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18 marzo

«Il mio posto è dalla parte di chi griderà: Viva la Repubblica democratica e sociale!». Pagine dal «Bachelier» 

18/03/2020

di Jules Vallès, a cura di Enrico Zanette

Ricordiamo il 18 marzo, giorno del 1871 in cui cominciò la storia della Comune di Parigi. Per l’occasione il nostro amico e socio Enrico Zanette ha scelto e tradotto alcune pagine del romanzo di Jules Vallès, Le bachelier (1879-1881, secondo volume della trilogia a sfondo autobiografico completata da L’enfant e L’insurgé).

Voglio bene a quelli che soffrono, fa parte della mia natura, è così – e malgrado il mio modo di fare sanguigno e indolente, ricordo, penso, il mio cervello lavora. Leggo libri che parlano della miseria. 

La fede politica, il fuoco repubblicano si sono impossessati di una buona parte del mio cuore. Siamo un nucleo di repubblicani avanzati. Non andiamo d’accordo su tutto, ma siamo tutti per la Rivoluzione. «93, IL PUNTO CULMINANTE DELLA STORIA; LA CONVENZIONE, CHE ILIADE; I NOSTRI PADRI, CHE GIGANTI!». 

Quando dico che siamo d’accordo, intendo che abbiamo rischiato di venire alle mani più di una volta: un giorno ho dato a Robespierre del sorvegliante di collegio e a Jean-Jacques della pigna. 

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“Siamo noi, questi refrattari”. La Comune, Jules Vallès e Felice Cameroni

17/03/2018

di Filippo Benfante

18 marzo 1871-18 marzo 2018: per l’anniversario della Comune di Parigi, pubblichiamo un saggio in cui Filippo Benfante ripercorre le vicende della prima traduzione italiana dei Refrattari di “Giulio Vallès, membro della Comune”, promossa dal giornalista e critico letterario della Scapigliatura milanese Felice Cameroni. All’indomani degli eventi di Parigi, Cameroni proponeva di leggere i Réfractaires celebrati da Vallès nel decennio precedente per rompere i canoni tanto estetici quanto politici dell’Italia post-risorgimentale: “bohème, avanguardia del proletariato che soffre ed anela distruggere la schiavitù dei bianchi, ed il vassallaggio del lavoro alla bancocrazia”.

È possibile anche scaricare un pdf del testo, con illustrazioni, cliccando qui.

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In pochi per la Comune. 18 marzo 1881-18 marzo 2017

18/03/2017

di Enrico Zanette

18 marzo 1871, a Parigi cominciano i giorni della Comune. Anche quest’anno ci uniamo idealmente e con riconoscenza ai nostri compagni e alle nostre compagne che alla fine dell’Ottocento “rischiando il carcere, celebravano il 18 marzo in ricordo della Comune”. Con una nota su Natale Della Torre.

La sera del 18 marzo 1881 nella piazzetta della Lega ad Alessandria si trovarono in pochi. Era un venerdì. A quell’ora doveva essere un gran via vai di gente, chi rientrava dal lavoro, chi usciva per fare due passi; c’era anche chi si era fermato a osservare, attratto, forse, dalle voci che giravano sul singolare appuntamento. Giorni prima era circolato un biglietto anonimo, distribuito in alcune botteghe e società operaie, che invitava a festeggiare in piazza la Comune di Parigi. Era una specie di grande biglietto da visita nel quale si leggeva in un bel corsivo blu:

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Uno spettro s’aggira per l’Europa: la Comune

18/03/2016

di Federico Chabod, a cura di Filippo Benfante

Ricordare la Comune in tempi di guerra? Per il 145esimo anniversario dell’insurrezione parigina, che cade questo 18 marzo, riprendiamo un documento pubblicato nel giugno 1941 da uno dei più grandi storici italiani del Novecento, Federico Chabod. Siamo a un anno tondo dall’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale e nella scia dell’allora settantesimo anniversario della repressione della Comune, durante la “settimana di sangue” del 21-28 maggio 1871. Sul numero 5 della rivista Popoli. Quindicinale di storia e geografia, Chabod presentava una lettera del conte Zaluski, incaricato d’affari austro-ungarico presso il governo italiano, che informava il suo capo, conte Federico Ferdinando di Beust, cancelliere dell’impero austro-ungarico, delle preoccupazioni manifestate in una conversazione privata dal ministro degli affari esteri italiano, Emilio Visconti Venosta.

