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“Paroni a casa nostra”. Che legalità, che paese, e che strade? Torniamo sulla Pedemontana Veneta

11/10/2018

di Piero Brunello

Un altro intervento di Piero Brunello a proposito della superstrada Pedemontana Veneta. L’occasione è data dalla stipula di un “Protocollo di legalità” firmato dal presidente della Regione Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con un nuovo documento: l’ultima deliberazione della Corte dei Conti, datata 21 marzo 2018.

Alla fine dell’agosto 2018, in occasione della stipula ufficiale di un “Protocollo di legalità” per la realizzazione della Pedemontana Veneta, il ministro Salvini, con grande compiacimento del presidente della Regione Zaia, ha additato l’opera a modello da seguire per tutta l’Italia. A parte che il rispetto della legalità dovrebbe essere scontato, la notizia mi è sembrata così incredibile da convincermi a tornare sul tema, e a studiarmi l’ultima deliberazione della Corte dei Conti, del 21 marzo 2018, dal titolo La ridefinizione del rapporto concessorio della superstrada veneta, che riprende i rilievi segnalati negli ultimi anni dalla Corte stessa e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac).

Riassumo qui sotto le principali osservazioni (per altri aspetti rinvio ai miei contributi già pubblicati nel sito a fine 2016 e inizio 2018). Leggendo ci si potrà rendere conto di che paese e che legalità possa avere in testa chi arriva a proporre la Pedemontana Veneta quale esempio virtuoso. Dico subito che non si capisce perché la Corte dei conti usi un termine eufemistico come “criticità” invece di scegliere volta per volta l’espressione più adatta; comunque ecco le più importanti “criticità”, cominciando dagli inizi dell’opera.

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“Paroni a casa nostra”. Costi e oneri della superstrada pedemontana

10/01/2018

di Piero Brunello

Come già alla fine del 2016, Piero Brunello riprende un documento pubblico – questa volta prodotto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione – relativo alla superstrada Pedemontana Veneta. Una lettura utile per fare il punto su progetto, andamento dei lavori, perizie, costi di costruzione, oneri di gestione, presenti e futuri, ripartizione degli investimenti, dei profitti e dei rischi tra istituzioni pubbliche (i cittadini, si intende, non gli amministratori) e investitori privati.

Alla fine di novembre 2017 l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), presieduta da Raffaele Cantone, ha emanato una delibera a proposito del Project financing relativo alla Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta. Sono 41 pagine di testo, sono pubbliche e online (delibera n. 1202 del 22 novembre 2017), ma non mi sembra che abbiano suscitato quell’interesse che ci si aspetterebbe, come del resto era avvenuto per il documento redatto dalla Corte dei Conti un anno prima. È vero che si tratta di una lettura faticosa, ma merita senz’altro attenzione se non altro perché, mentre in tutto il mondo si discutono piani di mobilità sempre meno dipendenti dal trasporto su gomma, la Regione Veneto pianifica l’aumento continuo della mobilità privata (a pagamento), indebitando i cittadini veneti per i prossimi quarant’anni, a beneficio di investitori privati; senza parlare delle distruzioni irreversibili dell’ambiente. Proverò a riassumerla.

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Quel pasticciaccio brutto. Una lettera sulla Superstrada Pedemontana Veneta

20/06/2017

di Morena Bragagnolo

Una lettera di Morena Bragagnolo, del Forum Salviamo il paesaggio – Coordinamento Asolo-Castellana, ci fa tornare sulla questione della superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta di cui abbiamo parlato alla fine del 2016.

Cosa c’è di nuovo nelle campagne fra Vicenza a Treviso? Niente. Solo 94,5 chilometri per 24,5 metri di sezione di cantieri aperti a macchia di leopardo nei 26 comuni interessati dal progetto della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta (SPV). Di questi oltre 90 chilometri, 50  sono in trincea, 26,5  in rilevato, 7,8  in gallerie semi-naturali e 5,9  in gallerie artificiali. Più altri 53 chilometri di viabilità secondaria che, con gli attuali chiari di luna, sembra non saranno mai realizzati. Per un costo stimato di circa 3 miliardi di euro, a carico di un concessionario, la Sis, che non è in grado di trovare sul mercato un investitore disposto a metterci il capitale per finanziare i lavori. Perché? Perché l’investimento non è ritenuto bancabile dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) né tanto meno giustificato, visto che i benefici sociali sono trascurabili rispetto ai costi.

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“Paroni a casa nostra”. La superstrada Pedemontana, la gestione del denaro pubblico e i rapporti tra istituzioni e cittadini

14/11/2016

di Piero Brunello

Dopo aver letto la Deliberazione della Corte dei conti, «La superstrada a pedaggio “Pedemontana Veneta”», del 30 dicembre 2015, reperibile online, Piero Brunello ce la presenta svolgendo qualche considerazione e illustrando a quale punto sia oggi la vicenda: un nuovo intervento della Corte dei conti porta la data del 9 novembre 2016.

Introduzione

Nei progetti presentati nel 2003 la Pedemontana Veneta parte dall’autostrada Torino-Trieste (A4) presso il casello di Montecchio Maggiore e termina a Spresiano in corrispondenza della Mestre-Belluno (A27), per un percorso di circa 94,5 chilometri, per il 70% “in trincea”, con 9 viadotti e 15 km di tunnel. La conclusione dei lavori, inizialmente fissata al 31 gennaio 2016, è slittata al 12 dicembre 2018. Nel tempo ci sono state ripensamenti e continue oscillazioni fra l’idea di una superstrada o di un’autostrada, cosa che ha prodotto “la soluzione ibrida di una superstrada a pagamento, con caratteristiche autostradali”. Così almeno la definisce la Corte dei conti nella Deliberazione La superstrada a pedaggio “Pedemontana Veneta”, del 30 dicembre 2015.

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