di Mario Tonello
In occasione della festa per i 25 anni di storiAmestre, che si è tenuta il 25 maggio 2013 presso Forte Mezzacapo (Zelarino, Mestre), Mario Tonello ha presentato il sito che sta costruendo sulle passeggiate lungo i fiumi di Mestre e dintorni che già ci aveva segnalato in un post di qualche settimana fa. Avviseremo i nostri lettori quando il sito sarà in linea.
Io non sono uno storico dilettante né tanto meno professionista: devo quindi in qualche modo giustificare la mia presenza nella cerchia di storiAmestre. Sono un simpatizzante, o meglio sarebbe dire un fiancheggiatore, fin dagli ultimi decenni del secolo scorso. Se non fosse che il termine allude a un qualche riconoscimento onorifico, potrei aspirare al titolo di fiancheggiatore decano, o senior, o semplicemente anziano. Ma in realtà sono solo un fiancheggiatore seriale, e ho sviluppato nei confronti delle attività di storiaMestre una specie di dipendenza in forma benigna. E a questo si deve l’invito a intervenire alla festa. A questo e al tema dei “fiumi, fossi e canali” che da qualche tempo gode di inusitata popolarità nell’ambiente. Chi segue storiAmestre riconoscerà poi altri temi dell’associazione, che si ritrovano in vari Quaderni e in molti articoli pubblicati su storiamestre.it.
Un sito che suggerisce itinerari a piedi in città e nei dintorni, non prevalentemente salutista (per esempio “camminare per prevenire guai cardiocircolatori”), né prevalentemente filosofeggiante (“il camminare”, le metafore peripatetiche, “andare contro arrivare”, lo zen, ecc.) ma piuttosto documentario e metodologico, si inserisce direi a buon diritto nella periodica attenzione che l’Associazione rivolge all’“andare a vedere” e “raccontare”.
E l’idea è nata (e il sito è impostato) utilizzando il punto di vista sulla realtà che ho assorbito dalla vicinanza con le persone di storiAmestre. Perché cerca di guardare le cose prima (ma non invece) dei discorsi sulle cose, per l’attenzione al territorio in quanto vissuto dalle persone, per l’educazione alla curiosità, per l’abitudine a parlare di ciò che si è visto e sperimentato di persona. Penso per esempio a molte pagine di Giannarosa, così leggere che invece di galleggiare vanno al fondo delle cose, inesorabilmente.
Dichiarato (sebbene molto parzialmente) il mio debito, devo anche dire che un altro motivo di legame – più evidente forse, ma meno sostanziale – con l’attività e lo spirito di sAm sono i temi che tenterò di sviluppare nel mio sito. Per ora essi ricalcano ricerche e lavori ormai classici di sAm: inevitabilmente i Forti, la città del Novecento, e soprattutto, sempre per ora, i “fiumi, fossi e canali” dell’ultimo Quaderno curato da Luciana Granzotto e Giovanna Lazzarin, e dei recenti incontri del Candiani.
Si tratta intanto solo di poco più di un’intenzione, ma penso mi sia utile parlarne qui per dire a tutti che sono graditi e sollecitati contributi e collaborazioni.
È un sito di passeggiate, ho detto, di percorsi. E ho riflettuto che “percorsi” non è solo un sostantivo, ma anche un participio passato. I “percorsi” sono vie percorse da qualcuno. Da persone che nei luoghi sono vissute e che – di persona – hanno conosciuto, utilizzato, sofferto, trovato sostentamento, creato relazioni materiali e culturali, e non di rado sconsideratamente sfruttato o devastato.
Il tema dei fiumi che si riversano nella Laguna di Venezia mi è parso rivestisse anche un altro tipo di interesse storico (ma forse solo ideologico, non so). Venezia è stata costruita sull’acqua, Mestre no. Mestre, le città e le campagne circostanti sono attraversate – volenti o nolenti – da molte acque dolci che hanno trasportato per così dire la cultura dell’entroterra di paese in paese fino alla laguna fornendo alla città di mare vita e caratteri, e procurando problemi. La situazione attuale è quindi un palinsesto delle tracce di molti secoli di insediamenti, spesso leggibili solo da un occhio esercitato.
Queste passeggiate sono anche un’occasione appunto di esercitare l’occhio a leggere la lingua del paesaggio e a saper cogliere i segnali impressi nel territorio.
Contrasti: alla periferia di Noale, il Marzenego, la ferrovia Mestre-Trento, la tangenziale sopraelevata: ogni epoca passa sopra la precedente
Per rispettare questa dichiarazione di intenti sono necessarie alcune suggestioni di atteggiamento che il sito dovrebbe discretamente passare ai suoi lettori, a cominciare dal titolo. “A passi tardi e lenti” è una reminiscenza liceale petrarchesca, ma anche una allusione allo spirito dei movimenti “Slow”. Avevo pensato di chiamare il sito “Alzati e cammina” ma ho voluto evitare un invito troppo perentorio all’esercizio fisico, e poi il nome è già stato preso da un sito di suore. E così il motto evangelico “Lazare, veni foras”, che compare nella testata del sito, è scherzoso ma non polemico con chi preferisce stare dentro, a meno che non sia “stare dentro” a guardare la televisione.
