di Enrico Trevisiol
Resoconto di una settimana passata a Lampedusa, alla fine del luglio 2021. Cose viste nell’“unico posto in Italia dove non c’è un migrante in giro”, incontri e il tentativo (andato a vuoto) di mettersi a disposizione gratuitamente per l’accoglienza di chi sbarca sull’isola. Tutte le foto nel testo sono di Enrico Trevisiol.
L’Archivio Storico Lampedusa
In fondo a via Roma, a Lampedusa, il tratto di strada pedonale termina sull’affaccio al Porto Vecchio. All’esterno di un edificio, tre pannelli scuri e un’insegna rosso pompeiano contrastano con il tono chiaro delle facciate tutt’attorno e con l’azzurro del Mediterraneo che spunta dal parapetto che dà sul porticciolo. All’interno, la sede è grande poco più di venti metri quadri e ricca di quadri, immagini, articoli di giornale, libri rilegati, reperti rupestri, cartoline e souvenir. Mentre suona nel sottofondo una musica classica, è possibile ammirare una mostra fotografica oppure consultare documenti, visionare la cartografia dell’isola e scoprire i luoghi più interessanti da visitare. Un piccolo bookshop offre la possibilità di acquistare testi storici e attuali sull’isola e non solo. “Archivio Storico Lampedusa” è il nome di questo luogo, nato nel 2013, proponendosi come luogo di incontro, nella convinzione che le testimonianze del passato costituiscano una risorsa per quanti vengono nell’isola ad apprezzare non solo il mare, ma anche la sua storia.