Dal quartiere San Lorenzo, Firenze 2003-2005
di Christian De Vito con una postfazione della «voce migrante»
autunno 2006, 64 pp., 5 euro
Per descrivere il quartiere di San Lorenzo il discorso pubblico e il «senso comune» ricorrono di norma a espressioni come «degrado», «microcriminalità», «bisogno di sicurezza», che non servono a capire quello che sta accadendo, ma riflettono e rafforzano il clima di crescente ostilità contro gli immigrati che vi abitano o lo frequentano (con l’eccezione di turisti e di stranieri ricchi). Confermando modi di dire lanciati dalla stampa cittadina e dal razzismo delle istituzioni e dai pregiudizi correnti, sono avallate ingiustizie, violenze e soprusi quotidiani.
Guardare cose che pochi hanno voglia di guardare: è questo che ha fatto Christian De Vito. Girando per il quartiere in cui abita da circa dieci anni, De Vito ha osservato la repressione nei confronti degli immigrati, le piccole o grandi angherie quotidiane della polizia, la difficoltà a esercitare semplici diritti di cittadinanza, le piccole o grandi intimidazioni che subiscono coloro che pretendono di esercitarli, il crescente clima xenofobo. A un certo punto ha cominciato a scriverlo in messaggi di posta elettronica, indirizzati a un gruppo di amiche e amici. Intorno a queste notizie si sarebbe aggregato un gruppo auto-organizzato, «la voce migrante», che per un periodo (2005-6) ha cercato di dar vita ad alcune iniziative assieme a immigrati e altri abitanti del quartiere. Ora, l’associazione storiAmestre ha pubblicato quanto scritto da De Vito, sotto il titolo Cronache di anni neri. Dal quartiere San Lorenzo 2003-2005.
Il motivo per cui attorno a questo tema si sono incontrate due città per molti versi così lontane come Firenze e Mestre (e Venezia) è semplice. In tutta Italia – si scorrano le cronache dei giornali – esistono situazioni simili a quelle di San Lorenzo. A Torino c’è San Salvario, a Roma l’Esquilino, a Mestre c’è il quartiere Piave. Varia il grado di degenerazione, ma le dinamiche sono le stesse: stampa locale che fomenta l’«allarme», discussioni e discorsi pubblici che scivolano verso l’«etnicizzazione» (italiani per bene contro immigrati delinquenti), comitati di quartiere che nascono per «contrastare il degrado» e chiedere «pacchetti sicurezza», autorità che militarizzano il territorio. Le cronache di De Vito e le osservazioni del gruppo «la voce migrante» (autore di una postfazione collettiva) raccontano tutto questo, ma anche alcuni tentativi per contrastare questa situazione e arginare questa deriva, l’impegno per costruire forme civili di relazione, di convivenza e di vicinato.