di Carlo Cappellari
Portapenne in onice alabastrino, di forma rettangolare 20 x 10 cm, realizzato da mio papà, che dal 1960 al 1980 è stato un operaio addetto al taglio del marmo in un’azienda del padovano.
Questo oggetto mi è tornato tra le mani a causa di un trasloco, quando da sopra un armadio è sceso un canestro pesantissimo, pieno di tante opere di mio papà realizzate in onice sia del Pakistan che Alabastrino.
Mio papà, ex contadino diventato migrante e operaio per necessità, tagliava l’onice alabastrino con potenti macchine tutte spruzzi d’acqua e sabbia per realizzare i componenti di servizi da fumo da tavolo e, ogni tanto, qualche resto di lavorazione gli faceva balenare un’idea, una forma. Metteva da parte lo scarto e se lo portava a casa.
Quando era così tardi che anche mia mamma dormiva già, cominciava a lavorare sullo scarto, senza usare attrezzi alimentati elettricamente, perché avrebbero scaldato l’onice e causato la sua incrinatura: tutto veniva scavato e levigato a mano per centinaia di ore.
Questo portapenne è solo una delle forme più semplici che sono uscite dalle sue mani, e una delle poche che possa suggerire una funzione all’oggetto realizzato. Altre forme sono così inutilmente belle da far pensare che mio papà sia stato in realtà un artista o meglio uno di quegli artigiani che, qualunque cosa facciano, creano un capolavoro.