• Vai alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale
storiAmestre

storiAmestre

storia e documentazione del tempo presente

  • Chi siamo
    • Informativa sulla privacy e l’utilizzo dei cookie
  • Rubriche
    • La città invisibile
    • Letture
    • Oggetti
    • Centro documentazione città contemporanea
    • Agenda
  • Quaderni
  • Autori e Autrici
  • Altrochemestre

8 settembre

In Italia ci sono due mondi: quello dei colonnelli e quello dei soldati

08/09/2013

di Luciano Bianciardi

Dopo aver conosciuto poco a poco, negli ambienti frequentati a Pisa come studente universitario, un antifascismo molto libresco e romantico – che fa sognare barricate su cui sventolano bandiere rosse –, l’8 settembre 1943 Luciano Bianciardi (1922-1971) si ritrova in Puglia, allievo ufficiale, nel momento in cui gli ufficiali tagliano la corda. Arriva il momento delle scoperte.

Conobbi Lio Lenzi, comunista, un nobile artigiano livornese, che allora campava in una sua botteguccia di vetraio e fu poi il primo sindaco democratico della mia città [Grosseto], con grave ira dei “galantuomini”, che han fatto l’impossibile per rovinarlo e ci son riusciti: oggi non ha più nemmeno la botteguccia di vetraio. Mi fece un rapido quadro del suo antifascismo, così diverso da mio che non riuscii ad intenderlo affatto. Io non capivo perché fascismo dovesse significare, prima di tutto, guerra, fame, disoccupazione, sfruttamento dell’operaio e del contadino. Posso anzi dire che non conoscevo il significato esatto di quelle parole, quasi appartenessero ad un gergo tecnico per me incomprensibile. La nostra cultura, del resto, e quindi la nostra scuola, si è sempre tenuta lontana dal mondo del lavoro, ed il fascismo, retorica a parte, mi pare abbia peggiorato le cose.

[Per saperne di più…] su di noiIn Italia ci sono due mondi: quello dei colonnelli e quello dei soldati

Archiviato in: La città invisibile, Luciano Bianciardi Etichettato con: 8 settembre, anniversari, Copertino, pagine scelte, Pisa, ricordi

Due bottiglie di vino e soldati in fuga in piazzale Donatello. Firenze, 8 settembre 1943

06/09/2013

di Maria Luigia Guaita

In occasione del settantesimo anniversario, riprendiamo il ricordo dell’8 settembre 1943 di Maria Luigia Guaita (1912-2007), partigiana a Firenze, nelle fila del Partito d’Azione. Fu lei, all’alba dell’11 agosto 1944, a percorrere il centro della città per portare gli ordini e le comunicazioni relative all’inizio dell’insurrezione e all’avvio del governo del CLN toscano in città. I suoi ricordi relativi al periodo 8 settembre 1943-11 agosto 1944 furono pubblicati per la prima volta nel 1957, quindi ebbero una seconda edizione ampliata nel 1975 (sempre per l’editore Nuova Italia).

Ricordo confusamente l’otto settembre.

Una giornata d’attesa come tante altre, poi la radio alle diciannove e quarantacinque trasmise il comunicato di Badoglio. Attraverso le finestre aperte nella sera estiva le voci della radio si sommavano creando una sonorità ovattata che sembrava non aver limiti.
Apparecchiavo la tavola per la cena. Le prime parole che la voce di Badoglio pronunciò mi trattennero incerta: «Il Governo Italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta».

