di Giovanni Levi
Il nostro amico Giovanni Levi ci permette di pubblicare il testo fatto circolare il 28 settembre 2015 in occasione della lezione – “Une histoire de l’histoire culturelle” – che ha tenuto a Firenze, presso l’Istituto Universitario Europeo, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2015-2016. Una riflessione sulla storiografia recente, sull’utilità e i danni della storia culturale, con un elogio del continuo sforzo della ricerca della verità, e l’auspicio che una storiografia capace di riprendere in debito conto la dimensione sociale sia capace di “spiegare il significato e la possibilità dell’agire degli uomini e, perché no?, [di] trasformare il mondo”.
1. Per parlare di storia culturale mi pare necessario partire da due considerazioni, forse banali ma essenziali. La prima è l’osservazione su una fondamentale differenza fra storia e fiction. Gli storici scrivono sempre lo stesso libro: ogni anno escono cinquanta libri su Filippo II o su Napoleone. Mentre Guerra e pace non può essere ripetuto, gli storici continuano a moltiplicare i punti di vista e le interrogazioni sulla medesima realtà, inesauribile. Questo non vuol dire che la storia e la letteratura non abbiano in comune un domandarsi senza fine sull’umanità, sui suoi misteri e sui suoi significati. Ma l’oggetto è relativamente più stabile per gli storici. Il perché mi pare evidente: una diversa ricerca della verità, due modi diversi di interrogarsi, due verità, una storica e una narrativa, con implicazioni di metodo e di discorso differenti. Gli storici cercano di avvicinarsi alla realtà di qualcosa che è successa nel passato, che ha lasciato una molteplicità disorganica di tracce e lo fanno con l’esplicita consapevolezza che la realtà è inesauribile, che non sarà mai ricostruita nella sua definitiva concretezza. Ma è una ricerca di verità che non può dimenticare che questo infinito avvicinamento è insieme limitato, parziale ma non privo di un contenuto concreto di verità. Se c’è una cosa che affascina nel lavoro dello storico è proprio questa così umana coscienza dei limiti del nostro conoscere che tuttavia è l’inseguimento infinito della conoscenza. La pratica metaforica della condizione umana.
[Leggi di più…] infoPossiamo fare a meno della verità? (Una storia della storia culturale)