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paesaggio

«Perché le tombe antiche fanno meno malinconia di quelle più nuove?». Pagine da un libro recente

29/04/2021

di Alberto Cavaglion

È da pochi giorni in libreria il nuovo libro del nostro amico Alberto Cavaglion, Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni (Add editore). In queste pagine, Cavaglion riprende e sviluppa le riflessioni avviate nel 2019, con una relazione presentata alla Summer School dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, subito pubblicata sul nostro sito. Punto di partenza, la constatazione che è negativo il bilancio di una ventina d’anni di “politiche della memoria”, “calendari civili” e commemorazioni pubbliche infilate nei programmi scolastici. L’invito è quello di prendersi una pausa – anche quella forzata dalla pandemia – per riflettere. I temi che si intrecciano nel libro sono quelli delle poche pagine che presentiamo qui: il rapporto tra esseri umani, tempo e storia; l’insegnamento della storia a scuola; le forme di trasmissione dei valori e delle esperienze umane; i cerimoniali pubblici o lo scambio entro piccoli gruppi; l’importanza di una biblioteca; l’uso e l’abuso della categoria “luoghi della memoria” e il suggerimento di osservare il paesaggio; lo sguardo con cui osservare e il tono di voce con cui parlare. 

Partiamo dall’autocritica, dalla fatidica frase «Mi sono sbagliato». Si è sbagliato moltissimo nei decenni scorsi, se è vero, come è vero, che i nostri laboratori sulla memoria non hanno impedito la diffusione di parole irripetibili contro le minoranze etniche, contro i neri, contro i rom, contro gli ebrei, contro i migranti, contro le donne. Chi ha lavorato nel mondo della scuola, chi si è occupato di didattica della Storia nelle istituzioni e negli assessorati dovrebbe fermarsi un attimo e ragionare sul perché ciò sia potuto accadere. Nessuno è innocente, nessuno può tirarsi indietro fingendo di non vedere. Chiedere e sperare che le cose si possano aggiustare con un processo moralistico ai Guardiani della Memoria o con la richiesta di un’ora in più nei curricula o la rassicurazione che la traccia di storia tornerà a essere reinserita nei temi per l’Esame di Stato – come è capitato di leggere in un recente appello di studiosi e docenti universitari – è un proposito ingenuo, che fa quasi sorridere se si pensa alla gravità degli errori commessi, su cui invece si sorvola.

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Archiviato in:Alberto Cavaglion, La città invisibile Contrassegnato con: didattica della storia, memoria, paesaggio, pagine scelte, storiografia

Luoghi della memoria e paesaggi contaminati da decontaminare

24/09/2019

di Alberto Cavaglion

Pubblichiamo il testo (rivisto) della relazione che il nostro amico Alberto Cavaglion ha presentato alla Summer School Parri La didattica della Shoah (Assisi, 29-31 agosto 2019), organizzata da Istituto nazionale Ferruccio Parri – Rete nazionale degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea e Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea, in collaborazione con la Città di Assisi, con il patrocinio del Centro internazionale di studi Primo Levi – Comitato nazionale per le celebrazioni 1919-2019. Come in altre occasioni, presentiamo qui di seguito solo la prima parte del testo, che si può leggere in versione integrale e scaricare cliccando qui.

Premessa

La discussione sul futuro della memoria, dei memoriali, dei musei del fascismo, delle buone pratiche scolastiche sulla Shoah e il Giorno della Memoria mi sembra sia a un punto morto. Per ripartire occorre rivedere molte delle nostre certezze e progettare con più fantasia il futuro. Quanto è emerso dalla discussione sul Museo del fascismo a Predappio cominciata nel 2016 ha messo a nudo una situazione di stallo, ma anche il logorio di vecchi schemi. L’attuale contesto politico rende il quadro più complicato: difficile immaginare se quel Museo potrà essere inaugurato, ma le divisioni che il progetto ha suscitato tra storici e commentatori bastano a mostrare il segno tangibile di uno stato di crisi su cui vale la pena tornare. La categoria di «luogo della memoria» meglio di ogni altra si presta a questo ripensamento.

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Archiviato in:Alberto Cavaglion, La città invisibile Contrassegnato con: didattica della storia, intervento, memoria, paesaggio, Shoah, storiografia

Contro la Vallenari bis. 13 agosto: i comitati dall’assessore

10/09/2015

di Claudio Pasqual

Cronaca di una mattina d’agosto al municipio di Mestre: il comitato VivereMestre che si oppone alla costruzione di una nuova strada urbana incontra l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia.