[Per saperne di più…] su di noiDue bottiglie di vino e soldati in fuga in piazzale Donatello. Firenze, 8 settembre 1943

Archiviato in: La città invisibile, Maria Luigia Guaita Etichettato con: 8 settembre, anniversari, Firenze, pagine scelte, ricordi

La goccia che fa traboccare il vaso. Il 25 luglio e l’8 settembre di Roberto Battaglia

03/09/2013

di Roberto Battaglia

Roberto Battaglia (1913-1963) fino all’8 settembre 1943 svolse, a Roma, la sua attività di studioso nel campo della storia dell’arte. Qualche settimana dopo l’armistizio, e la creazione della Repubblica Sociale Italiana (fine settembre 1943), decise di diventare partigiano: sarebbe entrato nelle formazioni del Partito d’Azione, agendo in Umbria e in Toscana. Già nella primavera del 1945 raccontò la sua esperienza in un libro – Un uomo, un partigiano – a lungo rimasto marginale, ma che oggi è riconosciuto come una delle più importanti e acute testimonianze di quel periodo e dell'esperienza partigiana. In occasione del settantesimo anniversario dell’8 settembre, riprendiamo alcune delle sue pagine.

L’8 settembre 1943 ero un tranquillo studioso di storia dell’arte, chiuso in un cerchio limitato di interessi e di amicizie; l’anno dopo, l’8 agosto, ebbi il comando d’una divisione partigiana che ha dato più di un fastidio al tedesco.

Per spiegare questo cambiamento della mia appartenenza sociale, se non di me stesso, debbo accennare a quella che fu la mia vita negli ultimi tempi del fascismo; per chiarire poi che cosa è stato il movimento partigiano in Italia non posso commentarlo che attraverso ciò che io stesso ho visto o fatto, ossia commettere l’immodestia di parlare in prima persona.

[Per saperne di più…] su di noiLa goccia che fa traboccare il vaso. Il 25 luglio e l’8 settembre di Roberto Battaglia

Archiviato in: La città invisibile, Roberto Battaglia Etichettato con: 25 luglio, 8 settembre, anniversari, pagine scelte, ricordi

Settembre 1943: da Cavaso del Tomba a Bari. In cerca degli Alleati, con l’aiuto di una carta geografica

01/09/2013

di Ettore Damini

Ettore Damini (1927-2000) nacque a Cavaso del Tomba (Tv) da “una famiglia agiata di media borghesia industriale”, come scrisse nelle sue memorie. Il padre produceva burro che vendeva in tutta Italia. La madre, maestra, veniva dall’Egitto, ma era nata in una famiglia originaria anch’essa di Cavaso. L’attività paterna fallì nel 1933. Dopo aver frequentato i primi anni di scuola in vari paesi della provincia di Padova, nell’ottobre 1940 Damini andò ad abitare presso lo zio Mario che lavorava alla società Cellina e viveva a pensione in una camera ammobiliata in via Gaspare Gozzi a Mestre. Lo zio lo iscrisse al ginnasio-liceo Franchetti, allora ancora circondato da campi. A quattordici anni fu richiamato dalla Questura per aver diffuso volantini contro la guerra. Dopo l’otto settembre decise di raggiungere gli Alleati al sud e si mise in viaggio con una carta geografica dell’Italia centro meridionale e poche lire in tasca. Aveva sedici anni.

[Per saperne di più…] su di noiSettembre 1943: da Cavaso del Tomba a Bari. In cerca degli Alleati, con l’aiuto di una carta geografica

Archiviato in: Ettore Damini, La città invisibile Etichettato con: 8 settembre, anniversari, Cavaso del Tomba, Liceo Franchetti, Mestre, pagine scelte, ricordi

L’8 settembre nei ricordi di Corrado Vivanti

23/09/2012

di Gigi Cameroni

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che un nostro recente ma già buon amico ci ha spedito dopo aver letto i ricordi sull’8 settembre che abbiamo pubblicato le scorse settimane.

Cari di storiAmestre,

non mi conoscete ancora e io vi conosco da poco. Vi dico come è capitato. Una mia e vostra cara amica milanese mi ha segnalato i ricordi sull’8 settembre che avete pubblicato sul vostro sito. Mi ha colpito soprattutto la testimonianza di Angelo Vianello, con il commento di suo figlio Dario e i rimandi a storie simili segnalati da Pietro Monai. A parte che quella di Vianello è una storia che sembra di leggere i Miserabili, c’è l’emozione di quelle voci amiche sentite nel buio, voci che fanno luce, letteralmente. Persone che spontaneamente aiutano altre persone in circostanze pericolosissime e decisive. Sapremmo, saprei fare lo stesso, se capitasse? È quel che penso sempre – con timore e incertezza – quando mi imbatto in racconti del genere, o quando sento certe notizie, le cronache di questi anni neri (avrete capito che ho fatto un giro anche nella vostra sezione Quaderni: la mia amica mi ha detto che me li procurerà).

