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Luminello feltrino. Riflessi di luce da carte antiche

31/12/2021

di Guido Gambaredo, Romano Banco

Eravamo in cerca di un modo per condividere i nostri voti per un buon proseguimento nel 2022. Il nostro amico Gigi Corazzol ci ha segnalato lo scritto che offriamo grazie alla cortesia degli autori Gambaredo e Banco. Un gioco per l’ultimo giorno dell’anno, cercando luce e vite tra le carte conservate in due buste dell’Archivio della Curia Vescovile di Feltre. È un testo lungo, che speriamo accompagnerà – tra lettura e riletture – molti momenti dell’anno (degli anni) a venire. Qui di seguito ne offriamo solo le premesse, la versione integrale si legge cliccando qui.

Fiammelle qua e là per i prati 

friggono luci disperse ognuna in sé

quelle siamo noi, racimoli del fuoco

che pur disseminando resta pari a se stesso

è zero che dona, da zero, il suo vero

Andrea Zanzotto, Conglomerati

(Mondadori, Milano 2009, p. 121)

 

 

 

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Archiviato in:Guido Gambaredo, La città invisibile, Romano Banco Contrassegnato con: archivi, Gigi Corazzol, storia, storiografia, strenna

“E se fosse uno scherzo?”. Note su una lettera di un parrucchiere socialista (Parigi, autunno 1848)

27/11/2021

di Andrea Lanza

Il nostro amico e socio Andrea Lanza è rimasto colpito da una lettera del novembre 1848 che di recente ha potuto leggere in un fondo degli Archivi Nazionali di Parigi. Cosa ci raccontano, oggi, le singolari caratteristiche di quel breve testo? Che cosa significavano allora? Immaginare quel che è stato seduti a un tavolo in archivio, fare ipotesi davanti a un bicchiere bevuto in compagnia, pensare alle nostre vite di oggi attraverso i compagni di ieri.

Una candidatura respinta

Ottobre 2021, sala di consultazione degli Archivi Nazionali francesi, sfollati dalla sede storica nel centro di Parigi all’avveniristico edificio della banlieue nord, al confine fra il comune di Saint-Denis e quello di Pierrefitte-sur-Seine. Inizio a esplorare una serie di faldoni che documentano un aspetto poco studiato della rivoluzione francese del 1848: un credito di tre milioni di franchi erogato dalla Repubblica alle cooperative di soli operai o di padroni disposti a distribuire parte dei dividendi con i propri lavoratori; per ottenere il credito bisognava presentare un progetto a un Consiglio che lo avrebbe valutato. Il provvedimento era stato approvato il 5 luglio 1848, all’indomani delle giornate di giugno, quelle della sollevazione delle classi popolari parigine in nome della repubblica democratica e sociale, mentre alla repressione delle armi succedevano le retate e una campagna stampa di totale delegittimazione degli insorti e dei “democratici socialisti”. La storiografia dei movimenti dei lavoratori ha spesso liquidato questo Consiglio come un’operazione volta a controllare o comprare parte delle classi lavoratrici, pronte a collaborare con i repubblicani moderati e, soprattutto, con l’eterogenea alleanza di conservatori e reazionari che stava ormai prendendo il controllo della giovane repubblica. 

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Gli archivi aziendali e la storia contemporanea. Il caso della Pellizzari di Arzignano

04/04/2020

di Walter Cocco

Pubblichiamo alcune note e riflessioni del nostro amico e socio Walter Cocco. Impegnato in una ricerca sulla Pellizzari di Arzignano, di cui abbiamo già dato conto sul nostro sito, Cocco racconta alcune tappe delle ricerche preliminari, in cerca di archivi superstiti che possano restituire documentazione utile. Con una riflessione sull’importanza civile e politica di archivi accessibili al pubblico.

