a cura di sAm
Alla vigilia della prima presentazione pubblica del Quaderno 12 “Rivolta e tradimento. Sudditi fedeli all’imperatore raccontano il Quarantotto veneziano”, presentiamo alcune pagine tratte dall’introduzione di Piero Brunello, dai testi di Anton von Steinbüchel, di Ferdinand von Zichy e di Georges de Pimodan, e dal saggio di Luca Pes.
L’Ungaro voleva esser libero, ma oppressore dello Slavo e del Valacco. Il Viennese voleva esser libero, ma opprimere e lo Slavo e il Valacco, e l’Ungaro stesso e l’Italiano.
Carlo Cattaneo, Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra. Memorie (edizione a cura di M. Meriggi, Feltrinelli, Milano 2011, p. 240).
1. Dall’Introduzione, di Piero Brunello
Tre racconti
La caduta del governo austriaco a Venezia nel marzo del 1848 fu inaspettata. La sera della domenica, dal suo ufficio nelle Procuratie nuove, il governatore civile conte Palffy si affacciò a una finestra che dava su piazza San Marco e annunciò la costituzione. Tre giorni dopo, la mattina del mercoledì, l’Arsenale era in mano alla Guardia civica e dopo poche ore il conte Zichy, governatore militare della città, sottoscrisse la capitolazione.
Fin da subito si formarono almeno tre racconti. Il primo diceva che era stato un miracolo della Madonna. Il secondo, che si trattava di una rivoluzione politica. Il terzo denunciava il tradimento dei funzionari e degli ufficiali asburgici.
[Leggi di più…] infoRivolta, tradimento e racconto. Pagine dal Quaderno 12