di Claudio Pasqual
Dalle ultime settimane d’estate all’autunno. Anche Mestre fa il cambio di stagione. La natura selvatica in città. Festival ed eventi in centro: pubblico di età media elevata, lo sguardo e i ricordi di Sergio Staino. Città motorizzate in cui si riesce a camminare, e città pedonali in cui non è più possibile farlo. Scritte e disegni. Un compleanno di bimbi al parco. Libri da salvare. Perché un cacerolazo alla Cipressina?
1 settembre 2014
Mestre in estate, anche in un’estate come questa, piovosa e freddina, sonnecchia, immersa in un letargico torpore. Non che nel presente momento di regressione e stanchezza la città mostri nel resto dell’anno particolare vivacità; ma insomma, come sempre in questa stagione rallenta il ritmo, svuota le vie, dirada le frequenze. Si trovano, è vero, isole dove pulsa un po’di vita, Forte Marghera o San Giuliano con i loro locali e spettacoli, e i centri commerciali della cintura, dove oziosi e famiglie si rinchiudono in cerca soprattutto del fresco dell’aria condizionata; i due mercati settimanali aggrumano per qualche ora in centro una folla di compratori; ma sono soltanto brevi accensioni, o nicchie da cui non promana energia.
Una città semiaddormentata può risvegliarsi tutta insieme e in un istante? Ieri, 31 agosto, poche auto in strada, marciapiedi semideserti, clima di stanca. Oggi, traffico di automobili, viavai di gente, un certo fermento nell’aria. È come se i suoi abitanti si fossero tacitamente accordati per rimettersi in moto contemporaneamente in questa precisa data. Settembre in effetti segna a Mestre la ripresa della vita culturale: in questo mese si svolgerà la terza edizione del “Festival della politica”, organizzato della Fondazione Pellicani, e cominciano le manifestazioni dell’autunno mestrino, denominato quest’anno “Mestre in centro”, un ciclo di incontri con scrittori, artisti, giornalisti, intellettuali, e poi concerti, fiere e mercati; esce il cartellone della stagione teatrale, di musica e danza al Toniolo.
Oggi, 1° settembre, è lunedì.
2 settembre 2014
Animali “selvatici” in città, nuovi avvistamenti. Due fagiani a distanza di cinque minuti: un maschio su un marciapiedi in fondo a via Vespucci, un esemplare femmina alla Porta Rossa del parco San Giuliano.
4 settembre 2014
Il mendicante nero che ha la sua postazione nel passaggio che dalla piazza porta al Candiani ha appeso al collo un rosario. Forse me ne accorgo soltanto ora, però ho la sensazione che il dettaglio costituisca una novità. Magari mi sbaglio, ma in tempi di califfati e relativi odi e efferatezze potrebbe essere questo, il messaggio: “che non pensiate che sia musulmano!”.
10 settembre 2014
Inizia il “Festival della politica” con un incontro su M9, il futuro museo di “Mestre Novecento”. La manifestazione della Fondazione Gianni Pellicani verte quest’anno sul tema “Politica e violenza”. Dopo la prima pietra, posata mesi fa, il cantiere di M9 è fermo. Ci vedo un nesso con il tema del festival: non è “violenza della politica” prendere impegni che non si rispettano, o che si assolvono con inspiegabile ritardo?
È quasi mezzanotte. Esco per andare a prendere mia figlia al cinema IMG al Candiani. Piove a dirotto. Sono in anticipo e ne approfitto per fare un giro in piazza e nelle vie circostanti. Che sono semideserte, mentre gli ultimi bar stanno per chiudere – e io che speravo di bere un caffè devo tenermi la voglia. In giro incontro solamente gruppetti di ragazzini dai vestiti leggeri e fradici di pioggia che si affrettano sui marciapiedi in cerca del più vicino riparo. Altri si sono accomodati sulle sedie sotto il tendone del Festival della politica al centro del piazzale e schiamazzano, non sembrano avere freddo né sonno, né alcuna fretta di ritirarsi. In piazza Ferretto due guardie giurate di un’agenzia di vigilanza privata, chiuse dentro l’automobile di servizio con la luce interna accesa, fanno la guardia alle sedie e alle piante del palco del festival. Nell’aria il rumore della pioggia che scroscia e, attutita ma distinta, la musica di un film in proiezione.
