversari, democrazia, sociologia, storia orale, trauma, urbanistica, Vajont

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