Le occupazioni del liceo classico statale Marco Polo di Venezia (1995-2001)
di Cristiano Baldissera
uscita: gennaio 2012, 104 pp., 12 euro
Poi esplode. Allora tutti quanti dicono: «Pare che loro occuperanno, bisogna porsi la questione». «A Roma cosa fanno?». «Bisogna che ci teniamo in contatto con le altre città». Perché se è vero che il Marco Polo era spesso precursore delle occupazioni veneziane, è vero anche che Roma lo era a livello nazionale. Per cui: «Ah, guarda che a Roma dicono che i licei cominciano a muoversi».
«Bisogna che facciamo un collettivo, un coordinamento studentesco [sorridendo] e ragioniamo».E allora gli studenti andavano dai rappresentanti e dicevano: «Oh, guardate che qua bisogna decidere cosa fare». Allora la cosa era: vai dalla preside, chiedi l’assemblea d’istituto per discutere quello che sta succedendo, la preside già diceva: «Guardate, non occupate!», noi dicevamo: «Noi non decidiamo, noi siamo rappresentanti, decidono gli studenti, per cui facciamo le votazioni, quello che sarà deciso si farà!».
Cristiano Baldissera
Cristiano Baldissera, all’epoca studente del liceo classico Marco Polo di Venezia e oggi laureato in storia contemporanea all’Università di Venezia, ricostruisce attraverso i ricordi personali e le interviste ai compagni di classe le occupazioni studentesche avvenute nella sua scuola negli anni 1995-2001.
Data la tradizione pluridecennale e la portata nazionale del fenomeno, cogliere il senso delle occupazioni scolastiche significa considerare questa forma di protesta giovanile come qualcosa di più di un puro capriccio adolescenziale. Di questa esperienza generazionale, cosa rimane a distanza di (pochi) anni nella memoria individuale? E in quella collettiva? Che ruolo hanno queste vicende nell’educazione sentimentale e politica dei giovani nati negli anni Ottanta? E come si inseriscono nel più ampio contesto culturale cittadino e nazionale?
Da queste domande prende spunto la ricerca di Cristiano Baldissera. Per leggere alcuni brani del Quaderno, cliccare qui.