di Matteo Melchiorre
Pubblico qui alcune mie considerazioni su storiAmestre. Sono già apparse sul settimanale Carta, allegato Veneto. Rispetto all'articolo scritto per la rivista Carta, questo che segue contiene una menda, a mio parere significativa. Da socio di tarda acquisizione, avevo messo insieme il deceduto periodico Altrochemestre con un'associazione omonima, Altrochemestre. Pensavo, insomma, che Altrochemestre fosse la rivista dell'associazione Altrochemestre la quale, però, non è mai esistita come associazione visto che già esisteva storiAmestre. Altrochemestre è una questione, e storiAmestre è un'altra questione ancora. Il mio è stato un errore bello e buono. Me ne scuso. Per questa pubblicazione on line, dunque, è stato eseguito il dovuto ritocco. Agli amici di storiAmestre (e Altrochemestre) propongo, però, di tenere a mente Marc Bloch: un errore, quando capita, ha sempre un perché. Ce ne può essere uno da aggiungere alla mia insufficiente conoscenza della storia di storiAmestre?
Il sito che da pochi mesi si incontra in www.storiamestre.it è l’approdo più recente di un’associazione di cui appresi per la prima volta nel 2002: mi aveva incuriosito trovare, in un libro che stavo leggendo, una dedica agli “amici di Altrochemestre”. Al proposito avevo in mente soltanto alcuni numeri di una rivista, omonima. In seguito ho saputo che Altrochemestre-rivista e Altrochemestre-associazione erano due questioni distinte e che, morta la rivista, l’associazione era nel frattempo diventata storiAmestre.
Vi sono dunque due epoche: Altrochemestre è la più antica, inizia nel 1988 e si esaurisce nel 1998; storiAmestre, invece, è l’epoca d’oggi. Nella sostanza è cambiato poco: l’associazione si occupa di storia e di Mestre; coltiva, nella fattispecie, la storia contemporanea con tendenza alla storia sociale e dal basso; avanti gli uomini comuni, sullo sfondo altari ed eroi. Ogni storia richiede un luogo, almeno in partenza; in questo caso, il luogo è Mestre. Da qui, poi, l’orizzonte si amplia sul Veneto e più oltre ancora; ad esempio fin nel quartiere San Lorenzo, a Firenze. Perché partire proprio da Mestre? Primo, perché i fondatori dell’associazione sono mestrini; secondo, perché la città è un sunto denso di quello che le sta attorno. Si va male ad elencare i temi di storiAmestre. La chiave sta nell’atteggiamento più che nei contenuti. Sono stati studiati fascismo, anarchia, quartieri, persone, movimenti politici del ‘900, storie del lavoro, metodi per una ricerca onesta e civile, condizioni urbanistiche, storia delle donne, tecniche di inchiesta. La più viva delle intuizioni che animano storiAmestre è forse il tentativo di estendere al tempo presente l’indagine storica, con i suoi metodi, attenzioni e pretese. Com’è il presente guardandolo con gli occhi della storia? E, a guardarlo così, com’è il Veneto-Nordest? Il cuore vero di storiAmestre è l’amore per la comprensione del presente. Dunque – giocoforza – si deve cercare di sapere anche il passato. StoriAmestre non sta al chiuso, l’indagine storica prende senso dalla sua condivisione. Per avere un quadro completo delle iniziative si vada ancora in www.storiamestre.it.
L’associazione organizza dibattiti, cicli di conferenze, giornate di studio, presentazioni di libri, mostre, didattica nelle scuole. È recente, inoltre, l’impegno nella conservazione di fonti orali e iconografiche. Dall’anno scorso ci sono in più i Quaderni di storiAmestre. Si tratta di pubblicazioni autofinanziate, a scadenza stagionale, consigliabili per qualità, veste grafica e prezzo contenuto. S’occupano di problemi monografici. Fin qui ne sono usciti cinque. I titoli parlano da sé:
Piero Brunello, L'anarchico delle Barche. Notizie su Luciano Visentin, calzolaio (1898-1984), 2005;
Bloch notes. Domande e riflessioni nell'anniversario della morte di Marc Bloch (1944 – 2004), a cura di Elena Iorio e Filippo Benfante, 2005;
Christian De Vito, Cronache di anni neri. Dal quartiere San Lorenzo, Firenze 2003-2005, 2006.
È di prossima uscita il sesto quaderno, una raccolta di scritti di Gigi Corazzol, da cui si apprenderà, con gusto, che la storia è un problema di approcci e non di contenuti. A fare storiAmestre è però tutto il parlare che si mette insieme tra gli associati, e poi il suggerire, il chiedere, il consigliare, lo scriversi, il trovarsi. Non essendo una confraternita, non servono prove di nobiltà, patenti, titoli, esami. Si chiede e ci si iscrive. Chi vuole salda amicizie robuste, chi non vuole va e ascolta; fruisce. Immagino che, ad averlo chiesto a un altro socio, il giro sarebbe stato tutt’altro dal mio. Per penetrare a fondo nello spirito certo di storiAmestre mi si conceda quindi di rinviare a uno scritto sul quarto numero di Altrochemestre, 1996, ora anche on line. Va senz’altro consigliato: si tratta di una lettera indirizzata dritta ad Erodoto, padre della storia.