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Il 17 luglio 2014, l’associazione storiAmestre, rappresentata dal suo presidente in carica (Carlo Miclet) e dal gruppo di lavoro sul Marzenego (formato da Maria Giovanna Lazzarin, Claudio Pasqual, Giorgio Sarto, Stefano Sorteni, Mario Tonello, Alessandro Voltolina, Fabrizio Zabeo, Claudio Zanlorenzi), ha concluso e firmato la convenzione con il Consorzio di bonifica Acque risorgive, soggetto capofila che coordina le attività per il Contratto di fiume Marzenego, per cui si impegna a svolgere una ricerca storica e a costruire un sito web dove raccogliere e selezionare il materiale storico e documentario del passato lontano e recente prodotto sul bacino del fiume Marzenego e renderlo accessibile materialmente e culturalmente a cittadini e istituzioni. È stato stabilito che il nostro reciproco impegno durerà sino ad aprile 2015.
La ricerca si propone di evidenziare le molteplici componenti fisiche, naturali, funzionali, culturali e sociali che caratterizzano e modificano nel tempo questo paesaggio fluviale. Qui di seguito presentiamo il testo del progetto e i principali sviluppi finora previsti. Proponiamo questi documenti con l’auspicio di ricevere osservazioni, suggerimenti, collaborazioni.
(M. Giovanna Lazzarin per il gruppo di lavoro sul Marzenego)
1. Contratto di fiume Marzenego. Documentazioni e storie per il presente
Progetto di storiAmestre, in convenzione con il Consorzio di bonifica Acque risorgive
a) Fa parte dell’impostazione generale da un lato considerare complessivamente il bacino fluviale del Marzenego evidenziandone anche storicamente e geograficamente gli aspetti di continuità e interdipendenza, dall’altra trattare come elementi fondamentali temi e storie specifiche e locali, tessere di un mosaico che può essere sviluppato per tappe successive, pure oltre la scadenza della ricerca che è a giugno 2015.
b) Parte della notevole documentazione esistente e delle elaborazioni e iniziative già prodotte da molteplici autori e soggetti anche a livello locale dovrebbe essere selezionata e raccolta dal gruppo di lavoro in connessione con gli autori locali e istituzionali e messa a disposizione nel web – con un apposito sito e con link tra siti diversi – assieme alle nuove elaborazioni che potrebbero in seguito costituire materiali per una pubblicazione.
c) Elemento cruciale per l’attuazione del progetto è il rapporto tra il gruppo di lavoro e gli enti depositari non solo di documenti e progetti ma anche di competenze tecniche necessarie per alcune elaborazioni del gruppo di lavoro stesso: Regione e Provincia, Comune di Venezia e altri comuni del bacino, Consorzio di bonifica Acque Risorgive.
d) Punti di vista privilegiati della ricerca storica sono la messa in evidenza delle molteplici componenti significative, fisiche naturali e funzionali, culturali e sociali che caratterizzano e modificano nel tempo questo paesaggio fluviale. Dal corpo idrico ai manufatti che lo utilizzano o regolano, al circostante ambiente naturale e agrario, ovvero urbano; dai diversi modi di affrontare gli allagamenti e il disinquinamento, nonché più in generale la risorsa idrica, alle scelte istituzionali e urbanistiche rispetto alla realtà e alla effettiva fruibilità dell’ambito fluviale; dall’evoluzione nel tempo del tipo di progetti e interventi istituzionali, alle iniziative e proposte dal basso di gruppi e associazioni per la tutela e l’uso pubblico degli ambiti fluviali, per la sicurezza idraulica e il disinquinamento, per realizzare ambienti sostenibili nell’area metropolitana in alternativa all’urbanizzazione pervasiva e dequalificata che ha prevalso nell’ultimo mezzo secolo.
Piano del lavoro
1) Il Marzenego nel quadro degli antichi assetti fluviali sversanti in laguna. Caratteri, gestione e interventi, aspetti sociali e culturali, trasformazioni degli assetti fino all’Ottocento.
