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“Siete voi quello che sarà professore e bambinaia?”. Scene di lavoro precario in un romanzo dell’Ottocento

04/10/2020

di Jules Vallès, a cura di Enrico Zanette

Lo avevamo anticipato a marzo, per l’anniversario della Comune di Parigi: il nostro Enrico Zanette si era messo in testa di fornire la prima versione italiana del Bachelier di Jules Vallès, il secondo volume della trilogia autobiografica completata dall’Enfant (Il ragazzo o Il figlio, a seconda) e dall’Insurgé (L’insorto). In questi mesi ha completato la traduzione, ora disponibile in un volume delle Edizioni Spartaco: Il diplomato. 

È un romanzo dei nostri tempi per molte ragioni. Prendiamo solo alcuni aspetti dell’inizio di quest’anno scolastico: insegnanti precari, nomine precarie, stipendi precari, situazioni grottesche. Con le debite distanze, è quel che visse l’alter ego letterario di Vallès, il giovane diplomato in cerca di impiego Jacques Vingtras, circa 170 anni fa.

Mi rivolgo al vecchio Firmin, l’addetto al collocamento che ho conosciuto tempo fa con Matoussaint, ma che non mi riconosce subito… mi sono cresciuti i baffi. Gli parlo della mia intenzione di entrare nell’insegnamento. «Ma non è stagione! Povero ragazzo, non troverai nulla per il momento». […]

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Archiviato in:Enrico Zanette, Jules Vallès, Letture Contrassegnato con: lavoro precario, pagine scelte, scuola

Sui mancati miti fondativi dell’Italia. Uno scambio di lettere su Porta Pia

28/09/2020

di Giovanni Levi

Qualche giorno fa abbiamo sentito il nostro amico Giovanni Levi, per felicitarci per la nuova edizione del suo L’eredità immateriale (presentata a Venezia, presso l’Ateneo Veneto, il 22 settembre scorso) e per chiedergli un commento alla notizia del ministro della Salute della Repubblica italiana Roberto Speranza che nomina un arcivescovo alla presidenza della “Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana”; per di più a ridosso del centocinquantesimo anniversario di Porta Pia che anche noi abbiamo ricordato. Ci ha risposto così.

(fb, pb)

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Archiviato in:Giovanni Levi, La città invisibile Contrassegnato con: Italia, laicità, Porta Pia, storia, storiografia

Il tempo, un tempo. Dalla manifestazione di Roma, 26 settembre 2020

28/09/2020

di Filippo Benfante

Sabato 26 settembre si è svolta a Roma, in piazza del Popolo, la manifestazione nazionale lanciata dal Comitato Priorità alla Scuola con lo slogan “Senza scuola non ci sono diritti”. Pubblichiamo l’intervento di Filippo Benfante che, insieme a quello di Gloria Ghetti, ha chiuso il pomeriggio aperto da Costanza Margiotta e Maddalena Fragnito. La manifestazione si è svolta in forma “statica”, su un palco hanno preso la parola una ventina di persone, a partire dalle 15,30. A Roma, sabato 26 settembre, ha cominciato a piovere alle 15,30.

Verso la fine di questo lungo tempo in cui siamo stati insieme, in presenza, in sicurezza e in umidità, dopo tutte le cose che sono state dette, nel tempo che mi resta vorrei dire qualcosa proprio sul tempo. 

Il tempo atmosferico prima di tutto: quello delle terribili previsioni che a inizio settimana annunciavano pioggia per oggi. Non è sempre possibile smentire le previsioni o cambiare gli esiti, ma da aprile ci siamo abituati a tentare di farlo.

