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Dischi e volantini. Primo appuntamento con “Carte scoperte”, 22 febbraio 2022

19/02/2022

di sAm

Martedì 22 febbraio 2022, dalle 16 alle 19, avrà luogo il primo incontro del ciclo Carte scoperte. La comunicazione pubblica prima di internet (per una presentazione generale del programma, cliccare qui).

Nella sede dell’Università Ca’ Foscari a Mestre (via Torino, Aula Zanetto) si discuterà di un disco di propaganda politica (un 45 giri di Renato Rascel prodotto dalla Democrazia cristiana) e di volantini degli studenti dell’istituto Giordano Bruno di Mestre (1977-78). 

La prima parte dell’incontro sarà curata da Francesca Endrighetti con Ludovico Palazzo, la seconda da Claudio Pasqual e Stefano Sorteni con Maria Adele Allegro.

Attenzione: gli incontri sono pubblici, ma i posti limitati; per partecipare il 22 febbraio è necessario prenotare scrivendo al prof. Alessandro Casellato: casellat(at)unive.it

Copertina del 45 giri di Renato Rascel a cura della SPES-DC – Volantino del Collettivo comunista G. Bruno (27 gennaio 1978)

(Fondo Maurizio Antonello, presso il Centro di documentazione sulla città contemporanea)
 

Archiviato in:Agenda, Centro documentazione città contemporanea, sAm, Senza categoria Contrassegnato con: Alessandro Casellato, Carte scoperte, Claudio Pasqual, Francesca Endrighetti, Ludovico Palazzo, Maria Adele Allegro, Stefano Sorteni

Carte scoperte. Una iniziativa pubblica di storiAmestre (febbraio-aprile 2022)

15/02/2022

di sAm

Parte il ciclo di incontri Carte scoperte. La comunicazione pubblica prima di internet: sei martedì pomeriggio, primo appuntamento il 22 febbraio. Le altre date: 1 e 8 marzo, 5, 12 e 19 aprile. Attenzione: tutti gli incontri si terranno a Mestre, quattro presso la sede di Ca’ Foscari in via Torino, gli altri due presso il Teatro di Forte Mezzacapo. Ricorderemo gli appuntamenti di volta in volta sulla nostra pagina facebook. Gli incontri sono pubblici, ma occorre prenotare. Di seguito la presentazione e il programma dettagliato.

Dal 2009 storiAmestre è impegnata a custodire, nel Centro di documentazione sulla città contemporanea con sede in via Tiepolo a Zelarino, grazie a una convenzione con la Municipalità di Chirignago-Zelarino, un fondo documentario relativo agli ultimi decenni del XX secolo: al primo nucleo, costituito da quanto raccolto da Maurizio Antonello, socio di sAm scomparso nel 2003, si sono aggiunti via via nel tempo altri archivi privati. 

Custodire un fondo significa anche rendere noto il valore del patrimonio di documenti archivistici e materiale che lo compone, e invitarne alla consultazione e all’utilizzo ai fini della ricerca. In questa prospettiva, sAm propone una riflessione sulle forme di comunicazione pubblica prima di internet, prendendo in esame oggetti cartacei, materiali sonori, filmati, espressioni lessicali, modi di vestire, gesti simbolici, attività di controinformazione, che prende spunto dai fondi del Centro di documentazione sulla città contemporanea.

L’iniziativa pubblica Carte scoperte. La comunicazione pubblica prima di internet, organizzata in collaborazione con l’associazione Dalla guerra alla pace-Forte alla Gatta e con il Dipartimento di studi umanistici di Ca’ Foscari, parte da alcune domande: come avveniva la comunicazione nella seconda metà del Novecento? come essa strutturava uno spazio pubblico, formava un’opinione pubblica, esprimeva i conflitti sociali, in altre parole costruiva la realtà?

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Archiviato in:Agenda, Centro documentazione città contemporanea, sAm

“L’Arsenale è città, l’Arsenale alla città”. Immagini dalla manifestazione del 6 febbraio 2022

09/02/2022

a cura della redazione di storiamestre.it, foto di Franco Schenkel

Domenica 6 febbraio, dalle 10, si è svolta davanti all’Arsenale, a Venezia, una manifestazione promossa dal Forum Futuro Arsenale, a cui hanno aderito cittadine, cittadini e associazioni, tra cui storiAmestre. Questa iniziativa era stata preceduta dalla diffusione di un manifesto-appello, che contiene proposte per l’utilizzo pubblico dell’enorme area dell’Arsenale. 

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Archiviato in:Franco Schenkel, redazione sito sAm Contrassegnato con: Arsenale, manifestazione, Venezia

Da San Miguel alla Cita. Intervista a Rodrigo Díaz, esule cileno in Italia dal 1974 e residente a Marghera dal 1976

01/02/2022

Lorenzo Feltrin intervista Rodrigo Díaz

Nel corso delle sue ricerche su Porto Marghera, Lorenzo Feltrin ha raccolto la storia di vita di Rodrigo Díaz, che nel 1974, pochi mesi dopo il golpe di Pinochet, riuscì a scappare dal Cile e a rifugiarsi in Italia. Tuttora residente a Marghera, alla Cita, è direttore artistico del Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste. Il testo che segue è una breve rielaborazione di due lunghe interviste biografiche realizzate nel 2021. La militanza nell’Unidad Popular e l’11 settembre interrompe il lavoro a pagina 68; mesi di clandestinità e due arresti; l’arrivo a Roma nell’estate del 1974 e per il primo anniversario del golpe è a Mestre; un appartamento in via Galuppi e poi nel 1976 diventa “il primo extracomunitario della Cita”; gli incontri con i compagni a Marghera: ci si capisce peggio in italiano o in dialetto?; il cinema per affrontare “l’incertezza e lo sradicamento dell’esilio”.

