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L’associazione storiAmestre esprime solidarietà a quanti stanno effettuando un digiuno perché ci sia un’informazione chiara e una discussione pubblica sul Piano di assetto del territorio di Venezia e sulle conseguenze idrologiche, ecologiche, paesaggistiche, economiche e ambientali che esso comporta.
L’associazione fa proprie le ragioni della protesta e continuerà a offrire nel proprio sito (storiamestre.it) dati sul progetto, sull’iter decisionale e sulle iniziative di cittadini, comitati e associazioni.
A nome dell’associazione e del suo direttivo, la presidente Giannarosa Vivian
Giannarosa Vivian dice
Giovanna Lazzarin, segretaria del direttivo di storiAmestre, ha ricordato alcuni dei motivi per cui il Pat ha bisogno urgente di spiegazioni dettagliate, pubbliche e trasparenti. Questa esigenza avvertita da tanti – singoli, comitati e associazioni – è sentita in particolar modo da un’associazione di storia che persegue per sua natura l’accuratezza dei dati. Il Pat minaccia uno degli ultimi terreni agricoli del Comune di Venezia scampati al sacco edilizio: che tutto questo possa avvenire contro ogni logica ma nel rispetto delle procedure, è ancora più inquietante. Ha ragione Francesco Vallerani: è ora di uscire dall’apatia.
Giannarosa Vivian, presidente di storiAmestre
Francesco Vallerani dice
E’ ora di emergere dal silenzio assordante dell’accademia, che nel dramma di questa vicenda appare del tutto assente. Sono il primo a dichiararmi colpevole di una palese apatia in un momento così significativo per le sorti del futuro urbanistico e della qualità ambientale del territorio veneziano.
Avrei più di una scusa per placare il rimorso che mi rode per non aver dato il mio appoggio fattivo a chi da mesi si è impegnato in prima linea per il bene comune, per un’idea di città condivisa, per una diversa strategia progettuale. E in particolare avrei la scusa di essere assorbito anche da altre urgenze che stanno senza posa compromettendo altri settori del paesaggio veneto (ultima, e gravissima, la distruzione di uno dei più prestigiosi habitat idraulici d’Italia, le Fontane Bianche di Sernaglia, nell’alto tervigiano, per la costruzione di una diga che dovrebbe mettere in sicurezza la cementificazione diffusa lungo il basso Piave).
Un’altra scusa è la perdita di energia morale, l’oscillante insinuarsi di uno stato malinconico che l’ennesima udienza (ancora in tribunale, a Perugia, il prossimo 27 gennaio) per il processo che ci vede imputati, insieme all’amico e collega Mauro Varotto, per aver dato voce ai cittadini invisibili di S. Pietro di Rosà.
Vorrei trasmettere la mia totale solidarietà, per quanto possa valere, agli amici veneziani impegnati così generosamente nella difesa non solo dei loro luoghi vissuti, ma di un patrimonio che la collettività globale ci invidia e che abbiamo il dovere di preservare, specialmente nei confronti delle razionalità incrementali che non trovano alcuna condivisione nella maggioranza, ahimè distratta e indifferente, dei cittadini.
Un saluto caro
Francesco Vallerani, geografo veneto
Movimento di Cooperazione Educativa dice
Esprimiamo la massima convergenza con le ragioni della protesta contro PAT, che, se attuato, in particolare a Tessera provocherebbe dei dissesti idrogeologici.
A scuola gli insegnanti del MCE educano alla conoscenza del territorio lagunare, al rispetto dell’ambiente, alla ricerca di un equilibrio tra uomo e natura.
Operazioni a fini edilizi, commerciali, finanziari rischiano di peggiorare il precario equilibrio del nostro territorio.
Il MCE di Venezia esprime solidarietà con M. Boato e quanti stanno digiunando per ottenere massima trasparenza e informazione sulla questione, al fine di superare decisioni privatistiche e, attraverso pubblica discussione, giungere a una progettazione maggiormente condivisa.
Domenico Canciani per MCE VENEZIA MESTRE
Maria Giovanna Lazzarin dice
Cara Chiara,
in nome della trasparenza io avrei almeno due domande alle quali finora non ho avuto risposta:
1) come mai, se lo scopo del quadrante di Tessera è ampliare il casinò e costruire lo stadio, il PAT prevede a Tessera un’Area attrezzature economiche varie di 376.000 mq e un’area sportiva e spettacolo di 594.000 mq, che sommate fanno 970.000 mq, cioè più del doppio della superficie della città del Vaticano che è di 440.000 mq. Tieni presente che lo stadio di San Siro occupa complessivamente 48.000 mq (dati wikipedia).
2) Come mai l’area attrezzatura economica, se ce n’è bisogno, deve essere fatta in una zona a rischio idraulico, prevedendo spese aggiuntive per idrovore, bacini di laminazione, strade e sottoservizi, quando poco distante esiste una area attrezzatura economica già attrezzata di tutti i sottoservizi a Dese, vicina all’autostrada. E non mi dicano che è per far cassa.
Finora non ho mai sentito una risposta chiara, Micelli ha sempre glissato.
Se tu trovi una risposta chiara, visto il tuo nome, sarò felice di ascoltarla.
Giovanna
Chiara Puppini dice
cari tutte/i,
posto che la trasparenza nell’informazione è un valore da perseguire sempre, posto che a Michele Boato voglio bene e lo stimo per la funzione che svolge nel territorio, mi pare che il comune sul Pat stia agendo con trasparenza. Ci sono già stati infinite discussioni per presentarlo con la presenza di Micelli. Non solo: il Pat non indica cubature ma solo funzioni del territorio e a Tessera da sempre abbiamo detto che ci va lo stadio e il casinò, cioè lo sport e il (chiamiamolo così) divertimento. Non solo: tutti gli interventi devono essere accompagnati dal rischio idraulico. Inoltre una volta approvato il Pat nelle linee essenziali saranno aperte le osservazioni che potranno essere fatte entro un tempo determinato. Quindi: dove sta il problema? Nella mia malizia penso che un digiuno fatto dopo i bagordi delle feste abbia una funzione salutista…
Con affetto
Chiara