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Marc Bloch

“I nostri morti”. Un necrologio di Marc Bloch del 1945

24/04/2019

di Gino Luzzatto

Per celebrare il 25 aprile, quest’anno ricorriamo al necrologio che Gino Luzzatto scrisse nel 1945 per Marc Bloch, lo storico francese ucciso dai nazisti nel giugno 1944. Il breve omaggio apparve sotto la rubrica “I nostri morti” sul primo numero della “Nuova Rivista Storica” uscito dopo la Liberazione. Luzzatto vi riprendeva pubblicamente il suo posto di condirettore, che aveva dovuto lasciare nel 1938 in seguito alle leggi razziali.

Nell’autunno del 1944, non appena furono ristabiliti, in misura ridottissima, i nostri rapporti col mondo culturale francese, una notizia estremamente triste ci giunse di laggiù: la morte eroica di Marc Bloch, caduto per la libertà e per la rinascita del suo paese! Sapevamo ch’egli doveva essere nella lista nera della Potenza occupante e dei suoi collaboratori, perché già nel 1939 avevamo letto il suo nome, accanto a quello di molti autorevoli scienziati e letterati, tra i firmatari di un manifesto che protestava contro la politica aggressiva e sopraffattrice della Germania di Hitler. Scoppiata la guerra, avevamo saputo che egli, nonostante l’età non più giovanile (aveva superato i 50 anni), s’era affrettato a compiere il suo dovere di soldato. Apprendiamo ora che, dopo il crollo della Francia, egli non aveva voluto abbandonare la sua patria ed aveva affrontato i disagi ed i rischi della resistenza clandestina, che lo condusse a cader vittima del piombo tedesco.

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Per Simonne Vidal Bloch (1894-1944)

02/07/2014

di Filippo Benfante

In occasione del settantesimo anniversario della morte di Simonne Vidal, moglie, dal 1919, di Marc Bloch, ripubblichiamo le note scritte da Filippo Benfante per il Quaderno di storiAmestre numero 3, dedicato alla memoria dello storico francese.

Queste righe sono per un altro anniversario. Il 2 luglio 1944 Simonne Vidal Bloch moriva all’ospedale di Lione, dove era stata ricoverata d’urgenza per una malattia non diagnosticata; era in città da qualche settimana, accorsa dopo aver saputo che il marito era stato arrestato; non era riuscita ad avere nessuna notizia certa, tanto meno quella della fucilazione avvenuta il 16 giugno.

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La poesia della storia

27/01/2012

di Elena Iorio

Pubblichiamo l’intervento tenuto da Elena Iorio il 18 gennaio 2012, al terzo incontro del ciclo “Insegnare la storia, trasmettere la memoria, oggi” organizzato dall’Anpi di Venezia e coordinato da Ruggero Zanin.

1. Piccola digressione personale

Per questo incontro del ciclo “Insegnare la Storia…”, gli organizzatori ci avevano posto una domanda di partenza ben precisa: “Qual è il senso della storia?”. Domanda estremamente complicata che ho preferito girare in un “perché studiamo e scriviamo di storia?”.

Sapendo che a questo incontro avrebbero partecipato anche molti studenti – oltre che insegnanti – ho pensato di rispondere a questa domanda con un consiglio bibliografico. I motivi per rispondere con un libro sono principalmente due: prima di tutto un buon libro a volte aiuta molto di più di decine di conferenze; un libro, un buon libro, può essere letto e riletto e prevede una certa partecipazione attiva del pubblico che non sempre si può verificare in circostanze pubbliche. Il secondo motivo è che provo un attaccamento particolare per il libro di cui ora andrò a parlare. Si tratta di un libro che lessi per la prima volta a 17 anni, dopo averlo trovato per caso su uno scaffale della libreria, ancora avvolto nel suo cellophane. Inutile dire che quel libro ha segnato le mie scelte universitarie, certo è che da allora l’ho riletto più volte e che spesso mi è venuto in aiuto in questi anni in cui mi sono dedicata allo studio della storia.

Ma veniamo al libro, la famosissima eppure spesso dimenticata Apologia della storia o mestiere di storico di Marc Bloch.

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Archiviato in:Elena Iorio, La città invisibile Contrassegnato con: intervento, Marc Bloch, scuola, storiografia

L’orco della fiaba o…

27/01/2012

di Filippo Benfante

Pubblichiamo l’intervento tenuto da Filippo Benfante il 18 gennaio 2012, al terzo incontro del ciclo “Insegnare la storia, trasmettere la memoria, oggi” organizzato dall'Anpi di Venezia e coordinato da Ruggero Zanin.

1. Ho deciso all’ultimo momento quale sarebbe stato il titolo del mio intervento. In effetti un doppio titolo sarebbe stato utile anche per me: L’orco della fiaba, o gusto per il lavoro ben fatto. Marc Bloch concludeva così l’introduzione al suo Apologia della storia o Mestiere di storico, scrivendo che è “il memento di un artigiano che ha sempre amato meditare sul proprio compito quotidiano, il taccuino di un operaio che, pur avendo a lungo maneggiato tesa e livello, non si crede, per ciò, un matematico” (p. 35, citerò sempre dalla vecchia edizione Einaudi pubblicata a partire dal 1969 nella collana “Pbe”).

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Prefazione a Bloch notes

25/11/2005

di sAm (Filippo Benfante)

Proponiamo in linea le pagine che introducono il Quaderno di sAm numero 3 (autunno 2005): Bloch notes. Domande e riflessioni nell'anniversario della morte di Marc Bloch (1944-2004), a cura di Elena Iorio e Filippo Benfante, che è anche l'autore della prefazione a nome di storiAmestre.

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