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Belluno

“Andare dal prete a procurarsi i dati”. Un’intervista sulle trasformazioni del commercio negli ultimi quarant’anni (seconda parte)

17/02/2019

Maria Giovanna Lazzarin intervista Aldo Antole

Seconda parte dell’intervista che la nostra amica e socia Maria Giovanna Lazzarin ha fatto ad Aldo Antole, che a partire dai primi anni Ottanta seguì l’ingresso della società di commercio all’ingrosso M. Guarnier spa nel settore del commercio al dettaglio.

Dal discount al  supermercato al centro commerciale con l’ipermercato, scegliere il luogo dove aprire, category manager per sceglire l’assortimento e marketing mix per guadagnare, “occupare la piazza”, rapporti con i concorrenti: scontrarsi o mettersi d’accordo… (Per leggere la prima puntata, cliccare qui.)

Dal discount al supermercato

MGL: Voi avete fatto il salto verso il dettaglio e poi?

AA: Nel giro di una decina d’anni, una volta raggiunta una certa quantità, fra 15-20 punti vendita, e quindi un certo tipo di fatturato abbiamo detto: “OK, questo fatturato ci permette di sopravvivere e sviluppare la catena”. E abbiamo cominciato a pensare al supermercato, un passo merceologicamente complicato, perché un conto è gestire 1000 prodotti, di cui 3-400 a rotazione – il panettone si vende solo a Natale – un conto 3000/4000 come nel supermercato di allora.

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“Metalmeccanici, no casolini”. Un’intervista sulle trasformazioni del commercio alla fine del Novecento (prima parte)

10/02/2019

Maria Giovanna Lazzarin intervista Aldo Antole

La nostra amica e socia Maria Giovanna Lazzarin ha intervistato Aldo Antole che a partire dai primi anni Ottanta seguì l’ingresso della società di commercio all’ingrosso M. Guarnier spa di Belluno nel settore del commercio al dettaglio. La trascrizione dell’intervista è molto lunga, ne presentiamo qui la prima parte, appuntamento tra qualche giorno per la seconda.

Logiche di prezzo, organizzazione e tecniche di vendita, dall’ingrosso al dettaglio sotto forma di  discount: impiegare qualcuno che non sappia niente del lavoro che fa… Un contributo a una ricerca collettiva in corso.

La M. Guarnier spa è stata ed è un’azienda leader nel commercio all’ingrosso e una delle principali realtà aziendali bellunesi. Fondata il 31 agosto del 1920 da Marino Guarnier e Francesco Terribile, l’impresa ha sviluppato una forte presenza nell’ambito della distribuzione organizzata, in una dimensione commerciale e organizzativa che abbraccia diverse province del Veneto e del Trentino, con un forte radicamento su Belluno.

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Asparagi bianchi e resilienti. Un racconto

31/12/2018

di Alessandro Bresolin

Un augurio di buon 2019 con un racconto del nostro amico Alessandro Bresolin. Queste pagine nascono da un diario tenuto durante un periodo in cui ha lavorato alla raccolta di asparagi. Alessandro le ha scelte per ricordare un amico scomparso durante un’escursione in val Gares e mai ritrovato. Quindi le ha riviste per la loro prima pubblicazione: il racconto è già uscito all’interno del libro Luci sulle fronde prodotto e messo in vendita per finanziare la ricostruzione di un parco giochi per bambini nelle Dolomiti bellunesi, distrutto dal maltempo nell’autunno 2018. In questo modo, contribuiamo idealmente anche noi al progetto, ringraziando i suoi animatori, che ci hanno autorizzato a riprendere queste pagine.

A volte la montagna non restituisce i propri figli tanto facilmente, li custodisce come una madre gelosa. Lo sa bene Milva che ha perso suo marito Luciano, scomparso in montagna e mai ritrovato. Erano andati a fare un’escursione sulle Dolomiti bellunesi, in val Gares. Arrivati alla seconda cascata Luciano voleva allungare il percorso, andare più su fino all’Orrido delle Comelle. Milva però era stanca: “Vai tu se vuoi, ci vediamo alla chiesa di Gares verso le due”, gli ha detto.

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Un cronista in viaggio (Natale 1405-1406)

05/01/2015

di Matteo Melchiorre

Concludiamo il nostro ciclo di strenne 2014-15 con il nostro amico Matteo Melchiorre che ci presenta un episodio tratto da una cronaca medievale bellunese: dove il diarista, Clemente Miari, fa un viaggio da Belluno a Venezia e a Padova, tra gli ultimi giorni del 1405 e i primi del 1406. Anche in questo caso, vista la lunghezza del saggio, ne presentiamo qui di seguito le prime pagine; per il testo integrale, cliccare qui.

