di Carlo Cappellari
Una escursione estiva del nostro amico e socio Carlo Cappellari nella città metropolitana, con una leggenda sospesa tra cielo, laguna e ponte ferroviario.
Una leggenda metropolitana per l’estate
Carissima Compagnia Gongolante,
ogni paese che si rispetti ha le sue leggende e in vista del Ferragosto voglio parlarvi di quella tutta mestrina dell’unione fra acqua, terra e cielo. È per forza di cose una leggenda metropolitana e moderna visto che è sorta dopo l’apertura dell’aeroporto Marco Polo, che ha meno di sessant’anni. Narra la leggenda che se da San Giuliano riesci a vedere un aereo, un treno e una barca uno sopra l’altro in verticale poi avrai un colpo di fortuna.
Dato che il 25 luglio, secondo il calendario delle 13 lune, è il giorno fuori dal tempo, che dovrebbe essere celebrato da ogni individuo in maniera insolita per via delle possibilità energetiche presenti quel giorno (oltre che per quanto accadde nel 1943), mi sono recato con una assistente sul sito per tentare la sorte. A dire la verità avevo fatto una prova qualche giorno prima ma dopo due ore avevo dovuto desistere prima di prendere una insolazione.
Vi consiglio di lasciare la macchina al parcheggio di San Giuliano in corrispondenza della porta gialla del parco. Il parcheggio è ampio e il parcometro emette un biglietto gratuito per tre ore evidentemente riservato a tutti coloro che tentano l’impresa. A fianco del parcometro c’è la porta gialla detta anche Cocal (gabbiano, mentre magoga è il gabbiano reale).
Siamo nella parte più bassa del parco e dovete andare a destra fin sotto al Cocal per poi imboccare il rettilineo a sinistra che vi da la possibilità di piluccare le more dai roveti sporgenti sul marciapiede.
Alla fine del rettilineo andate a destra verso gli alberi delle barche a vela che vedrete sullo sfondo. Troverete un cancello dove vi si comunica che si tratta di un’area pedonale, ma che nessuno vi vieta di entrare.
Percorrete tutto il viale fra barche a remi e a vela e sbucate nella darsena di San Giuliano popolata di optimist con cuccioli, ma anche kajak , caorline, sandali, dragon boat, jole e perfino una gondola.
Il punto migliore per tentare la sorte è il muretto in corrispondenza dell’ultima gru verso la punta di San Giuliano.
Vi sconsiglio invece la pur suggestiva e ombrosa punta di San Giuliano perché i pini vi consentono di vedere gli aerei, che arrivano da sud e solo da sud, solo all’ultimo momento.
Oltre all’assistente che vi avvisa dell’arrivo dell’aereo, vi consiglio di munirvi di un secondo assistente remoto che possa scaricare le foto su un computer in tempo reale per controllare la verticale areo-treno-barca e confermarvi l’avvistamento. Devono essere persone fidate ed equilibrate perché se troppo indulgenti rischiano di darvi per buono un tentativo fallito, se troppo severe rischiate di rompere l’amicizia magari pluriennale o, non sia mai, un matrimonio.
Correttamente posizionati e adeguatamente assistiti potete dare l’avvio ai tentativi di avvistamento.
La prima ora mettete in conto una serie di treni solitari, aereo+barca, treno+barca, aereo+treno+barca, ma in ordine sparso, finché cuccate una sfocata verticale che il vostro assistente remoto spergiura di non vedere.
Vi rimettete all’opera e, se è il vostro giorno fortunato, cuccate una verticale incontrovertibile che il vostro assistente remoto e santommasiano non può che confermare.
L’avvistamento fortunato è stato subito dopo festeggiato alla porta rossa detta Rino (Rinoceronte) con l’immancabile spritz. Se qualcuno avesse dei dubbi sul fatto che la leggenda sia fondata posso fugarli immediatamente mostrandovi la madre di tutti i caparossoli che ho trovato e gustato con gli spaghetti a pranzo.
Trovate due ore per andare a San Giuliano a fare il pieno di fortuna e sappiatemi dire com’è andata.
Basi grandi e buon ferragosto.
Carletto da Camisan diventato venexian anzi mestrin
Per leggere la presentazione della serie (insieme alla prima puntata), cliccare qui.