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escursione

“In bici lungo il Marzenego”. Resoconto di due pomeriggi pedalando tra mulini, ville, meandri, trosi, roccoli e laghetti

12/10/2021

di Maria Giovanna Lazzarin

La nostra amica e socia Giovanna Lazzarin ci racconta la sua partecipazione a due escursioni in bici lungo il Marzenego, organizzate dalle associazioni I sette nani e Dalla guerra alla pace nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio. Ci fa piacere, in questa occasione, ricordare anche due biciclettate di qualche anno fa, organizzate nell’ambito delle iniziative “Acque alte a Mestre e dintorni” (che sarebbero confluite nel nostro Quaderno numero 13): quella alla Fossa Pagana, nel 2009, ce la raccontò proprio Giovanna Lazzarin; quella lungo il Marzenego, nel 2010, fu guidata da Claudio Zanlorenzi e Manuela Battain.

Sabato 25 settembre e domenica 26 settembre 2021, nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio 2021, si sono svolte due uscite: In bici lungo il Marzenego: mulini, ville, meandri, trosi, roccoli e laghetti, organizzate dalle associazioni I sette nani e Dalla guerra alla pace, con la collaborazione di altre associazioni e la partecipazione di ciclisti provenienti non solo dall’area mestrina, molti giovani e famiglie.

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Archiviato in:Acque alte a Mestre e dintorni, La città invisibile, Maria Giovanna Lazzarin Contrassegnato con: Carla Dalla Costa, escursione, Giornate europee del patrimonio, Marzenego, resoconto, Rosanna Mazzucco

Andare a vedere, per farsi sentire. Una passeggiata storico-ambientale sul Rio Cimetto, 24 aprile 2021

26/04/2021

di Fabio Brusò

Sabato 24 aprile si è tenuta una “passeggiata storico ambientale” alla scoperta dell’importante area del Rio Cimetto, organizzata da Cittadinanza Attiva Chirignago Zelarino e guidata da Giorgio Sarto di storiAmestre. È la zona dei meandri del Rio, per la cui salvaguardia è da tempo in corso una mobilitazione: quindici associazioni, tra cui storiAmestre, e 614 cittadini e cittadine (primo firmatario il nostro amico e socio Giorgio Sarto) hanno presentato una petizione che contiene una proposta di viabilità alternativa a quella prevista dal Comune di Venezia, che stravolgerebbe l’area, pregiudicando una parte importante del futuro Parco fluviale del Marzenego. Abbiamo documentato queste vicende nel corso del 2020.

Il nostro amico e socio Fabio Brusò ci ha scritto per raccontarci brevemente com’è andato il pomeriggio. Le foto che illustrano l’articolo sono di Fabio Brusò e Fabrizio Zabeo.

Care amiche e amici di storiAmestre,

oggi si è tenuta a Mestre una bellissima iniziativa con un successo inaspettato. Un centinaio di cittadine e cittadini di tutte le età hanno aderito con entusiasmo alla “passeggiata storico ambientale” alla scoperta dell’importante area del Rio Cimetto, organizzata da Cittadinanza Attiva Chirignago Zelarino, una nuova pagina facebook che si occupa di questa parte di territorio mestrino. 

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Ritorno in giallo. Una visita all’area ex-Sava, undici anni dopo

13/03/2021

di Giovanna Bison

Come ci aveva promesso all’inizio dell’anno, la nostra amica Giovanna Bison è tornata a esplorare l’area dell’ex Sava una decina di anni dopo la ricognizione fatta per la sua tesi di laurea. Anche questa volta in compagnia del papà, con un occhio sulle cose, sul paesaggio e chi lo anima, e un pensiero allo scorrere del tempo: quanto familiare o quanto esotico resta quanto ci era familiare o esotico dieci anni fa? Ritorno senza ritrovare il laminatoio lungo circa trecento metri, scomparso in un paesaggio dove tutto sembra provvisorio, tra grandi parcheggi, depositi per lo smistamento di container, edifici in rovina, un camping progettato da un celebre architetto e un’enorme centrale elettrica che porta il nome “Andrea Palladio”.

Undici anni fa, mese più mese meno, stavo concludendo la mia ricerca sulla Sava per la tesi di laurea. Ultime ricognizioni, ultime foto. Mi ricordo che ci divertivamo a pronunciare “Eysafsallajokull”, il vulcano islandese che aveva oscurato il cielo. Ero anche curiosa su questa novità da provare, Instagram si chiamava. I miei genitori avevano appena investito su un’altra novità: avevano comprato un i-Pad, anche quello da provare.

