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Con quaderno e macchina fotografica nel cimitero di Mestre. Pagine da una tesi di laurea “a chilometro zero” (2017)

08/11/2020

di Giovanna Bison

Giovanna Bison ci offre alcune pagine e alcune foto tratte dalla sua tesi di laurea, che ha discusso nel 2017, dedicata al cimitero di Mestre. 

1. Qualche anno fa ho discusso una tesi di laurea in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica. Spesso, chi studia antropologia, studia i popoli, persone tendenzialmente vive. E va lontano, via dalla propria città, via dalla propria nazione. Io invece non mi sono allontanata nemmeno dal mio quartiere: vivo a Carpenedo da otto anni, a dieci minuti dal Cimitero di Mestre, argomento della mia ricerca. Una tesi a chilometro zero.

Nel mio lavoro ho portato anche la mia passione per la fotografia e per luoghi che definisco “di confine” o – sulla scia di Gilles Clément – del “terzo paesaggio”, luoghi abbandonati dove nulla sembra accadere, mentre è potuto accadere in passato e potenzialmente tornerà ad accadere in futuro.

Quanto stiamo vivendo nel 2020 mi ha per forza di cose portato spesso a ripensare alla ricerca che avevo fatto. Con il pretesto della commemorazione dei morti, sono andata a ripescare tra le pagine e le immagini della mia tesi. 

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In città. Nei giorni della quarantena. 5

21/05/2020

di Claudio Pasqual

Quinto appuntamento con le cose viste in città, mentre si stava passando dalla fase 1 alla fase 2 (o, a seconda dei luoghi e dei punti di vista, mentre in Veneto si passava alla 1.1 in attesa della “vera” 2, o forse 2.1) delle misure di contenimento dell’epidemia. 

Oggi è lunedì 27 aprile, la fase due si avvicina. Noto più auto del solito nel parcheggio dell’ex Umberto I, e più gente in giro per strada.

*

Dialoghi tra cielo e terra. Dopo tanti arcobaleni di carta appesi su portoni, balconi e terrazzi, per dirci che “andrà tutto bene”, un arcobaleno vero, spuntato dopo un breve acquazzone il pomeriggio del 29 aprile. Mai visto così bello, nitido, luminoso, e durare così a lungo. Sceso in strada, l’ho fotografato e ho visto anche altri farlo. Più tardi in whatsapp qualcuno mi ha inoltrato una serie di bellissimi scatti del cielo sopra Venezia. Da un ragazzo, mi è capitato di sentire per via, detto a un amico, un discorso del tipo: “ti sembrerà strano, ma non riesco a staccare gli occhi da una simile meraviglia!”.

 

 

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In città. Nei giorni della quarantena. 2

02/04/2020

di Claudio Pasqual

Secondo appuntamento con le cose viste a Mestre (zona centro) nel periodo di quarantena.

In questi giorni di discussioni sulle passeggiate permesse intorno a casa, con i bambini e con i cani, ho notato una crescita esponenziale nel numero di cacche di cane lasciate sui marciapiedi. Restando in tema di deiezioni, nelle mie sgranchite di gambe, sotto i portici e la casetta al centro di piazzetta Coin ho avvertito un forte odore di orina. Umana, questa. Non dimentichiamoci che c’è in giro chi una casa non ce l’ha, e con  i locali pubblici e il bagno del Centro Le Barche chiusi non ci sono molti modi per sgravarsi.

In un punto vendita mestrino di una catena nazionale di prodotti biologici si sono organizzati in maniera “scientifica”. All’ingresso ti accoglie uno del personale in mascherina che ti invita a disinfettare le mani con un prodotto messo a disposizione della clientela. Il liquido è contenuto a un contenitore fissato a mezza altezza a una piantana. Si deve poggiare il piede sul piedistallo (c’è il disegno dell’impronta di una scarpa),  così la piantana, che ha una base ristretta, non cade e basta dunque la pressione di un dito sul pulsante del dispenser per erogare il prodotto. Anche qui alle casse sono state aggiunge delle lastre di plexiglas paragocce in corrispondenza della postazione del cassiere.