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Archiviato in:Filippo Benfante, La città invisibile Contrassegnato con: 26 settembre, Costanza Margiotta, Gloria Ghetti, intervento, Maddalena Fragnito, manifestazione, Priorità alla Scuola, Roma, scuola pubblica

20 settembre 1870. Notizie da Roma

20/09/2020

di Edmondo De Amicis e Ferdinand Gregorovius

Per il centocinquantesimo, abbiamo deciso di far caso anche all’anniversario della breccia di Porta Pia, interpellando due testimoni dell’epoca: Edmondo De Amicis, che entrò a Roma con l’esercito italiano, in qualità di ufficiale e di giornalista militare; e lo storico prussiano Ferdinand Gregorovius, che si era stabilito a Roma nel 1852, decidendo di intraprendere studi sulla Roma medievale. Mentre per De Amicis gli eventi si svolgono sotto lo sguardo di Marco Aurelio, cioè della Storia, per Gregorovius al contrario il 20 settembre è la fine della Storia che aveva reso grande la città. Con una nota finale.

1. Edmondo De Amicis, Il tricolore nelle mani di Marc’Aurelio

Il Campidoglio è ancora occupato dagli squadriglieri e dagli zuavi.

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Archiviato in:Edmondo De Amicis, Ferdinand Gregorovius, La città invisibile Contrassegnato con: 20 settembre 1870, anniversari, cronaca, diari, Porta Pia

La viabilità Brendole-Gazzera-Castellana e la salvaguardia dell’area di Rio Cimetto. Cronache dell’estate 2020 

12/09/2020

di Renzo Rivis e Giorgio Sarto

Continuiamo a documentare l’impegno per la salvaguardia dell’area dei meandri del Rio Cimetto all’interno del progetto del Parco Fluviale del Marzenego. Mentre fervono lavori (anche a ridosso della tangenziale) e inaugurazioni in fase pre-elettorale, ribadiamo le richieste avanzate con la Petizione firmata da 614 cittadine e cittadini e sostenuta da 21 associazioni, in vista di una viabilità Brendole-Gazzera-Castellana alternativa al progetto attuale, che conservi e valorizzi una preziosa area ambientale.

La vicenda delle attività e delle iniziative per la salvaguardia della preziosa area che comprende i meandri del Rio Cimetto, che abbiamo presentato su questo sito in marzo e in giugno, ha avuto un nuovo passaggio l’8 luglio 2020, con la riunione tra alcuni dei promotori e firmatari della Petizione per la realizzazione del Parco del Marzenego e l’Amministrazione Comunale, nella persona dell’Assessore Renato Boraso. Come è avvenuto per le cronache e resoconti precedenti, riportiamo qui i contenuti della riunione per la trasparenza e pubblicità che caratterizza tutta la iniziativa dal basso per il Parco Fluviale del Marzenego.

Meandri Rio Cimetto, anno 2007

Meandri Rio Cimetto, anno 2020

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Archiviato in:Giorgio Sarto, La città invisibile, Renzo Rivis Contrassegnato con: cronaca, Marzenego, Mestre, Parco fluviale, petizione, Rio Cimetto

Orgoglio partigiano. Uno scritto del 1952

08/09/2020

di Pietro Chiodi

Per ricordare l’8 settembre, quest’anno ricorriamo a uno scritto del filosofo Pietro Chiodi (1915-1970), uscito per la prima volta sul periodico «La Voce» di Cuneo il 28 settembre 1952. Chiodi, partigiano combattente, è noto anche per essere stato insegnante di Beppe Fenoglio. Il testo è in uscita insieme ad altri scritti nell’antologia Pietro Chiodi, Beppe Fenoglio e la Resistenza curata da Cesare Pianciola per le Edizioni dell’asino. Ringraziamo Pianciola anche per aver scritto una nota al testo appositamente per il nostro sito.

L’orgoglio non è una virtù. Non si dovrebbe mai essere orgogliosi. Tanto meno poi di aver fatto qualcosa, come il partigiano, che mirava proprio a ricostituire l’uguaglianza morale fra gli uomini, fra i cittadini, come membri di una collettività priva di discriminazioni e di «meriti» e di «orgoglio» patriottici. Ma, alle volte, dentro di me, mi succede di sentirmi pieno di un infinito orgoglio e sempre solo per una sola cosa: d’aver fatto il partigiano.

[Leggi di più…] infoOrgoglio partigiano. Uno scritto del 1952

Archiviato in:Cesare Pianciola, La città invisibile, Pietro Chiodi Contrassegnato con: 8 settembre, anniversari, antifascismo, pagine scelte

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