L’intervento del sindaco Giobatta Gianquinto. Le cronache di Gianni Rodari
"Si capisce, per Mestre era già corsa la voce: c’erano i feriti all’ospedale, a Mestre. Una fiumana immensa di operai era in gioco: guai averla lasciata sola; guai aver lasciato questa massa in contatto con la polizia in quel momento. Guai. Siamo a Mestre. In piazza bisognava parlare, bisognava che io fossi l’interprete dei loro sentimenti, e che chiarificassi loro i loro stessi sentimenti. E ho parlato."
Giobatta Gianquinto
"Le tracce sui muri di cinta disegnano un fitto rosario di scrostature e di cerchietti rossi. Non vi sarebbero segni diversi su quel tragico muricciolo, se fosse stato sede di una esecuzione di massa."
Gianni Rodari
Nel marzo 1950 la polizia spara sugli operai raccolti in sciopero di fronte al cantiere navale Breda di Porto Marghera. Scioperavano perchè da mesi non ricevevano il salario e, nonostante le autorità fossero state sollecitate senza sosta, nulla era stato fatto per garantire loro il diritto al lavoro. Ma dalla parte degli operai c’erano il sindaco comunista di Venezia, Giobatta Gianquinto, e i cittadini. Lo stesso sindaco e Gianni Rodari, al tempo giornalista de "l’Unità", ci raccontano la loro storia attraverso verbali di sedute comunali e articoli di giornale, fonti raccolte da Mirella Vedovetto. Nella postfazione, Giorgio Molin, ci parla della condizione di lavoro degli operai cinquant’anni dopo.