di Claudio Pasqual
Inverno bisestile 2016. Dalle luci di Natale a quelle di carnevale. Colonne sonore per le feste. Parcheggi intorno ai monumenti. Negozi che chiudono e negozi che non aprono. Giovani uomini armati di mitra in giro per la città. Comitati e campagne, striscioni e volantini. Immagini di Mestre: variazioni sul tema. Cantieri in profondità.
1 dicembre 2015
In piazza XXVII Ottobre, il parcheggio per le motociclette è stato lasciato (dimenticato?) praticamente addosso alla colonna della Sortita riposizionata.
Negli spazi della nuova galleria Barcella, il collegamento tra piazza Ferretto e piazzale Candiani, rimasti sempre vuoti dal giorno della riapertura, si stanno allestendo negozi temporanei per Natale.
Incontro tre auto di polizia urbana, due in piazza e una in via Poerio, mentre una quarta entra in via Brenta Vecchia; però alle diciotto e quarantacinque da via Poerio se ne vanno, la sorveglianza è finita.
9 dicembre 2015
Tre soldati di pattuglia in servizio di ordine pubblico, armati fino ai denti, mimetica e mitra, percorrono calle del Sale alle sei e tre quarti di sera. Ma hanno un’aria tutt’altro che vigile, parlano a voce alta, ridono.
10 dicembre 2015
I tre militari che attraversano via Circonvallazione tra via Antonio da Mestre e il parco Querini hanno un portamento più marziale; poi però in fondo alle strisce pedonali si girano e sorridono alla vecchina con il deambulatore alle loro spalle che ha sussurrato loro qualcosa.
12 dicembre 2015
Sulla cancellata del fabbricato in rovina di via Mestrina è comparso uno striscione a firma di “Mestre Bella”. Si apre con una dotta citazione dantesca, “Fatti non foste a viver come bruti”, poi più prosaicamente prosegue con un richiamo ad personam: “Sindaco Brugnaro dopo 27 anni riuscirà a demolire questo orribile rudere?”. Mi sono documentato: il fabbricato doveva essere demolito già negli ’80, ma il proprietario, un privato, non ha mai provveduto a causa di una disputa con il Comune. “Mestre Bella” è lo slogan con il quale lo scomparso Gaetano Zorzetto, consigliere e assessore comunale, prosindaco per la terraferma dal 1993 al 1995, lanciò negli anni ’80 la sua idea di rinnovamento della città. “Mestre Bella”, da quanto ho potuto capire, è una sigla che fa in qualche modo riferimento al Centro Studi Storici di Mestre di Roberto Stevanato.
13 dicembre 2016
Per le festività natalizie di quest’anno, la tendenza mi sembra essere al decentramento e alla simultaneità degli eventi, concerti/concertini e altri happening. Stasera, fra le diciotto e le diciannove, in piazzetta Pellicani una rock band strapazza Because the night di Patti Smith; in piazza Ferretto il nutrito coro dell’associazione Quodlibet di Mogliano Veneto intona canti della tradizione natalizia italiana ed europea; al bar Napa vicino al Centro Le Barche si esibisce un coro ridotto di gospel, molto bravi – forse gli stessi, solo in formazione ridotta, della sera prima in Piazzetta Pellicani?; in calle del Sale i commercianti hanno sistemato all’esterno banchetti coperti di tovaglie rosse e offrono dolcetti e bevande calde ai passanti: intanto un duo, tastiere e canto, esegue con un certo talento successi italiani. Fin che rimango là ascolto Un sabato italiano di Sergio Caputo e Via con me di Paolo Conte.
Colgo anche qualche commento, non tutti benevoli. In calle del Sale, dietro di me una coppia di mezza età, e lui a lei in veneto: “roba gratis, roba cattiva; la gente si ferma perché non paga, se gli chiedessi un euro cambierebbe strada; quei cani dei so morti!”. Al Napa, “dovrebbero farli tutti i giorni”, sento dire uno dietro di me mentre si allontana.
17 dicembre 2015
Venditori di rami di vischio. Nella stessa mattinata ne incontro tre in altrettanti punti diversi del centro: un ragazzo in via Allegri, davanti al negozio Tezenis; un uomo anziano all’imbocco di galleria Teatro Vecchio prima dell’Hotel Venezia; una ragazza in via Mestrina all’angolo con corso del Popolo.
1 gennaio 2016
Cose osservate durante queste festività natalizie. La città disseminata di cartelli rossi del Comune, “Le città in festa. Natale”, che pubblicizzavano le varie iniziative dell’ente locale. Prevalenza di cori e gospel negli spettacoli. Tanti alberi di Natale illuminati e luminarie del Comune in più strade che negli anni passati. Meno botti, pochi, a Capodanno.
17 gennaio 2016
Gli annunci di cessioni di attività una volta avevano un carattere neutro, anodino. Mi pare che da qualche tempo si siano complicati con notazioni biografiche, di storia della ditta, o psicologiche. Un esempio è il negozio di tappeti in via Fradeletto all’angolo con via Cecchini: “Dopo 28 anni, cedesi attività. Elimino tutto”.