[Per saperne di più…] su di noiL’8 settembre nei ricordi di Corrado Vivanti

Archiviato in: Corrado Vivanti, Gigi Cameroni, La città invisibile Etichettato con: 8 settembre, Carpi, Mantova, pagine scelte, ricordi

8 settembre 1943: fuga nel tunnel

11/09/2012

di Angelo Vianello, a cura di Giannarosa Vivian

Questo ricordo dell’8 settembre 1943 è tratto da un manoscritto inedito di Angelo Vianello (Pellestrina 1922-Campalto 1999). Ortolano, reduce dalla ritirata di Russia, viene a sapere dell’armistizio nella caserma di Montorio, oggi periferia di Verona. Fatto prigioniero dai Tedeschi, sente che è giunto “il momento di lottare per la mia libertà”: rifiuta l’arruolamento nei reparti militari italo-tedeschi, abbandona lo zaino, prende con sé una borsa con vestiti borghesi messi da parte in precedenza, e con un commilitone s’infila in un tombino di scarico delle fogne.

Dunque [… ] si tratta d’una cosa mia personale accadutami da militare, in un mattino dopo i susseguenti primi giorni dell’otto settembre 1943. Allora mi trovavo a Montorio di Verona, nella caserma, in attesa di nuove disposizioni dopo gli eventi avvenuti con la caduta del Regime Fascista e lo sfasciamento delle Forze Armate.

Io allora ero appena da poco tempo rientrato dal fronte Russo, con le peripezie mie provate con la ritirata in quell’inverno freddo, ma fortunato o graziato di avermi salvato e ritornato in Italia. Ma improvvisamente mi sono trovato come tutti gli altri militari presenti a questo nuovo evento militare, tragico e confusionale, disordinato, e quasi subito immediato, ci siamo trovati presi e dominati dai Tedeschi, che ci disarmarono lasciandoci umiliati, nell’abbandono personale, attendendo notizie tranquillanti nei nostri riguardi da parte dei nostri comandi del reparto del nostro gruppo. Ma che non arrivarono mai, lasciandoci in balia ai Tedeschi.

[Per saperne di più…] su di noi8 settembre 1943: fuga nel tunnel

Archiviato in: Angelo Vianello, Giannarosa Vivian Etichettato con: 8 settembre, Montorio Veronese, Pellestrina, ricordi

  • « Go to Previous Page
  • Go to page 1
  • Go to page 2
  • Go to page 3
  • Go to page 4
  • Go to Next Page »

Barra laterale primaria

Per informazioni e per ricevere la newsletter scrivi a:

info@storiamestre.it

Cerca nel sito

Archivio

Ultimi commenti

  • manlio calegari su Mappe mentali al referendum. Note e letture
  • ANGELO LUIGI su La fabbrica nella polvere. Immagini e riflessioni (dicembre 2013-giugno 2014)
  • Stefano su La zona delle risorgive non esiste più. Viaggio lungo il fiume Zero, dalle sorgenti alla foce
  • aldo su Il Villaggio marino di Caroman. Una gita e un libro (agosto 2012)
  • Mauro Pitteri su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano
  • Pietro Lisurto su “Per fortuna è durata poco”. Due settimane in un istituto professionale del trevigiano

Copyright storiAmestre © 2019

Il sito storiAmestre utilizza cookie tecnici ed analytics. Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra in linea con la nuova GDPR.Accetto Ulteriori informazioni
Aggiornamento privacy e cookie (GDPR)

Necessari Sempre abilitato