di Carlo Cappellari
Terza puntata speciale delle escursioni (nel raggio consentito dalle disposizioni in vigore) del nostro Carlo Cappellari. Si torna sui cartelli: indicazioni sulle distanze da mantenere.
Distanze di sicurezza
Carissima Compagnia Gongolante,
l’unità di misura più utilizzata in questo periodo è senza dubbio il metro che viene considerata la distanza di sicurezza per evitare il contagio dal virus. Il metro ha fatto ingresso nel vocabolario dell’emergenza coronavirus a partire da inizio marzo. La prima volta che ho visto un cartello (riciclo di tovaglietta in dotazione agli avventori) che riportava l’avvertimento a “osservare la distanza minima di 1 m” è stato in un’osteria di Marghera dove era stato adottato quale ulteriore presidio un “sapone per mani alcolico” in linea con la mission del locale . Sono le ultime immagini che ho dell’osteria, dato che la settimana successiva ha chiuso a seguito dei provvedimenti dell’8 marzo.
Il 9 marzo la distanza di sicurezza di un metro dilagava ovunque venendo adottata dalla pasticceria che vanta il logo più dark del territorio, costituito da un teschietto con fiocchetto rosa parzialmente affogato nella cioccolata di una sacher a doppia farcitura e il motto “Buono da morire!”. Di questo cartello comunque vi avevo già parlato.
La Confesercenti ha dotato i suoi iscritti di un cartello in questo senso così come la FIT (Federazione Italiana Tabaccai).
Il 14 marzo anche l’ACTV ( Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) ha esposto a tutte le fermate un cartello chiarissimo per gli anglofoni e gli autoctoni. E se non si parla né italiano né inglese? Il disegnetto esplicativo sembra alludere alla distanza da tenere solo fra un maschio e una femmina, facendo riferimento genericamente alla zona busto.
Interessante e articolato il cartello della fioreria che distingue fra i clienti che devono rispettare il metro di distanza e gli acquirenti che non devono entrare più di due alla volta.
La chiarezza totale è stata fatta dalle Poste Italiane che nel loro cartello, appeso fuori dall’ingresso, evidenziano che di “persone” stiamo parlando: stando al disegno la distanza va considerata fra le due teste.
Questa precisazione è alquanto opportuna perché, mentre le dimensioni delle nostre teste variano di qualche centimetro, le dimensioni dei nostri fianchi variano di decine di centimetri.
In un esperimento condotto in famiglia, ho potuto appurare che a contatto con le pance la mia bocca e quella di mia moglie si trovano a ben 35 centimetri l’una dall’altra. Se ne deduce che è sufficiente a me e a mia moglie stare a 65 centimetri di distanza-pancia per essere a un metro di distanza-bocca.
Basi grandi
Carletto da Camisan diventato venexian metropolitan