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san Nicola

Senza cronometro. Un discorso di auguri

10/12/2017

di Maria Turchetto

Pubblichiamo il testo del discorso di auguri di fine anno che Maria Turchetto ha tenuto il 6 dicembre 2017 presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. E ancora buon San Nicolò.

Non so bene cosa dirvi, visto che sono una ritirata, una congedata, insomma… una pensionata. Potrei raccontarvi – con un po’ di crudeltà – com’è la vita di un pensionato. Un po’ di crudeltà nei confronti dei giovani, dei precari, degli assunti a tempo determinato (e ce ne sono tanti tra voi) che non sanno se arriveranno a godere di questo antico privilegio, istituito, nella sua forma pubblica, nel 1889 nella Prussia di Guglielmo II. Diceva una vecchia canzone anarchica, più o meno coeva dell’istituzione del sistema di sicurezza sociale tedesco: “il tempo è dei filosofi”. Allora in Italia il sistema pensionistico ancora non c’era, altrimenti avrebbero cantato: “il tempo è dei pensionati”.

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Tre diari. Appunti di lettura

05/12/2017

di Gigi Corazzol

Quest’estate Gigi Corazzol ha letto tre volumi, edizioni dei diari (o di parti di essi) di Antonio Giuriolo, Daniele Ponchiroli e Bruno Trentin. Per il San Nicolò del 2017, ecco i suoi appunti di lettura. Ne proponiamo qui di seguito le prime pagine, dedicate alle edizioni di Giuriolo e di Ponchiroli; ma la maggior parte di queste note, che si possono leggere scaricando la versione integrale del testo cliccando qui, sono dedicate al diario di Trentin: “rilievi […] frutto dell’insoddisfazione di un lettore pagante. Perché renderli pubblici? Perché credo che il primo segno di rispetto per la memoria di un dirigente del movimento operaio preveda, quando ci si occupi dei suoi scritti, di curarli al meglio”.

Cos’è la vita? Bella domanda, amica cara. Stia tranquilla, farò del mio meglio. La stimo troppo per sbrigarmela con bubbole fruste tipo la favola bella che spesso ci illude, o, dio ne scampi, con lapidi in redingotte quali “una frenesia, un’illusione, un’ombra, una storia […] insomma che tutta la vita è sogno e i sogni sogni”1. Sono così tante le vite! Così diverse l’una dall’altra. Come si fa a parlarne al singolare? Tenga, le ho portato due marrons glacés maison di Garbujo. Squisiti, mi lasci dire. Fatalità, le mie letture “de résistance” di quest’estate, nel cadente seminterrato muscoso che lei ben conosce (come può ben immaginare, sotto alle foglie del fico faceva un caldo da squaglio) sono state diari, solo diari. Le mille miglia lontani l’uno dall’altro. La vita, mi chiede? Le vite, piuttosto. Varie, diverse, non crede?

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  1. P. Calderon de la Barca, La vida es sueño, Jornada segunda, vv. 2182. [↩]

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“Pio bove un corno”. Primo Levi, la parodia e la parodia sacra

05/12/2016

di Alberto Cavaglion

Il 6 dicembre, con san Nicolò, arriva la prima strenna di fine 2016. Pubblichiamo il testo della relazione che il nostro amico Alberto Cavaglion ha tenuto a Firenze, il 9 novembre scorso, nel corso del convegno Gli intellettuali/scrittori ebrei e il dovere della testimonianza. Come in altre occasioni, presentiamo di seguito le prime pagine di questo saggio lungo, il cui titolo d’autore è Il sistema parodico. Parodie sacre in «Se questo è un uomo»; per la versione integrale, cliccare qui.

Premessa

Nella ormai sterminata bibliografia su Primo Levi salta agli occhi la carenza di studi intorno al tema del sacro. Non esistono, nella letteratura ebraico-italiana, testi in cui una preghiera, come accade per Se questo è un uomo, sia collocata in posizione di tale preminenza, eppure gli interpreti si sono ritratti – e continuano a ritrarsi – davanti all’idea che l’agnostico Levi, l’illuminista chimico scrutatore della Materia, si sia servito della Scrittura per decifrare il Caos. Ne consegue che si sappia oggi, e venga ripetuto, con puntigliosa precisione, di quali brani dei Salmi e di Deuteronomio e di quale mirabile intarsio di versetti sia formato un componimento in origine intitolato proprio Salmo, ma s’ignori la ragione per cui Levi abbia deciso d’iniziare il suo viaggio negli inferi con un sermone sui generis, finalizzato a scopi che certo liturgici non sono, ma pur sempre modellato sul testo principale del giudaismo, quello che vale a caratterizzarlo. Una professione, anzi la professione per antonomasia: «Ascolta, Israele!».