13 settembre 2014
Una città che invecchia si misura anche con i centri di protesi acustiche che ospita. Ce ne sono ben quattro, in centro, nel raggio di un chilometro, e due sono recenti. C’è la vecchia “Amplifon” in via Fapanni, presenza pioniera a Mestre. In via Einaudi al civico 28 c’è “AudioNova” e al 78 “Audium il benessere dell’udito”; in viale Garibaldi “L’udito”. Questi ultimi due sono stati aperti da poco.
All’incontro in piazzetta Pellicani con Gad Lerner, ospite al Festival della politica per parlare dell’Isis, si presenta tanta gente, più di quanta siano i posti a sedere a disposizione. Pubblico in maggioranza di età matura; si presume colto: come si dice , “pensante”; immagino prevalentemente orientato a sinistra. Eppure non si sottrae al malcostume di tenere i posti occupati per i compagni ritardatari, e oggi non sono pochi. Alla ricerca di un sedile, bisogna sopportare di chiedere e di sentirsi dire che quella borsa, quella giacca o maglia stanno lì per qualcuno che sicuramente è in procinto di arrivare. Poi quelli dell’organizzazione si decidono e fanno uscire dal cortile dell’ex scuola De Amicis un certo numero di sedie, comunque insufficiente a far accomodare tutti. Tutta questa folla sarà qui per Lerner o per l’argomento? Ma sento dire da una donna accanto a me che in piazzetta Battisti, a un altro incontro del pomeriggio, c’erano trenta posti per 150 persone, e hanno dovuto aggiungere sedie fin davanti all’ingresso del teatro Toniolo.
15 settembre 2014
Questa sera ospite di “Mestre in Centro” c’è Sergio Staino. Racconta anche la sua esperienza di visitatore occasionale a Mestre. Dice di essere stato quattro o cinque volte nella nostra “cittadina” (peraltro da giovane è stato studente di architettura a Venezia), da rivalutare gastronomicamente: ha mangiato al Lupo Nero, da Mariano e ai Veterani, in tutti e tre questi ristoranti ottimi piatti della cucina veneta.
17 settembre 2014
Certi locali hanno l’usanza di esporre lavagne sulle quali sono scritti con il gesso bianco i piatti e vini del giorno. Un bar del centro ha trasformato questa forma di pubblicità commerciale in un nuovo medium di comunicazione e protesta politica – di rivendicazione corporativa. Invece che sarde in saor e cabernet, si legge “Abbassate gli affitti in via Palazzo. – affitti + lavoro”.
21 settembre 2014
Vado a Venezia al convegno dell’Ateneo degli Imperfetti sulla prima guerra mondiale. All’una torno a Mestre. E scatta un pensiero banale, elementare: “a Mestre si cammina!”.
La protesta “No grandi navi” in programma a Venezia è stata altrettanto seguita a Mestre: nella fontana di Piazza Ferretto galleggia una riproduzione in polistirolo di una nave da crociera battezzata “Costa Discordia”; sul bordo della vasca, una riproduzione del campanile di San Marco.
22 settembre 2014
Canneti in città. E non dove devono trovarsi, negli spazi concepiti apposta perché vi attecchiscano, come negli stagni del parco di San Giuliano. Accanto alla rotonda che porta al supermercato Coop Campo Grande in zona Auchan c’è uno di quegli invasi adesso obbligatori nei nuovi complessi edilizi per la sicurezza idraulica. Forse perché non c’è un buon drenaggio, là sono spuntate le canne palustri.
25 settembre 2014
Ricordo i compleanni di mia figlia piccola: le festine si facevano in casa, ma quando i bambini invitati erano numerosi, si prenotava in locali pubblici, come il Break di via Carducci o L’Orto all’ultimo piano di Coin – dove adesso c’è Feltrinelli –, o una sala in qualche parrocchia. Oggi ho fatto esperienza di un’altra location la quale, mi dicono, in altre città non è così inusuale per un compleanno, ma qui a Mestre mi risulta nuova. Nel parchetto di via Einaudi, madre padre e due figli piccoli, forse dell’est, hanno appeso palloncini colorati allo schienale di una panchina, i bambini portano in testa un cappelluccio a cono colorato, la donna taglia la torta.