2) Estratto della Kriegskarte del Von Zach come riferimento della configurazione del bacino Marzenego all’inizio dell’Ottocento. Estratto ricomposto della cartografia IGM 1888 come riferimento dell’assetto alle soglie del novecento. Estratto fotopiano GAI 1954 come riferimento iniziale dell’urbanizzazione post bellica e cartografia IGM 1968 (in collaborazione con la Provincia di Venezia).
Questi quattro estratti possono essere elaborati per stralci, iniziando dai primi ambiti oggetto di studio, e progressivamente estesi. Essi sono utilizzabili anche dai vari soggetti interessati del bacino e costituiscono essenziali strumenti di riferimento storico e geografico rispetto alle grandi trasformazioni riscontrabili nel presente. Rilievi cartografici, aerofotogrammetrici e satellitari della serie storica più recente e funzionali ai temi di studio possono essere reperiti in collaborazione con gli enti istituzionali accennati all’inizio.
3) Documenti progettuali e fotografici di interventi di bonifica, di scavo degli alvei e di innalzamento degli argini, nonché di rettifiche del corso da parte dell’ex Consorzio di bonifica Dese Sile nella prima metà del Novecento. (Archivio Consorzio di bonifica Acque Risorgive e scansioni Mestre 900)
4) Storie e documenti dagli anni Settanta al presente. Dagli interventi di cementificazione e rettifiche agli scolmatori come risposta al rischio idraulico in un contesto di urbanizzazione invasiva, alle recenti nuove impostazioni e parziali realizzazioni di naturalizzazione e di interventi sostenibili. Vicenda in particolare delle ex cave di Noale, Martellago e Salzano. Tutele paesaggistiche, piani territoriali e urbanistici e realtà. Casi in terraferma veneziana con confronti dagli anni Ottanta a oggi. Iniziative dal basso negli anni Ottanta da parte di gruppi di popolazione e di associazioni per la fruizione pubblica di ambiti fluviali e per evitare interventi distruttivi e non sostenibili. Coordinamenti e iniziative dei comitati contro gli allagamenti e di associazioni negli anni Duemila.
5) Il Marzenego oggi dalle sorgenti alla foce in laguna, in un sito di documentazione sullo stato dei luoghi, sulle memorie e testimonianze delle persone e sui valori e problemi emergenti, aperto alle integrazioni da parte dei cittadini.
Mestre, 8 aprile 2014
2. Sviluppo previsto per i singoli punti del progetto di ricerca dell’associazione storiAmestre
Punto 1. Le memorie dell’acqua, a cura di Claudio Pasqual e Stefano Sorteni
Se il “fiume” è ora dimenticato crediamo sia necessario fornire alcuni strumenti utili a ricostruirne la memoria, o meglio le diverse memorie, che si sono sedimentate sul fiume, o con più precisione, sul bacino fluviale, nel tempo, anche più distante dall’oggi. E qui bisogna dire che per alcune tematiche l’arco cronologico proposto può rivelarsi valido solo di massima, come nel caso di quelle di tipo economico o sociale, per esempio, in quanto si deve pensare a persistenze di lungo periodo che consigliano indagini cronologicamente più lunghe.