Sono nato nel 1950 nella Valle di Colchagua, la terra del vino Carmenère, circa 140 chilometri a sud di Santiago. Mio padre faceva l’autista in un latifondo ma morì quando avevo meno di due anni. Mia madre restò così senza casa né reddito e tornò dai suoi a San Fernando, la capitale provinciale. Ma lì non trovava di che vivere e decise di trasferirsi da una sua sorella a Santiago, nel quartiere di San Miguel, dove sono cresciuto.

San Miguel era un quartiere popolare ma piuttosto misto, c’erano sia povertà che classe media. Fu lì che costruirono il primo monumento a Che Guevara in Cile, che scomparve naturalmente dopo il golpe. E fu lì che si formò la mia coscienza politica. Mia mamma simpatizzava per Salvador Allende dal 1952, da quando lei aveva 23 anni. Già a 13 anni avevo amici militanti e nel liceo mi attivai in prima persona nel Partito Socialista Cileno. Nel 1969, mentre studiavo all’università, cominciai a lavorare nella casa editrice Zig-Zag, che durante l’Unidad Popular passò alla “area sociale dell’economia” e si trasformò in «Quimantú»: si trattava di un progetto volto a “democratizzare il libro”, producendo opere a prezzi politici e distribuendole nei circuiti popolari. Per me fu una scuola, sia per le persone con cui lavorai sia perché mi permise di essere sempre aggiornato sulla politica di quegli anni.

(Immagine tratta da una pagina del sito https://www.antiwarsongs.org/)

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Luminello feltrino. Riflessi di luce da carte antiche

31/12/2021

di Guido Gambaredo, Romano Banco

Eravamo in cerca di un modo per condividere i nostri voti per un buon proseguimento nel 2022. Il nostro amico Gigi Corazzol ci ha segnalato lo scritto che offriamo grazie alla cortesia degli autori Gambaredo e Banco. Un gioco per l’ultimo giorno dell’anno, cercando luce e vite tra le carte conservate in due buste dell’Archivio della Curia Vescovile di Feltre. È un testo lungo, che speriamo accompagnerà – tra lettura e riletture – molti momenti dell’anno (degli anni) a venire. Qui di seguito ne offriamo solo le premesse, la versione integrale si legge cliccando qui.

Fiammelle qua e là per i prati 

friggono luci disperse ognuna in sé

quelle siamo noi, racimoli del fuoco

che pur disseminando resta pari a se stesso

è zero che dona, da zero, il suo vero

Andrea Zanzotto, Conglomerati

(Mondadori, Milano 2009, p. 121)

 

 

 

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Smuovere mezzo secolo di inerzia. Un bilancio e una proposta politica sul Parco fluviale del Marzenego 

24/12/2021

di Giorgio Sarto

Pubblichiamo il testo dell’intervento che il nostro amico e socio Giorgio Sarto ha tenuto il 16 giugno 2021 all’incontro del gruppo di lavoro di storiAmestre sul fiume Marzenego. Un bilancio di un’attività nata intorno al Contratto di Fiume ma che ne ha superato limiti e inerzie, portando avanti progetti autonomi e riuscendo a rivitalizzare, con l’aiuto di altre associazioni e di una petizione popolare, un’idea vecchia di mezzo secolo: la realizzazione del Parco fluviale del Marzenego. E una conclusione su prospettive future aperte e con una proposta politica da discutere. Lo pubblichiamo dopo che il 10 dicembre 2021 alcune associazioni della città metropolitana (Pro Loco di Martellago, I Sette Nani, Dalla Guerra alla Pace Forte alla Gatta, storiAmestre, Polisportiva Arcobaleno, Batemo i Trosi), hanno ufficialmente richiesto al sindaco della città metropolitana di Venezia e al Presidente del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive di essere “messe a conoscenza del progetto di fattibilità tecnico economica del Parco del Marzenego o, nel caso che la fase progettuale non sia così avanzata, dello stato della attuale progettazione”.

Il Contratto di Fiume non c’è più, le avvisaglie sono remote, abbiamo concluso con la Carta degli obiettivi, firmata nel dicembre 2015, dove grazie a noi, e non certo al Consorzio Acque Risorgive, è stato inserito anche il Parco fluviale del Marzenego.

Di fronte alla passività del Consorzio (il direttore Carlo Bendoricchio ogni volta che chiedevo: e il Contratto di fiume? Si spaventava e si ritirava senza rispondere) e alle esperienze pure utili con le scuole, credo che abbiamo fatto una mossa giusta portando avanti, anche in collaborazione con la proloco di Martellago, l’idea e l’azione del parco. Abbiamo partecipato più volte alla molinara di Martellago, dato il nostro contributo al convegno sul parco metropolitano e fatto incontri i più strani. Con Domenico Rampazzo della proloco e l’ex Commissario agli allagamenti Mariano Carraro siamo andati di brutto alla Direzione dell’ufficio Urbanistica di Venezia dicendo: ma il Comune vuole fare, o non vuole fare il parco?

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