Apologia dell’archivio accessibile al pubblico

Giorgio Roverato, in un suo articolo apparso nel 2017 su un periodico online, lanciava un grido d’allarme alla Soprintendenza Archivistica di Venezia e al Sindaco di Valdagno a difesa dell’archivio storico della Marzotto, non più accessibile dopo il cambio della leadership aziendale e riguardo al quale aveva avuto notizia di alcune sottrazioni documentarie. Più in generale, richiamava l’attenzione sul problema della salvaguardia degli archivi aziendali quali fonti fondamentali per la storia contemporanea. Roverato, è poi tornato sull’argomento commentando (nel marzo 2018) un mio articolo apparso sul sito di storiAmestre nel luglio 2014 1.

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  1. Giorgio Roverato, già professore di Storia Economica della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova, ha scritto molto sulla Marzotto e sulla dinastia industriale valdagnese. Chi legge il sito di storiAmestre forse lo conosce, oltre che per il suo commento al mio precedente articolo, perché Maria Giovanna Lazzarin ha letto il libro sulla ditta Morassutti da lui curato. [↩]

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Le lotte alla Pellizzari del 1964-65 nell’archivio di Cosimo Pascali

31/01/2019

di Walter Cocco

Il nostro amico e socio Walter Cocco ci manda una nuova tappa del suo progetto di scrivere una storia della Pellizzari di Arzignano. Qui ritorna su alcune vicende del periodo 1964-65 attraverso il piccolo archivio che Cosimo Pascali creò quando fu imputato e processato in seguito a una manifestazione che ebbe luogo nel novembre 1964. Con un appello a conservare e salvare gli archivi privati, per quanto siano piccoli.

Un archivio privato

Il mio progetto di scrivere una storia della Pellizzari di Arzignano nel secondo dopoguerra l’ho reso pubblico soltanto di recente, ma in realtà ci pensavo da un po’ di tempo e in qualche occasione ne avevo parlato con alcuni amici. Capitò così che un giorno di qualche anno fa una cara amica, Antonella Pascali, mi disse che voleva farmi vedere dei documenti che aveva trovato a casa del padre Cosimo dopo la sua morte avvenuta nel 2009. Venne da me con due cartelle tutte ordinate.

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Luci d’archivio. Una strenna di Natale

24/12/2017

di Matteo Melchiorre

Buone feste di fine anno da storiAmestre. All’interno di un racconto, il nostro amico Matteo Melchiorre riprende un discorso tenuto durante un incontro al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto il 10 novembre 2017. L’occasione veniva da una domanda: “A cosa servono gli archivi?”. Si capisce che le risposte sono più d’una, ma “il sugo della questione” è che “le vicende umane sono indocili, complesse e non sempre pienamente comprensibili alla luce dei residui che esse ci hanno lasciato in mano”. Per questo abbiamo bisogno di strumenti che ci facciano “captare delle luci lontane, che vengono da una Lapponia a noi ignota e che proprio per questo, sissignori, ci emozionano”. Chi volesse leggere più comodamente, può scaricare il testo – arricchito da alcune illustrazioni – cliccando qui.

Giorni corti e neve ghiacciata

Proprio oggi, 13 dicembre, Santa Lucia, dovrebbe essere il giorno più corto che ci sia. Dicono gli esperti del cielo e degli astri che le cose non stanno esattamente a questo modo, dato che il giorno più corto dell’anno cade nel solstizio d’inverno, il 21 o 22 dicembre. Ma è pur vero che a Santa Lucia la notte cala con circa tre minuti d’anticipo rispetto al solstizio. Il che significa che oggi, Santa Lucia, è il giorno nel quale l’oscurità è più impaziente di arrivare e la luce ha più fretta di andarsene.

E poi c’è anche questa neve che è venuta il 10 dicembre, ed era una neve che cadeva minutissima e leggera, la quale poi, il giorno 11, ha buttato in pioggia; pioggia che a sua volta si è come vaporizzata in una nebbia densa il giorno 12. E oggi, che è il 13, la nebbia si è un poco alzata e ha svelato una giornata cruda sottozero; la nevaglia sfatta dalla pioggia è perciò divenuta stamattina una placca di ghiaccio antipaticissima.

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