di Maria Giovanna Lazzarin
La nostra amica Giovanna Lazzarin invita a leggere RottamaItalia, il recente istant-book reso disponibile in rete dalla rivista “Altraeconomia”. Si tratta di un tentativo di mettere in guardia l’opinione pubblica nei confronti del famigerato decreto “Salva Italia” varato dal governo Renzi nel settembre 2014, e di mobilitarla contro la conversione in una legge che, sotto pretesto di “snellire” la burocrazia e rilanciare l’economia, faciliterebbe l’iter di nuove “grandi opere”, tra cui l’autostrada Mestre-Orte. Ma i rischi legati a queste “grandi opere” (imposte) sono ormai noti: dall’indebitamento pubblico alla speculazione, dalla corruzione alle conseguenze ambientali e paesaggistiche.
1. In Italia vi è da tempo una riflessione e un ripensamento sulle cosiddette “grandi opere”, quelle che necessitano di investimenti importanti e promettono sviluppo e lavoro, ma incontrano spesso l’opposizione dei residenti, preoccupati per l’invasione del loro territorio coi rischi conseguenti, e degli ambientalisti che contestano l’utilità delle opere e il modello di sviluppo a cui si ispirano.
A Venezia, per esempio, il 30 novembre 2013 si è svolto un corteo contro le grandi opere promosso da don Albino Bizzotto, il fondatore di Beati i costruttori di pace. Da tutto il Veneto sono arrivate migliaia di persone in rappresentanza di più di 160 comitati: dal Comelico dove ci si batte contro la strada Intervalliva con l’Austria, al Polesine della centrale di Porto Tolle, dai comitati contrari alla nascita della mega area commerciale sulla Riviera del Brenta, Veneto City Green, a quelli che protestano contro l’ampliamento dell’aeroporto di Treviso o contro la Superstrada Pedemontana Veneta o chiedono di lasciar perdere l’autostrada Orte-Mestre e utilizzare i soldi per mettere in sicurezza la Romea. Il dibattito sulle grandi opere è rimasto presente per uno-due giorni sui giornali locali, poi è stato dimenticato.
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