di Alessandro Voltolina
"Uno sfogo alla mia inquietudine per aver visto uno scippo così clamoroso senza poter far nulla": così Sandro Voltolina, amico e socio di sAm, ci ha presentato questa sua nota che sollecita anche un intevento del direttivo dell’associazione. In attesa di un seguito, se ci sarà, ringraziamo Voltolina.
Scoprite il profumo del ‘900: così titola "La Repubblica" (pp. 40-41 del 18 agosto 2010) un articolo, firmato da Francesco Erbani, dedicato al museo che, prima o poi, verrà inaugurato a Mestre. Ho sempre pensato che dovevamo essere fieri di aver avuto per primi questa idea e che non dovevamo risentirci troppo se fossimo stati scippati da qualcuno più bravo di noi a trovare i soldi. Leggendo l’articolo di la Repubblica ho però sentito che non mi piaceva più questa mia orgogliosa presa di posizione. Direi che sono arrabbiato, anzi più che arrabbiato. Mi secca molto che l’idea e il progetto e il libro curato da Fabio Brusò e Chiara Puppini per spiegarla e documentarla e poi tutto il resto – come sanno bene Claudio Zanlorenzi, Fabio Brusò, Giovanna Lazzarin, Piero Brunello e tanti altri –, debba essere elegantemente preso da altre mani. Mi piacerebbe che gli amici del direttivo ribadissero subito, e ad alta voce, che il signor Giuliano Segre, sta usando idee altrui con i soldi di tutti.
Con la stima di sempre Alessandro Voltolina
Nota della redazione: nel corso della primavera 2009 l’associazione organizzò un incontro pubblico sul tema. Il sito ha in seguito pubblicato il testo dell’invito di sAm, l’intervento di apertura di Claudio Pasqual e quello di Piero Brunello.
Ernani dice
Oddio Tom, due marziani invece di uno? Ho riletto, è vero. Il fatto è che in tutta l’intervista i punti di vista dei due interlocutori si sovrappongono. Nel punto specifico, è il giornalista a scrivere: “l’accostamento di due parole come ‘museo’ e ‘Mestre’ è inedito”; e immediatamente dopo l’interlocutore “riprende” (così è nel testo) dicendo che “Mestre ha anche altri progetti rivoluzionari”, come se condividesse l’opinione e la ribadisse con altri esempi. Mi scuso per la svista. Ma è tutto l’articolo a essere uniformato da un tono celebrativo e promozionale.
tom dice
Non si capisce cos’è che non vi va. Di non essere stati citati riconosciuti come i primi ideatori del progetto di museo sul novecento? il fatto che il comune vi ignora e non vi da spazio? o che le associazioni chiamate a raccolta non hanno risposto e vi hanno lasciati soli? da come se ne parla questo M9 sembra una bella cosa.
PS In un punto Ernani attribuisce all’intervistato le parole del giornalista.
Ernani dice
A Mestre sono sbarcati i marziani. Un giornalista che conosce la loro lingua è riuscito a intervistarne uno, il quale, probabilmente stordito dal lungo viaggio, ha annunciato: “l’accostamento di due parole come ‘museo’ e ‘Mestre’ è inedito”. Dopo aver detto qualcosa a proposito di ‘altri progetti rivoluzionari’ per la città, il marziano ha dichiarato che è giunto il tempo di chiedere a Mestre “una partecipazione non passiva ma attiva”, e ha fatto l’esempio di Gardaland. Il giornalista non ha fatto in tempo a fargli qualche domanda, perché tutto a un tratto il marziano si è dileguato, accennando a degli impegni con le due università veneziane. Fonte: “Un centro vivo, non un museo”, La Nuova Venezia, 26 agosto 2010.
redazione sito sAm dice
L’intervista a cui si riferisce Claudio Pasqual si può leggere a questo indirizzo:
http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2010/08/26/VMCPO_VMC02.html
Claudio Pasqual dice
E sì, in effetti fa proprio rabbia, specie per il fattore reiterazione: letta l’intervista a Giuliano Segre su La Nuova di due giorni fa? Un bell’esempio di ostentazione di meriti intellettuali amnesica sulle forze vive e pensanti di questa città e su quanto hanno detto, scritto, fatto.
Claudio Pasqual dice
Caro Alessandro,
è vero: il saprofita si nutre della sostanza dell’ospite, abbandonandolo infine a se stesso dopo averne senza darne segno risucchiato la linfa. Ma il mio stato d’animo corrisponde al disincanto. Condivido la tua rabbia con la ragione, meno con il sentimento. Consentimi una nota di pessimismo. Abbiamo opposto i nostri fuciletti di latta alla corazzata Fondazione, che ci ha scavalcato senza combattere, noncurante di noi sotto l’abito di una gelida condiscendenza. Avremmo forse potuto armare una fionda di Davide contro il nostro Golia se solo le associazioni culturali cittadine che avevamo chiamato a raccolta avessero risposto all’appello, ma sai chi c’era e come è finito quel giorno il confronto pubblico organizzato da storiAmestre al Candiani. Ci abbiamo provato, le cose che avevamo da dire le abbiamo dette forti e chiare, hanno finto di ascoltarci. A riprovarci, sarebbe credo solo una reazione d’orgoglio: ci basta? Facciano pure il loro museo, compito e dovere nostri rimanere vigili, osservare e criticare. Con amicizia, Claudio Pasqual