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strenna

Luminello feltrino. Riflessi di luce da carte antiche

31/12/2021

di Guido Gambaredo, Romano Banco

Eravamo in cerca di un modo per condividere i nostri voti per un buon proseguimento nel 2022. Il nostro amico Gigi Corazzol ci ha segnalato lo scritto che offriamo grazie alla cortesia degli autori Gambaredo e Banco. Un gioco per l’ultimo giorno dell’anno, cercando luce e vite tra le carte conservate in due buste dell’Archivio della Curia Vescovile di Feltre. È un testo lungo, che speriamo accompagnerà – tra lettura e riletture – molti momenti dell’anno (degli anni) a venire. Qui di seguito ne offriamo solo le premesse, la versione integrale si legge cliccando qui.

Fiammelle qua e là per i prati 

friggono luci disperse ognuna in sé

quelle siamo noi, racimoli del fuoco

che pur disseminando resta pari a se stesso

è zero che dona, da zero, il suo vero

Andrea Zanzotto, Conglomerati

(Mondadori, Milano 2009, p. 121)

 

 

 

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Archiviato in:Guido Gambaredo, La città invisibile, Romano Banco Contrassegnato con: archivi, Gigi Corazzol, storia, storiografia, strenna

La salicornia rifiorirà a Fusina? Immagini dell’area della ex Sava (Porto Marghera, 2010)

06/01/2021

di Giovanna Bison

Condividiamo con le lettrici e i lettori del sito il regalo che ci ha fatto la nostra amica Giovanna Bison. Si parte, anche questa volta, da una tesi di laurea triennale in Discipline dell’Arte, della Musica, e dello Spettacolo discussa presso l’Università di Padova: un lavoro compiuto nel 2010 all’interno e nei dintorni della fabbrica abbandonata della ex Sava. Le immagini sono il frutto di una ricognizione cominciata tenendo presente la storia della documentazione fotografica relativa all’area industriale e i modelli dell’archeologia industriale, ma che a poco a poco ha cambiato di senso. Con una conclusione dal sapore leopardiano, in attesa di un nuovo sopralluogo – forse – a dieci anni di distanza.

Laurearsi al DAMS di Padova

Il lavoro che ho fatto per l’Università di Padova ha compiuto dieci anni. Allora mi proponevo una ricognizione fotografica all’interno della fabbrica abbandonata della ex Sava. 

L’esplorazione partiva da un approfondimento bibliografico sulle origini e sullo sviluppo di questa particolarissima zona industriale, con riferimento soprattutto a Fusina, ultima propaggine di Porto Marghera. Seguiva un’indagine, in ordine cronologico, sugli studi fotografici (uno su tutti l’archivio Giacomelli) che avevano compiuto lavori di reportage su queste realtà. Le mie foto dovevano scandire il disfacimento delle cattedrali ferrose, destinate a diventare archeologia industriale. 

A ogni passo, a ogni foto, il mio atteggiamento cominciò però a cambiare. 

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Archiviato in:Giovanna Bison, La città invisibile Contrassegnato con: escursione, Ex Sava, fotografia, Fusina, Porto Marghera, SAVA, strenna

Il naufragio della Veniera. Notizie da Cipro, primi mesi del 1499

31/12/2020

di Benjamin Arbel

Il naufragio di una nave veneziana ormai in vista del suo approdo a Cipro, il 27 febbraio 1499. Stando ai documenti non ci furono vittime e almeno una parte del carico venne recuperata. Ecco una “battuta d’arresto” – nota il nostro amico Benjamin Arbel concludendo la sua lettura delle fonti disponibili – che ci permette di cogliere il flusso degli scambi di uomini e mercanzie nel Mediterraneo alla fine del Medioevo 

Il saggio di Arbel ci rimanda a eventi calamitosi, a un tempo sospeso, a frammenti di informazioni – senza trama e senza finale –, a un elenco di merci, a spostamenti, viaggi e scambi che continuano comunque incessanti. Ci è sembrata, oggi, una strenna appropriata a questi tempi che ci sono dati da vivere. 

1. In una lettera del 7 marzo 1499, i governatori della colonia veneziana di Cipro annunciano nei termini seguenti il naufragio nei pressi delle Saline di San Lazzaro, l’ancoraggio principale sulla costa meridionale dell’isola: “Con gran displicentia significhemo a la Serenità Vostra esser rotta adì 27 fevrer de notte a Saline la nave patron Pasqual Vidale, la qual senza fortuna per mal governo hebe questo naufragio”1. Ulteriori informazioni sulla sciagura si trovano nel diario veneziano di Marino Sanuto. Riferendosi a una lettera scritta il 5 marzo dello stesso anno dal capitano di Famagosta il diarista nota, tra l’altro, il “rompersi di la nave patron Pasqual Vidal, zoè Veniera, participi sier Paolo Loredan e sier Marco Querini, sora le Saline”. Secondo la stessa lettera, “è sta recuperà solamente li gropi d’oro e d’argento”2.

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  1. Aikaterina X. Aristeidou, Anekdota Eggrapha tes Kypriakes Istorias apo to Archeio tes Benetias, Tomos A (1474-1508), Nicosia 1990, n. 37, p. 241. La lettera del Regimento non fu originariamente indirizzata ai Capi del Consiglio dei Dieci. La sua inclusione nell’archivio di questa magistratura, dove si trova finora, è legata, presumibilmente, alla scritta che figura sul verso della lettera, nella quale si nota che essa fu presentata ai Capi del Consiglio dei Dieci il 4 ottobre 1503. I motivi di questo procedimento sono ancora ignoti. [↩]
  2. Marino Sanuto, I diarii, II, pubblicato per cura di Guglielmo Berchet, Venezia 1879, col. 685. [↩]

Archiviato in:Benjamin Arbel, La città invisibile Contrassegnato con: Mediterraneo, storia del commercio medievale, storiografia, strenna, Venezia

Uscite di sicurezza. Sui passi dei miei avi, ebrei piemontesi (XIX-XX secolo)

23/12/2019

di Alberto Cavaglion

Ci siamo rivolti al nostro amico Alberto Cavaglion per la nostra tradizionale strenna di fine anno (tra l’altro Alberto ci ha fatto notare che quest’anno Hanukkah coincide con il periodo natalizio).

