di Giannarosa Vivian
Pubblichiamo il discorso tenuto da Giannarosa Vivian, presidente di storiAmestre per il biennio 2012-2013, il 25 maggio 2013, a Forte Mezzacapo, in occasione della festa per i 25 anni di storiAmestre.
Nell’associazione storiAmestre la presidenza dura due anni. Anche se è casuale, devo dire che sono contenta che questo anniversario in cui festeggiamo i 25 anni di vita dell’associazione capiti mentre la presidente sono io.
Per le poche persone qui presenti che ancora non la conoscono dirò due parole su storiAmestre, e lo farò a partire dall’articolo 2 dello statuto. La finalità dell’associazione è conoscere la storia di Mestre e del territorio, di farlo con sguardo critico, e di analizzare sia lo sviluppo urbano sia la vita degli abitanti. Non ci siamo chiamati storia di Mestre ma storiAmestre (mettendo in rilievo la A) anche per l’attenzione alla vita delle persone che ci abitano. Le nostre domande partono dall’osservazione del presente. Per esempio l’ultimo Quaderno uscito nella collana che pubblichiamo dal 2005 – Acque alte a Mestre e dintorni. Storie, luoghi, persone – nasce da incontri che abbiamo fatto, tra noi e altri gruppi di cittadini, subito dopo l’alluvione del 2007 per capire cos’era successo, per indagarne le ragioni storiche e per discutere cosa si poteva fare. Abbiamo così continuato a ispirarci e a mettere in pratica lo Statuto secondo cui l’associazione si propone come momento d’incontro tra esperienze individuali e esperienze collettive. Chi volesse conoscere le nostre attività e i temi di cui ci siamo occupati negli ultimi anni può vedere i Quaderni della nostra collana e può seguirci sul sito internet storiamestre.it.
Tra un po’ passeremo alla lotteria. Il modo di fare che contraddistingue storiAmestre mi ricorda per certi versi le modalità con cui si tiene una lotteria, o almeno quella di stasera.
Chi ha qualcosa in casa la fa conoscere agli altri, la offre agli altri. Ogni oggetto racconta una storia, è bello saperla ascoltare. Sapere che altri possono avere interesse per un utensile o un soprammobile a cui non fai più caso aiuta anche te a scoprirlo e a tirarlo fuori da dov’era, e altrettanto succede a chi lo riceve, che si ritrova in mano non un pezzo di vetro, di carta, di stoffa, di metallo, ma una storia. Se uno è troppo abituato a un oggetto rischia di non vederlo più: l’interesse degli altri gli attribuisce, insomma, una nuova vita. E allora così come lo stesso oggetto visto con altri occhi assume un altro significato, allo stesso modo osservare la realtà da tanti punti di vista diversi permette di vederla meglio e di mettere in luce le relazioni che la strutturano. La gratuità dello scambio, infine, non è un aspetto secondario.
Abbiamo organizzato questa giornata, oltre che per festeggiare un anniversario, anche come forma di autofinanziamento, perché l’associazione si autofinanzia con le sue attività.
A questo proposito, a nome di storiAmestre, voglio ringraziare tutte le persone che sono qui anche per sostenerci, e tutti quelli che hanno reso possibile questa festa in tanti modi. Basta che mi guardi intorno in sala per fare un rapido elenco.
L’associazione Dalla guerra alla pace che ci ospita in questo forte e il suo presidente da sempre nostro socio.
L’Ateneo degli Imperfetti di Marghera con cui condividiamo altre iniziative e a cui dobbiamo la musica di stasera.
Il gruppo del Mce con cui collaboriamo fin dall’inizio: tra l’altro siamo praticamente condòmini avendo sempre condiviso, e in buona armonia, la sede, dai primi anni in piazzetta Castello a Mestre a quella attuale in via Ciardi alla Cipressina.
Il gruppo dei Celestini-Cicloliberi, che organizza a Chirignago attività sportiva per centinaia di bambini.
Il gruppo del Comitato Allagati di Favaro Veneto, con cui collaboriamo da quando ci occupiamo di acque alte.
Grazie a tutti quelli che hanno lavorato per la festa: chi ha fatto le spese e chi ha allestito le sale, chi ha fatto le torte e chi gli antipasti, chi ha donato i premi per la lotteria. Un ringraziamento particolare va al fornaio di Mira che ha offerto l’ottimo pane biologico.
Infine siccome è evidente che se teniamo questa festa oggi ciò è grazie all’impegno di storiAmestre intera, non resta che una cosa da fare: ringraziarci anche tra di noi, socie e soci.
Gli obiettivi che si era posta storiAmestre quando è nata sono tuttora importanti ed è bene che siano tenuti in vita. Penso alla passione per la storia, allo sguardo critico sul presente e all’impegno civile che anima la ricerca. La vicenda di storiAmestre mostra quanto è importante che esistano gruppi anche piccoli, basati sull’autonomia e sul mutuo scambio, perché fanno girare idee, mantengono il gusto della discussione e del confronto, rafforzano la convinzione che sia possibile migliorare le cose.
Venticinque anni sono pochi o sono tanti? Per quanto mi riguarda, venticinque anni fa non avrei osato immaginare una vita così lunga per la nostra associazione, e che sarebbe stata così intensa e ricca di iniziative. Tanto meno di trovarmi qui a tenere un discorso per questa celebrazione. Ciò dimostra che la vita riserva sempre delle sorprese, e che a ben guardare conviene pensare a venticinque anni alla volta.
Ed è con questo sentimento che vi invito a unirvi al brindisi con cui chiudiamo spesso i nostri incontri: Lunga vita a storiAmestre!