Sudditi fedeli all’imperatore raccontano il Quarantotto veneziano
a cura di Piero Brunello, con un saggio di Luca Pes
Testi di: Gabriel Buday, Tenente Gustav, Georges de Pimodan, Anton von Steinbüchel, Ferdinand von Zichy
Uscita: marzo 2012, 160 pp., 14 euro
La caduta del governo austriaco a Venezia nel marzo del 1848 fu improvvisa. Fin da subito si formarono almeno tre racconti. Il primo diceva che era stato un miracolo della Madonna. Il secondo che si trattava di una rivoluzione politica. Il terzo denunciava il tradimento dei funzionari e degli ufficiali asburgici. Presentando i diversi punti di vista sulle giornate di marzo 1848, questo libro vuole sperimentare modi di raccontare il Risorgimento a un pubblico di cittadini europei e a un’Italia sempre più multiculturale, mettendo al centro dell’osservazione i conflitti di valori, gli individui e le loro relazioni sociali e famigliari, le complesse e intrecciate appartenenze linguistiche, culturali e nazionali.
La prima presentazione pubblica si terrà il 31 marzo, a Mestre, presso il Centro Culturale Candiani.
Il libro raccoglie cronache e rapporti sulle giornate della rivoluzione veneziana del marzo 1848 scritti da alcuni protagonisti e testimoni: uno studioso viennese ben inserito negli ambienti intellettuali cittadini; un ufficiale che viveva nascosto a Venezia dopo esser rimasto tagliato fuori dal suo battaglione; la memoria difensiva del governatore militare condannato da una corte marziale per aver firmato la resa; il rapporto di un comandante disarmato dai suoi soldati che si ribellarono al suo ordine di sparare sulla popolazione; le memorie di un ufficiale arrivato a San Marco poche ore dopo la rivoluzione.
Si capovolge così il tradizionale racconto delle rivoluzioni del Quarantotto, da sempre organizzato su base cittadina e nazionale, partendo per esempio dal punto di vista dei boemi a Praga, degli ungheresi a Buda, dei veneziani e degli italiani a Venezia. Con questa raccolta si sollevano domande nuove e si esplorano campi diversi: come vissero un avvenimento che separò e oppose gli individui e le famiglie secondo linee di divisione nazionale, gli stranieri che abitavano nelle diverse città? E i sudditi dell’impero che improvvisamente, a causa della rivoluzione, si ritrovarono non solo stranieri ma anche nemici?
L’introduzione di Piero Brunello inserisce le testimonianze all’interno degli schemi narrativi che furono adottati durante le giornate di marzo a Venezia e nel contesto delle relazioni su cui gli stranieri potevano contare a Venezia. Il saggio di Luca Pes analizza l’atteggiamento degli stranieri tenendo presente i loro legami con la città e la forza del mito romantico di Venezia.
Per leggere alcune pagine del Quaderno, si veda qui e qui.
Nella sezione “Pagine di storiAmestre”, il discorso prosegue con il saggio che Stefano Petrungaro ha già presentato sulle pagine di questo sito. Partendo dalla distinzione tra i due tipi di nazionalismo, occidentale e orientale, Petrungaro riflette sul nazionalismo e sui modi con cui la storiografia europea ha affrontato questo tema.