28 settembre 2014
Hanno tagliato le piante selvatiche dalle sponde del Marzenego in via Poerio.
29 settembre 2014
Su un muro di via Einaudi è comparsa una grande scritta in vernice nera: “La rivolta è bella solo se è disobbediente”. In linguistica si chiama tautologia.
2 ottobre 2014
Prendere una cantonata, essere smentito nelle proprie osservazioni, ma con il piacere di doversi scusare. È partito il cantiere di M9 con la ristrutturazione dell’ex distretto militare. Operai hanno montato l’impalcatura sulla facciata dell’edificio di via Poerio.
6 ottobre 2014
Un’amica mi ha raccontato un episodio riferitogli da uno dei protagonisti. È un austriaco senza fissa dimora che staziona sui gradini del teatro Corso, con il quale lei e il marito hanno fatto conoscenza e ogni tanto invitano a pranzo. Un giorno litiga con alcuni del Bangladesh, che gli inveiscono contro, dicendo che lui austriaco è uno straniero che dovrebbe tornarsene al suo paese; ma lui ribatte che gli stranieri sono loro, che lui è comunitario.
Oggi mi sono imbattuto in un’altra lavagnetta di bar dal contenuto inusitato. Forse si tratta di una nuova voga. Qui però il riferimento all’attualità, in questo caso politica, è usato per uno scopo più prevedibile: farsi pubblicità. All’esterno del bar di via Brenta Vecchia che una volta era “La Triestina” il titolare promette che se “Renzi ha dato a qualcuno 80 euro al mese, noi diamo a tutti ogni sabato il caffè a 50 centesimi”.
15 ottobre 2014
Ai due grandi della letteratura romantica italiana il Comune ha dedicato a Mestre due viuzze. Via Leopardi è una laterale di via Cappuccina, stretta stretta e di non più di una cinquantina di metri, fiancheggiata in parte da modeste casette a schiera d’inizio Ottocento, alla quale si accede da un sottopassaggio aperto al centro di un anonimo condominio anni Sessanta. Via Manzoni a Carpenedo, a fianco del patronato dietro la chiesa parrocchiale, non è più lunga né larga: venti metri e fa un gomito, altri venti e finisce.
16 ottobre 2014
Mi capita tra le mani il volantino di una lista studentesca che partecipa alle elezioni del Consiglio di istituto del liceo classico Franchetti. La lista si chiama “Concordia”. I due candidati si sono fatti fotografare in divisa da capitano di nave, sulla faccia un sorrisetto ammiccante e furbetto. Il motto è: “non affonderemo mai”. Dal numero dei voti che raccoglieranno verrà un indice di previsione della misura etica e civile della futura classe dirigente locale (in politica, nel giornalismo, nelle imprese, nelle professioni)?
26 ottobre 2014
Faccio una camminata mattutina da Mestre verso Zelarino e in direzione ospedale. I tombini sono tutti ostruiti dalle foglie cadute, i fossati ingombri d’erba e piante selvatiche.
2 novembre 2014
Mi avvicina una donna anziana, capelli grigi corti curati, abbigliamento dignitoso, la borsetta al braccio, aspetto di una qualunque pensionata, italiana, e mi chiede se ho un euro da darle.
7 novembre 2014
Un nuovo murale che rappresenta la città è comparso in piazza, sui tavoloni di legno che chiudono l’ex centro civico ed emeroteca, nuovo cantiere della riqualificazione di via Poerio e riviera XX Settembre, dopo lo scoperchiamento del fiume Marzenego. Rispetto a quello di corte Legrenzi, che propone la consueta, e ormai usurata, rappresentazione della terraferma con il centro mestrino e le fabbriche, questo invece richiama la città ampia, d’acqua e di terra, come un organismo unitario, il ponte lagunare quale cordone ombelicale. Per Mestre il dipinto offre una panoramica da piazza Ferretto a Venezia e vi figurano nuovi landmark oltre alla solita torre dell’Orologio: si riconoscono la chiesa di via Piave, il ponte strallato di Porto Marghera e le fabbriche (si torna all’anacronismo: di quelle non ce ne sono quasi più).
