di redazione sito sAm
Come lo scorso anno, in questi giorni assistiamo alle polemiche sulle cerimonie ufficiali del 25 aprile. Dopo le prove fatte a Mogliano nel 2010, ora la questione riguarda anche il comune di Venezia. Si legge online per esempio sul Corriere del Veneto e sulla Nuova Venezia: un generale, a nome degli ex-combattenti (militari), non vuole che la banda (militare) esegua Bella ciao.
Ma la Resistenza è nata dalla diserzione, dalla renitenza alla leva, dal rifiuto di obbedire ai comandi – dei partigiani come di tutti i soldati finiti nei campi di concentramento –, dalla non collaborazione alle autorità e dalla scelta di aiutare renitenti, disertori, prigionieri in fuga e partigiani.
Incredibile poi che possa essere una canzone della Resistenza, tanto più Bella ciao, a snaturare il significato del 25 aprile. Il 25 aprile è snaturato dal fatto che c’è chi si ricollega esplicitamente al nazifascismo, e c’è chi lo celebra negando i sentimenti umani, i valori di libertà e la speranza per un mondo migliore che ha contraddistinto la Resistenza, nei diversi modi in cui si è espressa.
Celebrare il 25 aprile vuol dire pensare che uomini e donne possano reagire alle scelte tragicamente sbagliate delle classi dirigenti e assumersi la responsabilità di prendere in mano il futuro, credendo che il mondo può essere cambiato, in meglio.