Le memorie possibili: istituzionali, gestionali, operative, economiche, sociali; tutte con uguale dignità, tutte interagenti tra loro e nella loro concretezza, al di fuori di ogni mitografia. È quindi necessario, come appare dal progetto, un approccio multidisciplinare. Si pensa quindi di realizzare degli strumenti a questo fine:
1) mappa cognitiva del tema che dovrà dare l’immagine della sua complessità e del suo sviluppo nel tempo, fungendo da griglia sulla quale basare la struttura dei successivi strumenti;
2) «guida tematica», cioè uno strumento archivistico agile nel quale si descrive il materiale relativo a questo determinato tema oggetto della ricerca, sia esso un intero archivio, una serie, una singola unità archivistica, conservato in una o più sedi. I fondi oggetto dell’indagine saranno in linea di massima pubblici, sia statali, sia locali, ma potrebbe evidenziarsi la possibilità di accedere anche a fondi privati. Vista la complessità del lavoro si potrà procedere per fasi successive, ognuna delle quali fornirà materiali immediatamente utilizzabili, ed è comunque preliminare la realizzazione di un progetto particolareggiato dell’attività;
3) recupero e riproduzione in formato digitale di parte del materiale individuato nel punto precedente;
4) bibliografia, ragionata e limitata dal punto di vista spaziale al territorio veneto, con particolare interesse per quello del bacino Marzenego;
5) sitografia, come sopra.
Punto 2. Cartografia storica, a cura di Giorgio Sarto
Si valuta che i quattro estratti di cartografia storica indicati nel progetto possano essere completati in sei mesi con la collaborazione fondamentale da parte della Provincia di Venezia che già possiede la documentazione di base necessaria nel proprio patrimonio cartografico (referente dott.ssa Valentina Bassan), del Consorzio Acque Risorgive per le elaborazioni cartografiche informatizzate, e del comune di Venezia qualora prenda in carico il territorio di sua competenza. In prima battuta può essere evitata la georeferenziazione, o essere limitata agli IGM, dato che anche il confronto topologico-qualitativo è efficace sia per la lettura dei caratteri d’epoca dei siti sia per un confronto con gli assetti di periodi diversi, fino al presente.
Punto 3. Lavori sul fiume e il suo bacino, a cura di Giorgio Sarto, Claudio Zanlorenzi e altri
La documentazione fotografica già scansionata proveniente dai fondi archivistici, ora in deposito a Ca’ Tron, dell’ex Consorzio di bonifica Dese Sile riferita a questo periodo riguarda in misura assai limitata opere e trasformazioni del bacino Marzenego e ancora meno nota è la documentazione progettuale e quella relativa ai rapporti con la popolazione. Si ritiene perciò possibile in questa situazione (prima fase) riprendere in mano con il Consorzio Acque Risorgive una planimetria che nel 2007, in connessione con il progetto “Mestre 900”, tracciava schematicamente una serie storica di interventi consortili, svolgere un esame speditivo di ciò che già è stato estratto e dell’indice a suo tempo steso nel pre-inventario commissionato dal Consorzio agli archivisti Sorteni e Cosmai e si rinvia invece (seconda fase) per completare la documentazione ai risultati che potranno derivare dalla ricerca mirata attuando lo specifico programma accennato al punto 1 che riguarda l’utilizzabilità dell’archivio.
Punto 4.
a) Storie e documenti dagli anni Settanta al presente, a cura di Giorgio Sarto e Claudio Zanlorenzi
Questo capitolo è il più significativo e documentabile per comprendere fino al tempo presente trasformazioni fisiche, sociali e culturali tra le più rilevanti e concezioni che le hanno accompagnate, fino all’attuale esigenza di conoscenza e di sostenibilità, di iniziativa democratica e di ricomprendere le acque e i fiumi come componenti essenziali della vita e del paesaggio.
La prima fase riguarda in gran parte vicende del bacino in comune di Venezia – ove la riapertura del Marzenego in centro storico e le prospettive progettuali sull’Osellino rimettono in primo piano il fiume e la questione di un articolato parco fluviale ad ovest, in centro città, a est – con la documentazione in particolare del rapporto contradditorio anche con gli strumenti urbanistici nella fascia ad ovest del centro storico di Mestre, ove emergono diverse vicende che evidenziano nodi tipici, presenti anche negli altri comuni, di rapporto con il fiume. Specificamente l’acquisizione pubblica o a uso pubblico di aree perifluviali, la loro tutela o invece degrado e indifferenziata edificabilità, l’accessibilità al fiume e la percorribilità degli argini. Materiali degli anni Ottanta (Claudio Zanlorenzi, Giorgio Sarto) relativi al paesaggio e a luoghi di valore, a decisioni istituzionali e a iniziative dal basso si confrontano con la situazione presente, in stretta relazione con il punto 5 e il relativo sito web curato da Mario Tonello per storiAmestre, e ancora in rapporto con la documentata attenzione alle iniziative partecipative curata da Giovanna Lazzarin.