Cavaglion ci ha permesso di riprendere e rielaborare due saggi – scritti a quasi 25 anni di distanza l’uno dall’altro – per ricavarne uno scritto originale. Letture, documenti e ricordi di famiglia per ripercorrere alcuni aspetti di un secolo e mezzo di storia degli ebrei piemontesi, tra primo Ottocento e Seconda guerra mondiale, seguendo il filo di piccoli spostamenti, di uomini e donne – tra case, botteghe e rifugi – e delle loro masserizie. 

Come sempre quando pubblichiamo saggi lunghi, ne offriamo qui di seguito una breve anteprima, per leggere il testo integrale (illustrato da due documenti), cliccare qui.

Il torto di nascere ebreo diventò un diritto con Napoleone, poi tornò a essere un torto sotto Carlo Felice, per ritornare a essere un diritto con Carlo Alberto e di nuovo un torto con Mussolini. Infine il diritto venne riconquistato con la Resistenza e sancito dalla Costituzione della Repubblica. La storia degli ebrei in Italia è riassumibile in questo processo di andate e ritorni: una vittoria di diritti che si affermano dall’alto (lo Statuto) o si conquistano dal basso (la lotta partigiana) e una sconfitta di torti che ritornano a ondate periodiche fino a esplodere, in forma traumatica, sotto il fascismo.

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Archiviato in:Alberto Cavaglion, La città invisibile Contrassegnato con: Cuneo, Piemonte, ricordi, storia degli ebrei italiani, storiografia, strenna, Vercelli

Modernità di classe. Le relazioni del prefetto di Parigi Delessert (1786-1858)

24/12/2018

di Andrea Lanza

Natale 2018. Per la nostra tradizionale strenna, Andrea Lanza ci porta nella Parigi della prima metà dell’Ottocento, sulle tracce di un prefetto che già ci aveva mostrato in azione durante lo sciopero dei carpentieri parigini del 1845. La figura di Gabriel Delessert permette di esplorare una nascente borghesia, in cui ruoli istituzionali, salotti, reti di relazioni e alleanze familiari si intrecciano, e dove maturano precise idee di progresso, “interesse pubblico” e “buon ordine sociale”. Con il suggerimento di riflettere simultaneamente sulla “modernità” immaginata dalla classe dirigente francese del XIX secolo e sulla “modernità à la Macron” dei giorni nostri. Qui di seguito proponiamo solo le prime pagine del testo, chi vorrà leggerlo integralmente dovrà cliccare qui.

Parole di prefetto

Due dicembre 2018, Parigi, in conferenza stampa il prefetto di polizia della capitale evoca le “deliberate violenze” commesse da gente “desiderosa di affrontare le forze dell’ordine”; non esita a identificare i facinorosi come appartenenti a “gruppuscoli dell’ultradestra e dell’ultrasinistra”. Fra i 378 fermati il giorno prima, secondo le dichiarazioni del PM, nessuno però risulta già segnalato dai servizi di informazione. Di fronte all’incoerenza dei dati forniti, mi è subito tornata in mente una vecchia conoscenza: Gabriel Delessert.

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Luci d’archivio. Una strenna di Natale

24/12/2017

di Matteo Melchiorre

Buone feste di fine anno da storiAmestre. All’interno di un racconto, il nostro amico Matteo Melchiorre riprende un discorso tenuto durante un incontro al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto il 10 novembre 2017. L’occasione veniva da una domanda: “A cosa servono gli archivi?”. Si capisce che le risposte sono più d’una, ma “il sugo della questione” è che “le vicende umane sono indocili, complesse e non sempre pienamente comprensibili alla luce dei residui che esse ci hanno lasciato in mano”. Per questo abbiamo bisogno di strumenti che ci facciano “captare delle luci lontane, che vengono da una Lapponia a noi ignota e che proprio per questo, sissignori, ci emozionano”. Chi volesse leggere più comodamente, può scaricare il testo – arricchito da alcune illustrazioni – cliccando qui.

Giorni corti e neve ghiacciata

Proprio oggi, 13 dicembre, Santa Lucia, dovrebbe essere il giorno più corto che ci sia. Dicono gli esperti del cielo e degli astri che le cose non stanno esattamente a questo modo, dato che il giorno più corto dell’anno cade nel solstizio d’inverno, il 21 o 22 dicembre. Ma è pur vero che a Santa Lucia la notte cala con circa tre minuti d’anticipo rispetto al solstizio. Il che significa che oggi, Santa Lucia, è il giorno nel quale l’oscurità è più impaziente di arrivare e la luce ha più fretta di andarsene.

E poi c’è anche questa neve che è venuta il 10 dicembre, ed era una neve che cadeva minutissima e leggera, la quale poi, il giorno 11, ha buttato in pioggia; pioggia che a sua volta si è come vaporizzata in una nebbia densa il giorno 12. E oggi, che è il 13, la nebbia si è un poco alzata e ha svelato una giornata cruda sottozero; la nevaglia sfatta dalla pioggia è perciò divenuta stamattina una placca di ghiaccio antipaticissima.

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Archiviato in:La città invisibile, Matteo Melchiorre Contrassegnato con: archivi, intervento, storiografia, strenna

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