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prigionia

Desiderio di tornare a casa. Aprile-maggio 1945

28/04/2014

di Giuseppe Zaggia

Per molti la guerra non finisce il 25 aprile, né l’8 maggio 1945. Per i prigionieri, per esempio, ci vorranno ancora settimane o mesi per rientrare a casa e riavviare una vita in tempo di pace. È il caso di Giuseppe Zaggia, di cui abbiamo già presentato alcune pagine su questo sito: dal suo diario abbiamo tratto un ricordo dell’8 settembre 1943. Quello stesso mese fu arrestato a Mestre, quindi internato prima in Polonia e poi in Germania per aver rifiutato di aderire alla Repubblica sociale fascista e di servire il Reich nazista. Alla fine dell’aprile 1945, cominciano a circolare nel campo notizie dall’Italia: “grande ansia, e entusiasmo”. Si muore ancora; in Germania la guerra prosegue; prigionieri trasferiti da un campo all’altro; gesti di guerra: torture e qualche prova di solidarietà; sentimenti contrastanti verso i tedeschi; la guerra finalmente si ferma; tentativi di tornare a casa subito.

28 aprile.

Tempo piovoso. Oggi 28, pioggia tutto il giorno e una grandinata di mezz’ora.

Grande ansia, e entusiasmo, per le notizie dall’Italia. E Venezia? Che sia liberata? Ci si rode l’anima al pensare che avremmo potuto anche noi essere là e agire e invece, ormai, non c’è più nessuna speranza. Troppo tardi, e non abbiamo servito a niente.

Questa notte, dalle 1 alle 2, farò la veglia funebre al ten. col. Basadonna, morto ieri all’infermeria per intossicazione gastrica e broncopolmonite.

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Archiviato in:Giuseppe Zaggia, La città invisibile Contrassegnato con: antifascismo, Liberazione, prigionia, ricordi, seconda guerra mondiale

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