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storia delle donne

Ricerca storica, discorsi in pubblico e impegno civile. Giovedì 20 febbraio 2020

15/02/2020

di sAm

Proseguiamo la discussione sulla Public History avviata all’assemblea dei soci del 30 gennaio scorso. Appuntamento giovedì 20 febbraio alle ore 17,30 presso la sede di via Tiepolo 19, Zelarino, con Eloisa Rosalen (Universidade Federal de Santa Catarina, Brasile), che ci parlerà della “Public History delle donne”, una iniziativa del Laboratorio di Studio di Genere e storia di Florianópolis (Santa Catarina, Brasile).

Per visualizzare/scaricare la locandina dell’incontro, cliccare qui.

Eloisa Rosalen è dottoranda in Storia culturale presso l’Universidade Federal de Santa Catarina (Brasile), dal settembre 2019 è “visiting scholar” presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia per sviluppare la sua ricerca intitolata Donne brasiliane in esilio e ritorno (1973-1990). Reti, traiettorie, gender e militanze.

Archiviato in:Agenda, sAm Contrassegnato con: Eloisa Rosalen, Public History, storia delle donne

Padri celibi, madri vergini e corpi neutri. Antropologia delle società cristiane

09/02/2018

di Luisa Accati

Presentiamo alcune pagine dal recente libro di Luisa Accati, Apologia del padre. Per una riabilitazione del personaggio reale (2017). Con una nota finale e un invito alla discussione.

Nelle università americane dagli anni ’70 del ‘900 si è cominciato a dire che il sesso non esiste al di fuori del genere, cioè al di fuori delle costruzioni culturali. E questo è vero, si nasce sempre in un contesto che impone una certa idea del “femminile” e del “maschile”. Mentre il passo successivo ha una ben diversa incidenza politica. Infatti si è cominciato a dire che il sesso non esiste, esiste solo il genere, cioè anche il sesso è solo una costruzione culturale. Quest’ipotesi compromette la stessa utilità del concetto di genere e dà inizio a una involuzione dal femminismo. Si torna in sostanza all’ipotesi di un solo soggetto che si vorrebbe asessuato, in realtà, come abbiamo cercato di mostrare, si tratta di un soggetto fusionale madre-figlio. Il sesso viene neutralizzato e, di fatto, le donne come soggetti autonomi diversi, scompaiono di nuovo dentro la categoria asessuata di genere: gli studi di genere sostituiscono la storia delle donne. E il concetto di genere così utile e significativo diventa, suo malgrado, il mezzo per riproporre una sostanziale separazione della mente, dello spirito della psiche dal corpo: la regressione riprende una strada storicamente tracciata. E infatti, non passa molto tempo, e si arriva a teorizzare che termini come “uomo” e “donna” sono obsoleti e il loro uso perpetuerebbe vecchi schemi discriminatori. In sostanza riappare, in forma nuova, la superiorità dello “spirituale” rispetto al fisico, il corpo di nuovo diventa indifferente, né uomo, né donna, un mélange performativo, una sorta di nuova natura angelica. Ovviamente la medicina, la biologia, la genetica e le scienze naturali tutte continuano a pensare che esistano uomini e donne biologici fra loro diversi, addirittura da una goccia di saliva o da un pezzetto di capello, con l’esame del DNA si può risalire a un uomo o a una donna, tanto marcata è la diversità. Una parte rilevante delle scienze sociali (senza suscitare grandi reazioni) invece ripropone l’indifferenziazione, il corpo fusionale. La scienza biologica ha bisogno di precisare le differenze fra uomini e donne, troppo spesso non se ne è tenuto conto adeguatamente e l’approfondimento delle diversità rende gl’interventi terapeutici molto più mirati ed efficaci sia per gli uomini che per le donne. Chiarire quanto più è possibile gli elementi di diversità giova a migliorare la condizione di tutti.

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Archiviato in:Letture, Luisa Accati Contrassegnato con: antropologia, cattolicesimo, cristianesimo, pagine scelte, storia delle donne, storiografia

Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi

07/03/2016

a cura di Piero Brunello e Filippo Benfante

Il 27 maggio 1848, nel settimanale padovano Il Caffé Pedrocchi. Foglio politico letterario, uscì un Dialogo fra un cittadino ed una cittadina che qui riproponiamo con una nota di Piero Brunello. L’autore del dialogo era un uomo, Cesare Magarotto, che si firmava con la sigla C.M. e che naturalmente parlava anche a nome della donna. Il tema della discussione era l’estensione del diritto di voto alle donne. Magarotto aveva sei sorelle. Un mese prima, anche a Parigi si discuteva di che cosa doveva significare “universale” quando si parlava di diritti e di suffragio. Tra le stesse donne, come ricorda una nota di Filippo Benfante, le opinioni divergevano.

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Archiviato in:Filippo Benfante, La città invisibile, Letture, Piero Brunello Contrassegnato con: 1848, 8 marzo, Cesare Magarotto, Désirée Gay, documenti, Eugénie Noboyet, femminismo, George Sand, Jeanne Deroin, Michèle Riot-Sarcey, Padova, pagine scelte, Parigi, storia delle donne, storiografia, suffragio, Venezia

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