di Giacomo Bonan
Riprendiamo alcune pagine dal libro del nostro amico e socio Giacomo Bonan, Le acque agitate della patria. L’industrializzazione del Piave (1882-1966), da poco uscito per l’editore Viella. Giacomo vi ricostruisce le vicende delle trasformazioni della rete idrografica del fiume durante la transizione industriale dell’Italia, periodo che comincia appunto negli ultimi decenni del XIX secolo e giunge a compimento negli anni Sessanta del Novecento. “Tra le diverse attività connesse all’uso delle acque – scrive nella sua introduzione –, sono tre quelle che hanno contribuito a trasformare il regime idraulico del Piave e la morfologia del bacino in quel periodo: bonifica, irrigazione, produzione di energia idroelettrica. Lo sviluppo simultaneo di questi settori scatenò una serie di contrasti per l’uso delle acque”. Le pagine che riprendiamo qui ricostruiscono la competizione per l’impiego del sistema Piave-lago di Santa Croce tra la Sade e il consorzio della Brentella: quanta acqua per produrre energia idroelettrica e quanta acqua per gli usi agricoli. Questo caso era quello che Bonan aveva scelto di illustrare a soci-e e amici-che di storiAmestre nel settembre 2019, in occasione di un incontro pubblico ospitato dal Dopolavoro ferroviario a Mestre.
Il 3 settembre del 1920, a meno di un anno dalla precedente concessione, fu presentata una nuova domanda di derivazione da parte della Cellina1, anche se la procedura sarebbe stata portata avanti dalla Società idroelettrica veneta (Siv), sempre appartenente al gruppo Sade, che assorbì la Cellina nel 1921. La domanda prevedeva un esponenziale aumento del prelievo dal Piave, dai 6 mc/s già concessi a 30 medi annui, che potevano oscillare tra un massimo di 80 e un minimo di 8 mc/s. Il rilascio da garantire a valle della derivazione di Soverzene veniva dimezzato a 12 mc/s.
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- La prima compagnia elettrocommerciale del Veneto, la Società italiana per l’utilizzazione delle forze idrauliche del Veneto, fondata nel 1900, era comunemente nota come “Cellina”, dal fiume in cui costruì i suoi primi impianti di produzione. Entrò formalmente nel gruppo Sade nel 1914. Ndr [↩]