Nota. Nell’ambito di un progetto di ricerca del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università Ca’ Foscari e con l’appoggio e lo stimolo del Comitato per l’edizione delle fonti relative alla storia della Terraferma veneta, sto preparando l’edizione di una cronaca latina, nota come Chronicon bellunense e compilata da Clemente Miari, un canonico di Belluno, tra il 1383 e il 1412. Cogliendo l’invito di storiAmestre, ne propongo un episodio in certo modo “natalizio”; se non altro in termini di calendario. (m.m.)

1. Nel 1383, quando aveva poco più di vent’anni, un canonico della cattedrale di Belluno, di nome Clemente Miari, prese in mano un registro cartaceo che si trovava in casa propria. Vide che le prime dieci carte erano occupate da un inventario di terreni della sua famiglia, che le successive trenta, scritte solo in parte, riportavano le riscossioni effettive da quelle medesime terre e che tutte le altre carte, circa un centinaio, erano vuote. 

Clemente Miari giudicò che quel registro ormai in disuso potesse fare al suo caso. Cominciò ad annotarvi, prima ritagliandosi lo spazio tra le riscossioni di orzo, galline, capretti, eccetera e poi più comodamente su intere facciate, alcuni episodi riguardanti la sua città, la sua famiglia e se stesso. 

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Archiviato in:Clemente Miari, La città invisibile, Matteo Melchiorre Contrassegnato con: Belluno, Padova, pagine scelte, storiografia, strenna, Venezia

“Buon compleanno storiAmestre”. Una cartolina da piazza Garibaldi (Sofia, Bulgaria)

02/06/2013

di Giacomo Bonan

Pubblichiamo la lettera-cartolina che Giacomo Bonan ci ha scritto dalla piazza Garibaldi di Sofia, la capitale della Bulgaria, dove si trova in questi mesi per lavoro, per augurare buon venticinquesimo compleanno a storiAmestre.

Le occasioni sono due: partecipare, pur solo idealmente, ai festeggiamenti per i 25 anni di storiAmestre e fare una postilla d’attualità alla proposta di ricerca di Giovanni Colle sull’emigrazione dal Bellunese. Avevo letto l’intervista sull’armata perduta di Cambise quand’era stata pubblicata, lo scorso autunno, mentre mi trovavo a Edimburgo a lavorare per alcuni mesi. Ricordo che i temi affrontati mi avevano colpito, anche per la mia contingente situazione di “emigrante” bellunese trasferito nel Regno Unito per migliorare il proprio inglese e cameriere occasionale in un’agenzia di catering per sopravvivenza. Comunque, la mia condizione era volontaria e temporanea, non certo paragonabile a quella delle persone incontrate da Giovanni Colle nelle fabbriche di Mestre e Marghera.

Più che altro mi ero fermato a riflettere sulle motivazioni che hanno spinto quelle persone a emigrare e quelle che spingono la gente oggi, almeno quella piccola porzione di “gente” che conosco, a fare la stessa cosa. Già allora avevo promesso agli amici di storiAmestre che avrei scritto qualcosa, ma l’argomento era ostico e non combinai nulla. L’idea mi è tornata in mente in questi giorni, a oltre 3.000 km di distanza a Sofia, capitale della Bulgaria.

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Minatori del bellunese. Una lettera e due ricordi

11/12/2012

di Fabrizio Zabeo

Per tre generazioni, gli uomini della famiglia Boz emigrano dal Bellunese verso la Lorena, dove si sposano con una compaesana. Gli uomini lavorano sotto terra, nelle gallerie delle miniere, le donne pascolano le capre sulla collina. Viaggi di andata e ritorno, famiglie che si ramificano, qualcuno resta in Francia, un altro compera un terreno dove costruirsi una casa a Favaro Veneto, vicino ai lavori di Porto Marghera. Parenti sparsi per il mondo; Mestre, una tappa nelle migrazioni di un famiglia. Nella lettera di Fabrizio Zabeo, una prima risposta alla proposta di ricerca di Giovanni (Franco) Colle sull'armata perduta di Cambise?

Cari amici di storiAmestre,

sono contento che l’orologio di mio nonno abbia suscitato il vostro interesse, e vi ringrazio per la pubblicazione. Ho pensato di mostrarvi quell’oggetto dopo aver letto sul sito di quella ricerca non ancora cominciata sull’emigrazione bellunese verso Mestre: “l’armata perduta” l’avete chiamata.

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