Allora sarei rimasta per sempre nel paesaggio di abbandono e di avventura dell’enorme ex fabbrica, ma dovevo finire la tesi. Dopo la discussione, e la mostra fotografica, per fortuna l’ossessione finì. Poi ho abbandonato Fusina.

Il 9 febbraio 2021 ci torno, anche questa volta con mio padre; approfittiamo di una novità del tempo presente: il “ritorno al giallo” della Regione Veneto, che gli permette di uscire dal suo Comune e di venire in quello di Venezia. 

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La salicornia rifiorirà a Fusina? Immagini dell’area della ex Sava (Porto Marghera, 2010)

06/01/2021

di Giovanna Bison

Condividiamo con le lettrici e i lettori del sito il regalo che ci ha fatto la nostra amica Giovanna Bison. Si parte, anche questa volta, da una tesi di laurea triennale in Discipline dell’Arte, della Musica, e dello Spettacolo discussa presso l’Università di Padova: un lavoro compiuto nel 2010 all’interno e nei dintorni della fabbrica abbandonata della ex Sava. Le immagini sono il frutto di una ricognizione cominciata tenendo presente la storia della documentazione fotografica relativa all’area industriale e i modelli dell’archeologia industriale, ma che a poco a poco ha cambiato di senso. Con una conclusione dal sapore leopardiano, in attesa di un nuovo sopralluogo – forse – a dieci anni di distanza.

Laurearsi al DAMS di Padova

Il lavoro che ho fatto per l’Università di Padova ha compiuto dieci anni. Allora mi proponevo una ricognizione fotografica all’interno della fabbrica abbandonata della ex Sava. 

L’esplorazione partiva da un approfondimento bibliografico sulle origini e sullo sviluppo di questa particolarissima zona industriale, con riferimento soprattutto a Fusina, ultima propaggine di Porto Marghera. Seguiva un’indagine, in ordine cronologico, sugli studi fotografici (uno su tutti l’archivio Giacomelli) che avevano compiuto lavori di reportage su queste realtà. Le mie foto dovevano scandire il disfacimento delle cattedrali ferrose, destinate a diventare archeologia industriale. 

A ogni passo, a ogni foto, il mio atteggiamento cominciò però a cambiare. 

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Sannicolò a Sant’Elena. Gli auguri di un amico 

06/12/2020

di Reinhold Mueller 

Il nostro amico Reinhold Mueller ha pensato a noi e al nostro santo favorito durante una sua passeggiata a Venezia. 

Care amiche e cari amici di storiAmestre,

qualche giorno fa ho visitato la chiesa di Sant’Elena a Venezia con un amico olandese, un medievista, per provare a trovare (ancora una volta) le tombe dei banchieri Borromei della filiale veneziana.

Niente da fare, ma ci ho trovato una sorpresa che mi ha fatto pensare a voi, a un discorsetto tenuto a una festa natalizia al Dipartimento di studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari, e a un altro articolo che ho pubblicato sul sito di storiAmestre. 

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Il milione, ovvero uno da Camisan alla scoperta della città metropolitana. 15

12/11/2020

di Carlo Cappellari

Le escursioni alla scoperta della città metropolitana del nostro amico e socio Carlo Cappellari si incrociano questa volta con una nuova pratica di ricerca: i grandi progetti europei, gestiti da università o altre istituzioni, fanno appello ai cittadini e alle cittadine già impegnati in gruppi e associazioni, perché diventino rilevatori di dati e notizie sul campo per ricerche che prevedono la supervisione di progettisti, formatori, scienziati o altri studiosi. La trasformazione da attivisti a “citizen scientists” diventerà un argomento di discussione all’interno delle associazioni?

La dura vita del cittadino scienziato ai tempi del covid

Carissima Compagnia Gongolante,

il 3 dicembre 2019 si è svolto a Noale un incontro per presentare il progetto MICS (acronimo di Measuring Impact of Citizen Science), finanziato dall’Unione Europea e organizzato dall’Autorità di Bacino del Distretto idrografico delle Alpi Orientali. L’iniziativa si presentava come un “Percorso partecipato per il Fiume Marzenego – MICS” con sottotitolo “Co-designing delle attività di Citizen Science nel fiume Marzenego”.

Il gruppo di storiAmestre che negli anni scorsi ha lavorato sul Marzenego vi ha partecipato, così come molte altre associazioni che hanno collaborato dal Contratto di fiume.

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