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Padova

Diritti politici e diritti civili. Una discussione sul voto alle donne nel 1848 a Padova e a Parigi

07/03/2016

a cura di Piero Brunello e Filippo Benfante

Il 27 maggio 1848, nel settimanale padovano Il Caffé Pedrocchi. Foglio politico letterario, uscì un Dialogo fra un cittadino ed una cittadina che qui riproponiamo con una nota di Piero Brunello. L’autore del dialogo era un uomo, Cesare Magarotto, che si firmava con la sigla C.M. e che naturalmente parlava anche a nome della donna. Il tema della discussione era l’estensione del diritto di voto alle donne. Magarotto aveva sei sorelle. Un mese prima, anche a Parigi si discuteva di che cosa doveva significare “universale” quando si parlava di diritti e di suffragio. Tra le stesse donne, come ricorda una nota di Filippo Benfante, le opinioni divergevano.

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Archiviato in:Filippo Benfante, La città invisibile, Letture, Piero Brunello Contrassegnato con: 1848, 8 marzo, Cesare Magarotto, Désirée Gay, documenti, Eugénie Noboyet, femminismo, George Sand, Jeanne Deroin, Michèle Riot-Sarcey, Padova, pagine scelte, Parigi, storia delle donne, storiografia, suffragio, Venezia

Un cronista in viaggio (Natale 1405-1406)

05/01/2015

di Matteo Melchiorre

Concludiamo il nostro ciclo di strenne 2014-15 con il nostro amico Matteo Melchiorre che ci presenta un episodio tratto da una cronaca medievale bellunese: dove il diarista, Clemente Miari, fa un viaggio da Belluno a Venezia e a Padova, tra gli ultimi giorni del 1405 e i primi del 1406. Anche in questo caso, vista la lunghezza del saggio, ne presentiamo qui di seguito le prime pagine; per il testo integrale, cliccare qui.

Nota. Nell’ambito di un progetto di ricerca del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari e con l’appoggio e lo stimolo del Comitato per l’edizione delle fonti relative alla storia della Terraferma veneta, sto preparando l’edizione di una cronaca latina, nota come Chronicon bellunense e compilata da Clemente Miari, un canonico di Belluno, tra il 1383 e il 1412. Cogliendo l’invito di storiAmestre, ne propongo un episodio in certo modo “natalizio”; se non altro in termini di calendario. (m.m.)

1. Nel 1383, quando aveva poco più di vent’anni, un canonico della cattedrale di Belluno, di nome Clemente Miari, prese in mano un registro cartaceo che si trovava in casa propria. Vide che le prime dieci carte erano occupate da un inventario di terreni della sua famiglia, che le successive trenta, scritte solo in parte, riportavano le riscossioni effettive da quelle medesime terre e che tutte le altre carte, circa un centinaio, erano vuote. 

Clemente Miari giudicò che quel registro ormai in disuso potesse fare al suo caso. Cominciò ad annotarvi, prima ritagliandosi lo spazio tra le riscossioni di orzo, galline, capretti, eccetera e poi più comodamente su intere facciate, alcuni episodi riguardanti la sua città, la sua famiglia e se stesso. 

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Archiviato in:Clemente Miari, La città invisibile, Matteo Melchiorre Contrassegnato con: Belluno, Padova, pagine scelte, storiografia, strenna, Venezia

Questa non è una panchina. Una passeggiata a Padova, quartiere Sacra famiglia

17/11/2014

di Enrico Zanette

Osservazioni fatte a Padova, nel corso di una passeggiata.

Cammino lentamente lungo il marciapiede. Parallelepipedi con facce bianche e grigie e infissi colorati di verde, giallo o rosso compongono il paesaggio. Pare di stare in uno qualunque di quei quartieri residenziali anni Settanta, asettici e uniformi: Italia o banlieue parigina.

M’infilo in portico moderno lastricato in porfido a spacco di cava, quello con le fughe grigie, rigate a mano.

Sulla destra, la vetrina di un supermercato ricoperta con una pellicola adesiva fa da sfondo al logo e alla scritta arancione “QUALITÀ AL MIGLIOR PREZZO!”. Le colonne squadrate aprono su un piccolo parcheggio semivuoto; in fondo, la vetrina di una farmacia illumina il selciato irregolare. 

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Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: camminare, descrizione, Padova, paesaggio, panchina

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