di Matteo Melchiorre
Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo alcuni brani dell’avvertenza (Storia di una decisione) che il nostro amico e socio Matteo Melchiorre ha premesso al suo saggio Ebrei a Feltre nel Quattrocento (uno scarto di bottega), Famiglia Feltrina, Feltre 2011 (Collana “Studi e Ricerche”, edizione fuori commercio). Ci fa piacere ospitarlo per la sua sintonia con i temi dell’associazione: attenzione e sentimenti per il luogo in cui si vive; amore per la storia. Nella bottega d’artigiano di Melchiorre si sente molto Marc Bloch, e questo “scarto” ricorda i “trucioli dell’atelier” di cui parlò una volta lo storico francese a cui è dedicato il terzo quaderno di sAm. (Ricordiamo che qualche mese fa abbiamo pubblicato alcune pagine di un altro lavoro recente di Melchiorre: La banda della superstrada…).
1. Questo piccolo libro è uno scarto di bottega. Succede, allo storico come a ogni artigiano, che in un angolo della bottega rimanga a tarlarsi un pezzo che si vorrebbe fosse venuto diversamente e che si è deciso, per vari e opportuni motivi, di lasciare alla polvere. Può accadere tuttavia che prima o poi giunga in bottega un visitatore il quale manifesti un interesse incomprensibile per quello scarto. Così è stato. Un visitatore entra nella mia bottega, si guarda attorno e vedo che prende in mano il plico di carte con su scritto Ebrei a Feltre nel Quattrocento. Ho spiegato che il prodotto finito rispondeva poco alle aspettative che avevo nutrito nei suoi confronti all’inizio. E ho anche confessato che alcuni Critici, il cui giudizio non posso che venerare, avevano espresso più di una perplessità in merito a questo prodotto del mio atelier. Di fronte al fermo diniego, il visitatore se ne è andato a malincuore. Un anno dopo è tornato, rigirando tra le mani lo scarto con un tale amabile interesse e rivolgendomi preghiere così cortesi che ho promesso di riflettere meglio: mi desse tempo fino all’estate, e avrei pensato se lo scarto poteva uscire dalla bottega oppure no. […]