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Da Trieste a Pola. Racconto del viaggio a piedi di quattro pensionati e uno no

28/03/2020

di Claudio Zanlorenzi

Nell’ottobre 2019, il nostro amico e socio Claudio Zanlorenzi, insieme a quattro amici, ha raggiunto Pola a piedi, partendo da Prebenico, al confine tra Italia e Slovenia. Ispirati da un libretto di Paolo Rumiz, la comitiva ha seguito un itinerario autonomo, in sette tappe per un totale circa 130 chilometri. Rientrato a casa, Claudio ha steso il resoconto che pubblichiamo con alcune foto e un postscriptum.

L’idea di fare qualche giorno in viaggio a piedi ce l’avevo da tempo. Poi, un segno: E. mi regala un libretto di Paolo Rumiz, La strada degli ulivi. A piedi da Trieste a Capo Promontore.

Letto d’un fiato, la decisione era presa. Le indicazioni topografiche parevano abbastanza precise, l’Istria la conosco abbastanza bene, ho cartine dettagliate della regione. Si può fare. Rumiz poi era tranciante: “Se volete trovare scuse per non partire ne troverete una infinità. Partite e basta. L’Istria non è l’Africa”. Allora vado. Da solo. Poi in realtà da solo dove vado? Sono finito fisicamente. E se mi faccio male? E poi non è meglio in compagnia? 

Allora parlo in giro dell’idea. Le reazioni: 1) bello, vengo, ma facciamo il prossimo anno; 2) bello, ci penso; 3) bello, ma non dovevamo andare a fare il sentiero di Dante da Ravenna a Firenze?; 4) bello, a che ora partiamo domani? 

Poi G., dopo qualche ora da quando avevo parlato della proposta a sua moglie, era già sulle cartine a studiare il percorso. Insieme buttiamo giù le tappe. Scopriamo che la strada degli ulivi non esiste, è solamente il percorso che ha scelto Rumiz per arrivare a Pola da Trieste. Lui stesso scrive “fatevi voi il vostro percorso”. E così noi facciamo. Abbiamo la possibilità di aprire una via nuova, la nostra via Trieste-Pola.

 

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In città. Nei giorni della quarantena

21/03/2020

di Claudio Pasqual

Il nostro amico e socio, nonché presidente in carica di storiAmestre, ci manda alcune note da Mestre, che riprendono il filo della rubrica che ha tenuto sul nostro sito fino al gennaio 2018. Cose viste durante una breve passeggiata di metà marzo, fatta secondo le prescrizioni in vigore in quei giorni.

Passeggiare  il fine settimana (14-15 marzo 2020)

Esco, o meglio usciamo, c’è mia moglie con me. Non sappiamo stare tutto il giorno chiusi in casa, abbiamo bisogno di aria e di muoverci, di camminare. E di guardarci attorno. Non ricordo, nella nostra vita insieme, un giorno o quasi in cui non siamo usciti almeno per un po’, per non farlo bisognava che uno fosse ammalato. Già, la malattia, la pandemia per cui per decreto del governo sono obbligati alla reclusione gli infermi e sani, i primi perché infetti, i secondi per timore che si infettino.

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In città. settembre-novembre 2017

16/01/2018

di Claudio Pasqual

Le ultime note, tra l’estate e l’autunno. Pescare, suonare, ascoltare in città. Il centenario di Porto Marghera al Vega e la ricorrenza della Madonna della Salute in centro. Mestre vecchia e nuova insieme: giardinetti, bancarelle e centri commerciali. Negozi che chiudono e vie che si riprendono. Una banda per il patrono. Turisti in città, sulle tracce di Daniele Manin. Con un commiato da una rubrica che finisce.

8 settembre 2017

Dietro il multisala IMG un pescatore sul Marzenego tiene ad alto volume la musica del suo lettore portatile.

AVM, l’Azienda Veneziana della Mobilità, ha disseminato il centro città di rastrelliere antifurto di un colore rosso squillante. E le ha anche firmate: sono segnalate con un cartello di parcheggio (la “P” in campo azzurro usata anche per le automobili) che espone anche il logo della municipalizzata.

Lo Scarpon, storica osteria mestrina chiusa da tempo per il fallimento dell’ultimo proprietario, adesso è in vendita: sulle serrande abbassate di via Manin è spuntato il cartello di un’agenzia immobiliare.

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