La sezione dedicata ai fiumi l’ho chiamata “Le dolci acque di Mestre”, per continuare l’eco petrarchesco (ma per forza di cose non ho potuto alludere ad acque chiare e fresche), ma anche per esprimere un certo affetto e soprattutto per avvicinare il pensiero alle “acque salate” che pure fanno parte viva del paesaggio e dell’ambiente mestrino. Ho messo anche nella copertina della sezione qualche verso del sonetto “Solo e pensoso…” da cui ho preso il titolo. Scusate se lo riporto qui:
Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l’arena stampi.
(…)
sì ch’io mi credo omai che monti e piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita ch’è celata altrui. (…)
Mi sono permesso questo vezzo per far sapere che ho una ricca vita interiore, anche se nessuno lo sospetterebbe; ma soprattutto per far leggere (a voce alta) “che monti e piagge e fiumi e selve”, verso bellissimo per accompagnare il ritmo dei passi tardi e lenti.
Per descrivere le passeggiate proposte ho seguito queste intenzioni.
Devono essere accessibili alle capacità motorie del maggior numero di persone possibile: ragazzi e ragazze, giovani coppie e famigliole, anziani compresi (in questi ultimi anni ho notato in me una curiosa sensibilità verso gli anziani, non so perché).
I percorsi sono quindi suddivisi in tratti percorribili in giornata, le difficoltà sono sempre segnalate in anticipo, sono indicate distanze e “vie di fuga” verso mezzi pubblici o almeno strade asfaltate raggiungibili dalle auto, gli itinerari sono sempre accompagnati da fotografie per identificare bene i luoghi, ecc.
Ci sono anche alcuni elementi di contorno: una ricca “galleria” di fotografie, una serie di cartine particolareggiate dei singoli tratti di percorso (scaricabili e stampabili, così come i testi descrittivi); un archivio di documenti vari, ufficiali o di studiosi, movimenti, comitati, ecc.; indicazioni bibliografiche e siti coerenti con il tema, ecc.
Tra le case di Robegano Mulino: L'ex mulino Vian all'entrata di Maerne
Il Marzenego entra in Mestre Vicino a Maerne
E infine saranno inseriti dei brevi video di interventi di persone in qualche modo autorevoli, che possono far luce su aspetti particolari o sconosciuti dei corsi d’acqua descritti.
Per fare ciò invito tutta la galassia di storiAmestre a darmi una mano: sarebbe una pacchia.
A proposito: questa è una anticipazione che con molto piacere affido a storiAmestre e al suo sito. Infatti “A passi tardi e lenti” (www.apassitardielenti.it) non è ancora pubblicato, ma lo sarà tra breve, in modo che abbiate qualche alternativa per le passeggiate dell’estate, sempreché smetta di piovere.
Nota
Nel corso di questa presentazione ho voluto alludere a tre Quaderni di storiAmestre e ad alcuni articoli pubblicati sul sito dell'associazione:
Giannarosa Vivian, Per riva e per marina;
Andare a vedere, a cura di Claudio Pasqual e Maria Luciana Granzotto; l’articolo di Matteo Melchiorre, Camminare è stato ripubblicato in parte sul sito;
Acque alte a Mestre e dintorni, a cura di Maria Giovanna Lazzarin e Maria Luciana Granzotto.
All’inizio del 2012 Mirella Vedovetto ha scritto un bellissimo articolo sul camminare.
Maria Teresa Sega dice
Per unire la finalità conoscitiva con quella del piacere di camminare suggerisco una andata al Bosco di Mestre (oltre Favaro, dove c’è il Forte Cosenz), dove si sta ricostruendo in modo artificiale l’ambiente naturale originario: piantumazione di piante, costruzione di radure e di laghetti per la depurazione delle acque, canali di raccolta delle acque piovane. Passeggiando lungo i sentieri si può scoprire la porzione dedicata al rabbino Ottolenghi, quella dedicata a Franca Jarach e ai ragazzi argentini desaparecidos e quella dedicata a Zaher, ragazzo afgano morto dentro il camion sul quale era arrivato a Venezia. Doppia valenza conoscitiva: dell’ambiente e della memoria. Si può anche sedere e mirare e immaginare quello che c’è (o non c’è più) oltre la siepe, magari fare pic nic in compagnia, giocare a palla o leggere seduti sull’erba.
Rosanna Trolese dice
Bello bello e bravo, mi è molto piaciuto e…se tanto me da tanto…aspettiamo il resto!!!