di Francesca Trivellato
A distanza di alcuni mesi, riprendiamo un commento che la nostra amica Francesca Trivellato, storica che vive e lavora negli Stati Uniti, ha pubblicato in inglese all’inizio dell’estate scorsa, per discutere con un pubblico di Oltreoceano alcuni motivi iconografici utilizzati in quei mesi in Italia nelle campagne di comunicazione relative al Covid. A distanza di tempo, superato il picco dell’enfasi retorica, quelle immagini restano un documento dell’esperienza collettiva della pandemia e un attestato della persistenza di alcuni elementi nel discorso pubblico italiano riguardo al genere, alla condizione femminile, ai rapporti tra i sessi, alla famiglia.
Sulla scia della Peste Nera del 1348-50, emerse un nuovo motivo iconografico che avrebbe attraversato tutto il XV secolo: la danza macabra. Serviva a comunicare a chi lo guardava – per la maggior parte analfabeti e analfabete – che la peste uccideva senza riguardi per nessuno: la morte si prendeva allo stesso modo regine, vescovi e contadini. Salvo che il messaggio non era più vero di quanto non lo sia ora: la danza medievale era propaganda.