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Archiviato in:Alberto Cavaglion, La città invisibile Contrassegnato con: critica letteraria, intervento, parodia, parodia sacra, Primo Levi, san Nicola

San Nicolò patrono dei banchieri, degli ebrei e dei ladri

26/01/2016

di Reinhold C. Mueller

Come annunciato prima di Natale, chiudiamo un lungo ciclo cominciato in dicembre pensando ai riti e ai simboli di fine anno, con un altro intervento a proposito di san Nicolò del nostro amico Reinhold Mueller. Come di consueto quando si tratta di saggi lunghi, presentiamo qui di seguito un breve estratto (le prime pagine e le conclusioni); per leggere il testo integrale, cliccare qui. Oltre all’autore, ringraziamo Matteo Melchiorre per la generosa collaborazione.

1. Questo saggio propone un’incursione nei campi del diritto canonico e civile, della teologia, degli ebrei, dell’arte, dell’agiografia e della letteratura per richiamare l’attenzione su fonti relative a denaro e ricchezza che sono raramente frequentate dagli storici dell’economia. Sono fonti al tempo stesso letterarie – vite e miracoli di santi – e visive – la decorazione dello spazio ecclesiastico – che toccheranno diversi temi: l’elogio del credito; la razionalizzazione della ricchezza; la sollecitudine per il francescano usus pauper della ricchezza; l’interazione tra miracoli e impresa bancaria, sia cristiana che ebraica; l’incontro fra ebrei e cristiani nel mercato.

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Un san Nicolò energico e un Maimonide comunista

24/12/2015

di Reinhold C. Mueller

Ritorniamo a san Nicolò, ai ricordi intorno alla festa e alle leggende intorno al santo, pubblicando il testo (rivisto per l’occasione) di un discorso d’auguri pronunciato da Reinhold Mueller presso il dipartimento di studi storici dell’università di Venezia nel dicembre 2014. All’inizio dell’anno nuovo torneremo sul tema, con un altro saggio, più lungo, di Mueller: allora, appassionati e curiosi delle leggende di san Nicolò, continuate a seguirci.

Comincerò questo discorso da Babbo Natale, nelle sembianze che ormai ci sono familiari: come si sa, questa immagine è nata dalla pubblicità della Coca Cola nel 1930 circa, e da allora è rimasta praticamente inalterata. I miei genitori con le mie tre sorelle sono emigrati dalla Germania negli Stati Uniti proprio negli anni trenta e in famiglia non era mai piaciuto questo Nicholaus – o Santa Claus – conciato in quella maniera. Abbiamo sempre festeggiato la vigilia di san Nicolò il 5 dicembre andando in giro attorno al tavolo da pranzo, con dei piatti vuoti in mano, cantando una canzone gioiosa in onore del santo. Finita la canzone, si metteva giù il piatto al proprio posto sperando che il santo venisse durante la notte. È sempre venuto… per fortuna nostra, e così la mattina successiva trovavamo i piatti pieni di biscotti di tradizione tedesca che mia madre aveva impiegato mesi a preparare e a nascondere da noi figli.

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I cachi di San Nicolò

07/12/2015

di Maria Turchetto

Ancora su San Nicolò. In occasione della festa, Maria Turchetto ci ha mandato un ricordo relativo a una tradizione introdotta tra le due guerre dalla bisnonna che, per i bambini del paese, mise insieme il santo e i cachi. Con una riflessione sulla teoria evoluzionista di Darwin.

Cent’anni fa (sì, proprio cent’anni fa: nel 1915) la mia bisnonna piantò tre alberi di cachi. Alberi esotici a quei tempi e da quelle parti, ma la mia bisnonna Giovannina era un’innovatrice. Figuratevi che fu la prima in paese a installare un vero WC, un “vaso sanitario chiuso ad acqua”. Era più che un’innovatrice, la definirei un fulgido esempio di “imprenditore-innovatore” schumpeteriano. Fondò un negozio in cui si poteva comprare di tutto, le giovani coppie di sposi potevano trovarci le vere nuziali come i letti e i materassi, oltre naturalmente alla tela per lenzuola, asciugamani, tovaglie, insomma tutto il corredo.

Ma questa è un’altra storia.

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