Tre storie di positive realizzazioni che hanno aperto spazi di tutela e sostenibilità a Noale, Salzano e Martellago con il recupero di ex cave sono documentate in questa prima fase e aprono collaborazioni in altri comuni che dovrebbero rendere più ricca e auspicabilmente più estesa nel bacino del Marzenego la seconda fase.
b) Gli allagamenti del Marzenego dal 1966, i lavori, i comitati allagati, a cura di M. Giovanna Lazzarin e Fabrizio Zabeo
Cronologia e breve storia degli allagamenti del Marzenego e degli affluenti dal 1966 al 2014.
Bibliografia degli studi sugli allagamenti relativi al Marzenego e agli affluenti dal 1966 al 2014.
Progetti e interventi idraulici attuati e in cantiere, con particolare attenzione allo scolmatore e alla Fossa pagana come due esempi di due modi di intendere gli interventi.
La scomparsa dei fossi.
Breve storia dei comitati allagati e delle loro iniziative e richieste relative al Marzenego e ai suoi affluenti.
Si procederà alla raccolta e a una scelta ragionata della documentazione cartografica, fotografica e progettuale esistente.
Si indagherà sulla percezione che i cittadini rivieraschi hanno del rischio allagamento del Marzenego e dei suoi affluenti, anche attraverso interviste e sull’esistenza di organizzazioni, associazioni, dipartimenti delle pubbliche amministrazioni dedicati alla sicurezza idraulica.
Punto 5. Il Marzenego oggi dalle sorgenti alla foce in laguna, a cura di Mario Tonello, Alessandro Voltolina e altri
1. Lettura “de visu” del fiume dalle sorgenti (o presunte tali) alla foce, attuata percorrendo gli argini, per quanto possibile integralmente.
2. Raccolta di documentazione originale fotografica e sonora. Eventuale raffronto con fotografie o documenti prodotti nel passato (per esempio le foto di Claudio Zanlorenzi)
3. Focalizzazione:
a) sulle condizioni fisiche del corso d’acqua e dei suoi argini, sugli interventi idraulici effettuati o desiderabili, sulla percorribilità degli argini;
b) sulle permanenze storiche o sui mutamenti di cui esistano tracce, evidenze o testimonianze, occorsi su alveo, argini, anse, vegetazione; sulla presenza (o sulle tracce) di attività economiche come mulini, o altri opifici che usino l’acqua come forza motrice – o come via per il trasporto di merci e persone (banchine, approdi, vie per il traino delle barche, bitte per gli ormeggi, magazzini, ecc.);
c) sugli abusi in atto: sversamenti inquinanti, prelievi indebiti delle acque, sbarramenti e impedimenti vari della percorribilità. Misurazione delle percentuali di argini percorribili;
d) sugli aspetti naturalistici e le condizioni biologiche delle acque; sulla presenza o meno di aree di bio-depurazione e simili;
e) sull’uso del corso d’acqua per attività ricreative o sportive: darsene per barche, opportunità per la pesca, navigazione, gioco, ecc.;
f) sull’esistenza di organizzazioni, associazioni, dipartimenti delle pubbliche amministrazioni dedicati alla cura o alle attività fluviali;
g) sulle consuetudini delle scuole di far conoscere o utilizzare il fiume da parte dei ragazzi;
h) sulle opinioni, o richieste, o proteste, dei cittadini rivieraschi, attraverso interviste e chiacchierate informali.