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raccontare la città

Greetings from Mestre

10/02/2008

di Claudio Pasqual

Una nuova serie di cartoline illustrate su Mestre suggerisce di ripensare come è stata rappresentata la città negli ultimi trenta-quarant’anni. Finita la città industriale, la classe dirigente della città formula la sua proposta per la città post-industriale. Mentre si passa da «Saluti» a «Greetings», le immagini della città industriale del Novecento sono sostituite da quelle che vogliono vendere al XXI secolo un “centro” di Mestre raffigurato secondo canoni che si sperano graditi al consumo e al turismo, possibilmente internazionale.

La sera del 19 settembre 2007, in apertura del “talk show” Mestre e l’ornitorinco alla ricerca di una identità, nell’ambito dell’ottava edizione de La Piazza dei Sapori. Mostra alimentare delle regioni italiane, organizzata in piazza Ferretto dalla Confesercenti di Venezia, è stato proiettato I’m from Mestre, un video (regia di Andrea Biscaro, sceneggiatura di Samuele Costantini) prodotto per la stessa Confesercenti da Bmovie. Il finale del video è una lunga processione di mestrini che da soli o in gruppo si succedono a ripetere, con allegra baldanza e con tono d’orgoglio, «I’m from Mestre». Nell’occasione, però, non solo immagini in movimento e tecnologie digitali ma anche un revival per appassionati: nuove cartoline illustrate di Mestre. 

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Lari e Penati. Sulla memoria dei luoghi

27/10/2006

di Piero Brunello

Pubblichiamo l'intervento tenuto da Piero Brunello al convegno “Memory and Place in the Twentieth Century Italian City” (Londra 29-30 aprile 2005).

Per molti secoli la memoria si basava sulla capacità di collocare termini astratti, eventi, date, concetti eccetera in immaginari luoghi fisici, concreti: si immaginava cioè uno spazio suddiviso in tanti luoghi – per esempio un palazzo o un teatro con stanze, passaggi, nicchie e statue – e si abbinava a ciascun luogo un sillogismo, una formula, un nome o il verso di una poesia, e così lo si poteva ricordare più facilmente. Forse non c’è memoria senza luoghi, e non ci sono luoghi senza memoria. Qui mi limito a due tre osservazioni su un aspetto particolare. Cerco cioè di capire cosa succede quando in uno stesso luogo ci sono memorie diverse: nelle città italiane del XX secolo, sulle quali sono invitato a dire qualcosa, si tratta di un caso comune.

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Mestre turistica. Lo sviluppo della terraferma mestrina attraverso le guide turistiche

27/01/2006

di Maria Luciana Granzotto

La guida turistica viene usata da turisti, da forestieri e da coloro che devono essere guidati nella scoperta di un territorio che non conoscono. Questa condizione di partenza garantisce ampi margini di libertà ai compilatori delle guide. La guida descrive il patrimonio ambientale e culturale di un dato territorio secondo il principio della verosimiglianza che include l'uso dell'artificio letterario. Deve affascinare, illudere, convincere che vale la visita, compilano e "vendono" l'immaginario che ruota attorno a un luogo. Ha l’intrinseca vocazione di orientare l'occhio del turista. Insegna dove guardare e cosa cercare, impone percorsi che si frazionano in tanti arrivi-partenze verso nuovi arrivi. Disegna geometrie di flusso, stabilisce gerarchie tra i luoghi secondo implicite regole storiche, estetiche, artistiche. Nega visibilità e realtà a tutto il resto che, nella maggior parte dei casi, è della città o del territorio la parte preponderante in termini di popolazione, abitato, socialità. Occulta evidenti segni urbani perché non si sintonizzano con il racconto del territorio e creano imbarazzo.

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