di Alberto Cavaglion
Anche quest’ anno, il nostro amico Alberto Cavaglion ci ha fatto avere un saluto e un pensiero per il 25 aprile, “giorno della Liberazione non dal fascismo degli altri, contro cui è facile prendersela adesso, ma contro il fascismo che è stato dentro la nostra coscienza”. Lo fa ricordandoci anche che nel 2016 cade il centenario della nascita di Giorgio Bassani. Il suggerimento è quello di leggere Bassani come storico del fascismo e del post-fascismo: da un giardino di Ferrara, a un Lido adriatico, fino a una lapide in via Mazzini, con l’urlo furibondo (e, prima, la risata irriverente di fronte alla lapide con il suo nome) di Geo Josz.
Un 25 aprile dominato dalla figura del sindaco-museografo? Se io fossi sindaco di Ferrara, in occasione della festa della Liberazione, farei lo sgambetto al sindaco di Predappio e invece di un museo del Fascismo che non si farà mai, chiederei soldi (pochi) per scoprire una lapide in via Mazzini. Un solo nome inciso sopra. Geo Josz, il protagonista della “storia ferrarese” di Giorgio Bassani, forse la cosa più bella scritta dall’autore di cui si va a celebrare – fino a oggi in sordina – il centenario della nascita. Lettura salubre, priva di inutili scenografie museali, utile a un giovane per capire che cosa sia stato davvero il fascismo per gli italiani.