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La Comune antimilitarista. Un ricordo e un appuntamento

18/03/2015

di Enrico Zanette

Come abbiamo già fatto in passato, torniamo a celebrare l’anniversario di un evento che ha segnato la storia e la fantasia del movimento operaio internazionale. Il 18 marzo 1871 la popolazione parigina insorse contro il governo repubblicano insediato a Versailles. Cominciavano così i 72 giorni della Comune.

Enrico Zanette è autore di un libro sull’uso pubblico della memoria della Comune che abbiamo già presentato sul nostro sito e di cui si discuterà sabato 21 marzo 2015 presso l’Ateneo degli Imperfetti di Marghera. Potete scaricare il volantino dell’incontro cliccando qui.

Oggi è il 18 marzo, anniversario della Comune di Parigi. In un mondo in guerra permanente, mi piace ricordare che fu, nei suoi giorni, una delle prime espressioni dell’antimilitarismo. Un evento in particolare lo testimonia, la demolizione della colonna Vendôme. 

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La festa della Commune. 18-28 marzo 1871

28/03/2013

tre testi di Jules Vallès, a cura di Filippo Benfante

A marzo comincia un ciclo di anniversari che ci stanno a cuore: la primavera è annunciata in tutta Europa dalle rivoluzioni del 1848, e dalla Comune di Parigi del 1871; arriveranno il 25 aprile della Liberazione e il Primo maggio; infine daremo l’ultimo saluto ai comunardi, arriva il tempo delle ciliegie e quello della “semaine sanglante”, ovvero la tragica fine dell’ultima rivoluzione parigina dell’Ottocento. Filippo Benfante riprende il testimone da Enrico Zanette, autore della nota sul 18 marzo che abbiamo pubblicato l’anno scorso, per presentare tre testi contemporanei di Jules Vallès, che aiutano a ricordare la Comune di Parigi e a discutere il senso di quegli avvenimenti.

Introduzione, di Filippo Benfante

1. Gli anniversari si celebrano sia pensando al passato che proiettandosi nel futuro. Sono in entrambi i casi un fermo immagine che seleziona un evento, una data, un luogo, dei protagonisti: così è per il 18 marzo della Comune di Parigi. Ancora notte sulla collina di Montmartre, l’esercito della repubblica, nata il 4 settembre 1870 dalla disfatta di Napoleone III nella guerra contro la Prussia, tenta di requisire i cannoni della guardia nazionale di Parigi, cioè di quella milizia cittadina formata – almeno in teoria – da tutti i maschi adulti che è stata mobilitata per far fronte all’assedio nemico. È a tutti gli effetti un’operazione di ordine pubblico: il governo cerca di prevenire ogni guaio. Da settimane, infatti, il clima di Parigi è quello che precede le rivoluzioni. Le ragioni dell’esasperazione del popolo parigino sono tante. Ci sono stati quasi cinque mesi d’assedio, durissimi, aggravati da un inverno terribile, uno dei peggiori del secolo: tanti morti, freddo, fame, lavori fermi, niente salario, miseria. Legato com’è a un’idea di repubblica “democratica e sociale”, capace cioè di garantire la partecipazione di tutti al governo e l’eguaglianza sociale, il popolo di Parigi (ma non solo, succede lo stesso anche in molte altre città francesi) si domanda che razza di repubblica ha di fronte: dalle elezioni di febbraio, organizzate in fretta e furia per avere un governo legale che firmi la pace con la Prussia – sulla base dell’armistizio di fine gennaio –, sono usciti un parlamento reazionario, con un’ampia maggioranza di monarchici e una buona minoranza di bonapartisti, e un governo guidato da Adolphe Thiers, l'uomo di tutti i regimi politici che ha conosciuto la Francia dagli anni 1830. Dal canto suo, l’assemblea diffida così tanto di Parigi e dei suoi umori repubblicani che decide di non rientrare nella capitale, ma di installarsi a Versailles.

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