Quant’è moderna, quant’è trendy Mestre, pure descritta come una città stanca, spenta, languente; macché declino, quali possibilità vi si annidano! Non serve andare a Londra o a New York per fare esperienza di voghe da società opulenta! In via Einaudi, angolo via Padre Giuliani, sosta – di traverso sul marciapiede, ostruendone buona parte – il furgoncino di una ditta di Terrassa Padovana, la “Arcobaleno”, che ai suoi clienti offre un servizio di “Cremazione animali d’affezione”.
11 novembre 2014
Sono le cinque e mezzo del pomeriggio, vado in auto a Zelarino per una riunione. Su un marciapiede della Cipressina avanza un gruppo di persone e alcuni battono sulle pentole, in una sorta di cacerolazo nostrano. Non faccio in tempo a capire di che si tratta, non posso fermarmi perché non c’è parcheggio e poi ho fretta.
12 novembre 2014
Cerco sui giornali locali ma non c’è traccia del cacerolazo della Cipressina.
17 novembre 2014
La proprietà del teatro Corso, per impedire a senza tetto e mendicanti di sedersi, come facevano, sui davanzali dei finestroni e sui gradini dell’ingresso ha fatto montare una doppia sbarra trasversale di ferro sui primi e delle grate davanti alle porte – le prime fisse, le seconde rimovibili e chiuse con lucchetti, altrimenti gli spettatori non potrebbero entrare in sala. Sulla sbarra superiore è stato saldato un profilo in forma di una sottile lamina a ondine: serve a impedire che si usi la sbarra come sedile.
21 novembre 2014
In auto con mia figlia, sulla strada che fiancheggia il piazzale da Vinci rinnovato sul lato sud, tra le vie Dante e Cappuccina. Mi fa notare che una corsia è asfaltata di fresco e l’altra no. Una società privata ha realizzato sul piazzale un parcheggio interrato e a raso e ha ripristinato la metà di strada dalla sua parte. I lavori sono finito da un po’, il parcheggio è aperto da qualche settimana, l’altra metà attende di essere rifatta. A chi spetterebbe? Al Comune, suppongo.
22 novembre 2014
In via Brenta Vecchia qualcuno ha abbandonato accanto a una campana per la raccolta della carta due borsoni pieni di libri. Un ragazzo, aspetto da studente d’università, ci fruga dentro, ne ha già estratto qualcuno, che immagino si porterà via. Mi viene in mente che un istante prima sulla stessa strada avevo incrociato quattro giovanotti e uno teneva in mano un libro dall’aspetto non nuovo, e mi era parso che ne parlassero. Mi avvicino per curiosare. “Una follia”, dice il ragazzo occhialuto e barbuto, “mai avrei fatto una cosa simile”, di gettare dei libri. Ma non erano stati buttati via; se erano stati lasciati fuori e non dentro la campana, non era stato per dare loro un’estrema possibilità di salvezza?
Claudio Pasqual dice
Grazie a Massimo Semenzato per la sua preziosa segnalazione. Fa piacere questo scambio di informazioni fra chi scrive e i suoi interlocutori. Claudio Pasqual.
rodolfo marcolin dice
Stessa sensazione alla vista del questuante nero in piazzale Candiani, molto evidente il grande crocefisso bianco su vestito scuro. Piccolo flash: due ragazze giovani, a cui chiedeva carità, rispondono: “Ci dispiace, abbiamo appena lasciato l’elemosina in chiesa!”(…sei arrivato troppo tardi!)
Massimo Semenzato dice
Cacerolazo nostrano:
ho notato che nel quartiere Cipressina l’11 novembre si celebra la festa di san Martino “alla veneziana” (ovvero, come ancora accade nel centro storico lagunare); lo strepitio di oggetti metallici è creato dai gruppi di ragazzi che percorrendo le vie declamano la cantilena “san Martin xe ‘ndà in sofita a trovar la so novissa…” o simili, realizzando una giocosa questua…