Verso le dieci del 13 agosto mi telefona Giovanna di storiAmestre e mi chiede se stamattina alle dodici posso andare al municipio di via Palazzo, dove il comitato VivereMestre ha indetto una conferenza stampa sulla faccenda della strada “Vallenari bis”. Lei lo ha saputo passando in bici davanti al liceo Stefanini dove ha visto uno striscione e ha chiesto informazioni a Elisa di VivereMestre che era seduta sul marciapiede lì vicino insieme a due ragazzi del Coordinamento studenti medi. Altre persone si trovavano dentro il bosco per impedire l’abbattimento degli alberi da parte della ditta impegnata nella costruzione della strada. Nel settembre 2014, storiAmestre aveva firmato insieme a molte altre associazioni una lettera inviata dall’associazione La Salsola all’allora commissario del Comune di Venezia Zappalorto in cui si rilevavano le gravi conseguenze urbanistiche e ambientali del progetto, i costi esorbitanti che indebitavano il Comune per anni, l’infondatezza delle previsioni demografiche su cui si basava. C’era quindi interesse a seguire le iniziative dei cittadini contro i lavori iniziati nel caldo ferragostano.

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Questa non è una panchina. Una passeggiata a Padova, quartiere Sacra famiglia

17/11/2014

di Enrico Zanette

Osservazioni fatte a Padova, nel corso di una passeggiata.

Cammino lentamente lungo il marciapiede. Parallelepipedi con facce bianche e grigie e infissi colorati di verde, giallo o rosso compongono il paesaggio. Pare di stare in uno qualunque di quei quartieri residenziali anni Settanta, asettici e uniformi: Italia o banlieue parigina.

M’infilo in portico moderno lastricato in porfido a spacco di cava, quello con le fughe grigie, rigate a mano.

Sulla destra, la vetrina di un supermercato ricoperta con una pellicola adesiva fa da sfondo al logo e alla scritta arancione “QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO!”. Le colonne squadrate aprono su un piccolo parcheggio semivuoto; in fondo, la vetrina di una farmacia illumina il selciato irregolare. 

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Un nuovo pezzo di Mestre per chi? Lettera aperta al commissario straordinario del Comune di Venezia

08/09/2014

di sAm

Pubblichiamo la lettera aperta che storiAmestre ha sottoscritto, insieme a molte altre associazioni, per richiamare l’attenzione del commissario straordinario del Comune di Venezia, Vittorio Zappalorto, e di tutta l’opinione pubblica sul progetto di strada urbana “Vallenari bis”. L’auspicio è che non venga aperto un nuovo cantiere da 17,5 milioni di euro, che comporta nuovi debiti comunali e la cui utilità è molto dubbia, ingiustificata dalle attuali dinamiche demografiche ed edilizie di Mestre e dintorni. La lettera ha cominciato a essere diffusa a fine agosto, ed è stata ripresa dalla stampa locale (Gazzettino del 27 agosto e Nuova Venezia del 29 agosto).

Vallenari bis: un taglio della spesa utile al cittadino e all’ambiente, un contributo alla trasparenza per evitare un appalto inutile e il malaffare in agguato

La Vallenari-bis è un nuovo tratto di strada urbana per Mestre avviata alla fase esecutiva dalla passata Giunta. L’ultimo provvedimento relativo è di aprile, quando la tempesta Mo.SE sul Comune non era ancora scoppiata e soprattutto la gravità del dissesto finanziario comunale non era ancora di pubblico dominio. [Leggi di più…] infoUn nuovo pezzo di Mestre per chi? Lettera aperta al commissario straordinario del Comune di Venezia

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Contrabbandieri, foglie di tabacco e terrazzamenti. Notizie dal Canale di Brenta

14/12/2013

di Marco Crestani

Presentiamo le prime pagine introduttive del libro di Marco Crestani, Foglie di tabacco. Lavorando sulla base di atti processuali e della conoscenza dei luoghi, Crestani propone frammenti di storie individuali di contrabbandieri di tabacco nella zona di confine tra Veneto e Trentino,  lungo il Canale di Brenta, in Valsugana, a fine Ottocento. Sono episodi ricostruiti e romanzati a partire da sentenze penali e da memorie ancora esistenti. Un segno tangibile di queste vicende, oggi, si legge nel paesaggio: i resti dei terrazzamenti con muretti a secco testimoniano di  una povera economia agricola, di una terra strappata alla montagna che a partire dal Seicento fu coltivata esclusivamente a tabacco. I terrazzamenti sono anche il segno di un’organizzazione sociale: non si costruiscono senza mutuo aiuto tra vicini. Le storie raccontate da Crestani sono un invito a visitare luoghi, percorrerne i sentieri, camminare tra i borghi abbandonati. 

Il Canale di Brenta è un tratto della Valsugana che si sviluppa per circa trenta chilometri da Primolano a Bassano del Grappa, all’estremo nord-est della provincia di Vicenza, nell’ultima parte del percorso montano del fiume Brenta. Una valle angusta, scomoda, disagevole, stretta tra i monti e il fiume Brenta, incassata fra l’Altopiano di Asiago e il massiccio del Grappa.

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