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Louise Michel

Considerazioni su follia e criminalità. Tre testi di Louise Michel (1861-1884)

01/06/2019

di Federico Boldini

Il nostro corrispondente dal maggio parigino del 2018 è rientrato in Svizzera. Da Losanna ci propone la lettura di alcuni scritti di Louise Michel sui temi dell’internamento, della follia e della criminalità. È anche un modo per ricordare il secondo anniversario della Comune di Parigi, appena trascorso: è quello tragico della repressione della “settimana di sangue” (21-28 maggio 1871).

Nel 2001, Véronique Fau-Vincenti ha curato una raccolta di testi editi e inediti di Louise Michel (1830-1905), l’istitutrice e scrittrice diventata famosa militante della Comune e del movimento operaio francese, sotto il titolo di Le Livre du bagne, précédé de Lueurs dans l’ombre, plus d’idiots, plus de fous, et du Livre d’Hermann1. Si tratta di scritti di natura diversa – racconti, saggi e poesie –, che Michel scrisse in fasi diverse della sua vita, tra il 1861 e il 1884, per comprendere, discutere e migliorare il trattamento di alienati e criminali, contribuendo a sensibilizzare la società del tempo sulla questione. Essi rivelano diverse sfumature caratteriali e ideologiche dell’autrice.

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  1. Louise Michel, Le Livre du bagne, précédé de Lueurs dans l’ombre, plus d’idiots, plus de fous, et du Livre d’Hermann, textes établis et présentés par Véronique Fau-Vincenti, Presses Universitaires de Lyon, Lyon 2001, 200 p. [↩]

Archiviato in:Federico Boldini, La città invisibile, Letture Contrassegnato con: Louise Michel, storia dell'internamento, storia della psichiatria

I comunardi e il “diritto alla biografia”. Pagine da un libro recente

30/07/2014

di Enrico Zanette

La tesi di dottorato del nostro amico, socio nonché webmaster Enrico Zanette è da poco diventata un libro: Criminali, martiri, refrattari. Usi pubblici del passato dei comunardi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2014. Si tratta di uno studio dell’uso che avversari e fautori della Comune di Parigi del 1871, all’indomani della repressione, fecero del genere biografico per denigrare e condannare o al contrario per commemorare ed esaltare come modello rivoluzionario le personalità più in vista della tentata rivoluzione parigina. Zanette prende inoltre in esame le autobiografie che due ex comunardi, Jules Vallès – che già in altre occasioni abbiamo ricordato sul nostro sito – e Louise Michel, pubblicarono a distanza di alcuni anni, e le interpreta come strumenti di comunicazione politica, per la costruzione e la diffusione di due diverse idee di rivoluzionario e di rivoluzione. Su gentile concessione dell’editore, proponiamo ai nostri lettori alcune pagine del libro (con minime modifiche e senza tutte le note).

All’indomani della repressione, circa un centinaio di comunardi acquisirono quello che Juri M. Lotman ha chiamato il diritto alla biografia1. Un diritto alla biografia esercitato, in questo caso, esclusivamente dai vincitori, nella gestione autonoma del significato complessivo delle vite dei vinti. In un’epoca di affermazione dei mezzi di comunicazione, il monopolio esclusivo della costruzione della memoria si presentava come lo strumento più efficace di cancellazione. In effetti, la censura, formalizzata dalle leggi del dicembre 1871 e novembre 1872, che durò per un decennio fino alla legge generale del 1881 sulla libertà di stampa, non impediva di parlare della Comune e dei comunardi, ma di parlarne liberamente, senza esprimere giudizi di chiara condanna. Nel sistema di propaganda messo in piedi all’indomani della repressione, la biografia mirava quindi alla presa di possesso dell’identità dei rivoluzionari dopo la presa brutale sui loro corpi. La biografia non veniva impiegata per comprendere il processo di mobilitazione, o per illustrare la complessità e la fragilità delle esperienze, delle aspirazioni, delle convinzioni, il loro interagire con le circostanze storiche della guerra e delle trasformazioni economiche, bensì per richiudere le vite degli insorti all’interno di alcune traiettorie biografiche che, come sbarre retoriche, ne avrebbero controllato le possibili, scomode, eccedenze. Erano traiettorie che poi sarebbero state disponibili per utilizzi successivi, poiché, come scriveva uno dei biografi, non ci si doveva accontentare di contrastare le idee rivoluzionarie, ma anche coloro che le avevano e le avrebbero diffuse. 

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  1. J. M. Lotman, La semiosfera: l’asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti, Venezia, Marsilio, 1985, p. 181 e sgg. [↩]

Archiviato in:Enrico Zanette, La città invisibile Contrassegnato con: 1871, autobiografia, biografia, Comune di Parigi, Jules Vallès, Louise Michel, storia del movimento operaio

8 e 18 marzo festeggiati assieme. Notizie da San Paolo del Brasile

30/03/2012

di Giulia Brunello

Ancora su anniversari, modi di commemorare, di festeggiare, di ripensare ideali e pratiche rivoluzionarie: riceviamo da São Paulo, e pubblichiamo.

1. Sabato 17 marzo io e Matteo siamo andati assieme a tre compagni del Centro de Cultura Social di São Paulo, alla cinemateca di Santos, città portuale a 60 km di distanza, dove il Núcleo de estudos libertários Carlo Aldegheri aveva organizzato la proiezione del film Louise Michel: la rebelle. L’iniziativa si presentava come “un omaggio” ai 95 anni di “protagonismo femminile” a partire dalla prima Giornata internazionale della donna, e contemporaneamente ai 141 anni dalla Comune di Parigi: 8 marzo e 18 marzo festeggiati insieme.

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Archiviato in:Giulia Brunello, La città invisibile Contrassegnato con: 18 marzo, 8 marzo, anniversari, centro studi libertari, cronaca, Louise Michel, San Paolo del Brasile

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