21 gennaio 2016
Incrocio in continuazione, mentre vado in auto al lavoro, persone che alle sette e mezzo del mattino, con il termometro a quattro gradi sotto zero, sfidano il gelo andando al lavoro o a scuola, imbacuccati come siberiani, sulle loro biciclette. Sono tanti.
22 gennaio 2016
Mi imbatto nell’ennesima rappresentazione di Mestre. Questa compare in una pubblicità, esposta nella vetrina di una profumeria in via Allegri. Per la città c’è un doppio richiamo: uno iconico; l’altro verbale, diretto ed esplicito. Lo slogan, inserito nella cornice bianca del ritratto fotografico di una giovane coppia abbracciata, recita “Marionnaud presenta Innamorarsi a Mestre”. Quanto all’immagine, la torre dell’Orologio si conferma l’icona della città. In questo caso si tratta di una raffigurazione ambientata: la torre è posta al centro, attorniata dagli edifici di una città che risulta tuttavia anonima, che non riproduce la Mestre reale.
23 gennaio 2016
Le luminarie natalizie allestite dal Comune nelle vie del centro non sono ancora state spente.
25 gennaio 2016
Il lenzuolo sulla recinzione di villa Ceresa, poco dopo la rotonda del ristorante Dall’Amelia, in direzione via Miranese, chiede “Basta smog da traffico. Autobus e treni per tutti”. Non è firmato.
2 febbraio 2016
Ho sbirciato tra le assi che nascondono il cantiere di M9. Hanno scavato il piano interrato. È davvero profondo. Fa impressione.
5 febbraio 2016
Il web sta rivoluzionando il mercato, compreso quello del porno: certi prodotti hanno subito una rapida obsolescenza. Il videonoleggio di via Fradeletto ha un annuncio in vetrina: “svendita DVD hard a euro 5”.
9 febbraio 2016
Sul bancone del fornaio sotto casa mia trovo un volantino. È firmato “Comitato Sos Mestre-Venezia” e annuncia una manifestazione per il 13 febbraio alle 15, con partenza dai giardini di via Piave vicino alla stazione ferroviaria e arrivo in piazza Ferretto. Questo il testo: “Manifestazione apolitica – apartitica – pacifica! Certezza della pena! No allo svuota carceri! Stop degrado e criminalità! No reato eccesso colposo di legittima difesa!”. Nel logo del comitato lo “O” di SOS è una paletta nella quale è iscritta una mano aperta con il palmo rivolto verso chi guarda.
10 febbraio 2016
Hanno spento adesso le luminarie natalizie. Aveva ragione mia moglie, le tenevano accese per carnevale.
11 febbraio 2016
Il lenzuolo antismog di villa Ceresa penzola malinconicamente dalla siepe, zuppo di pioggia e grigio di polvere.
18 febbraio 2016
Da poco ha chiuso in pieno centro un outlet di abbigliamento. Sulla vetrina si può leggere il seguente cartello: “Ogni negozio che chiude è un scampolo di vita a cui la città rinuncia, per avviarsi colpevolmente verso un lento ma inesorabile declino. AD 30-1-16. Un cittadino qualunque”.
22 febbraio 2016
Dopo la legge che vieta di gettare i mozziconi di sigaretta per terra, primi avvistamenti in città: la mattina, una ragazza spegne in un cestino della spazzatura attrezzato (ma quanti ce ne sono in giro?); il pomeriggio, un uomo si china a gettare la cicca in un tombino della fognatura.
24 febbraio 2016
Scopro che in viale San Marco ha aperto un laboratorio di riparazione di orologi. Dentro scorgo un ragazzo, concentratissimo con il suo monocolo a scrutare dentro una cassa.
In un’altra vetrina di viale San Marco, un negozio di fotografo, trovo esposta un’altra rappresentazione di Mestre, questa volta eseguita con tecnica mista, unendo due diversi linguaggi: quattro dipinti su foto – vecchie immagini in bianco e nero della città di inizio Novecento, tra quelle più viste e pubblicate – colorate a tinte molto vivaci.
28 febbraio 2016
Un volantino fradicio di pioggia incollato a una colonna in Piazza Barche attira la mia attenzione. Mi colpisce il titolo: “Invasione in atto!”. Leggo. Non serve riassumere il testo, è di suo un compendio degli argomenti che si sentono di questi tempi contro profughi e migranti, formulati per giunta con un linguaggio di particolare virulenza. Vado alla firma e trasecolo, è tuttinpiedi@gmail.com, che sembra rimandare al circolo dell’area antagonista con sede in Villaggio San Marco di cui avevo già scritto in una nota del 4 ottobre 2015. Faccio per allontanarmi sconcertato, ma l’amico con il quale mi trovo in compagnia mi chiama indietro e mi addita la frase finale: “È ora di dire basta agli Stati Uniti d’America!”. Sconcertato dalle prime righe, mi era sfuggita. Il manifestino è una parodia satirica basata sul meccanismo del rovesciamento delle aspettative. Resta un documento singolare: la foto che ho preso mi risparmia di trascriverlo.
29 febbraio 2016
Avevo notato gli stalli per le motociclette appiccicati alla colonna della Sortita. Soltanto adesso è comparso sulle transenne che chiudono il monumento il cartello stradale di divieto di sosta cicli e motocicli su tutto il piazzale, con una freccia che indica i nuovi posti riservati in via Lazzari.