di Gigio Brunello
Proponiamo un brano dal radiodramma Diario di bordo, scritto da Gigio Brunello e da lui realizzato con gli studenti, perlopiù stranieri, dell'Istituto professionale e tecnico Luzzatti Gramsci di Mestre nell'anno scolastico 2011-2012; la scenofonia e le riprese sono di Lorenzo Brutti, le musiche originali di Rosa Brunello. La storia si svolge negli ambienti in cui si muovono le vite di ragazzi e ragazze: la loro camera, la scuola (come nel brano che presentiamo), le panchine di un parco. L'introduzione di Brunello descrive l'elaborazione del lavoro, e le condizioni in cui è stato realizzato. Il radiodramma potrà essere ascoltato su Radio 3 il giorno 4 novembre 2012 alle ore 20,30.
PS Il radiodramma è ora disponibile in podcast, presso il sito di Radio 3. (ndr, 5 novembre 2012)
Da sempre ho insegnato italiano e storia agli adulti dei corsi serali delle scuole superiori, poi nel 2010 ho chiesto trasferimento al diurno. Tra i ragazzi, mi sono trovato in una realtà del tutto nuova che ho scoperto viva, vivace, tragica e comica. Nel corso dell’anno scolastico 2011-2012 ho messo su un corso di teatro; il progetto era quello di lasciare tracce di questa vita quotidiana, tra dentro e fuori la scuola, coinvolgendo gli alunni e altri insegnanti della scuola dove insegno, l’Istituto Professionale e Tecnico Luzzatti Gramsci di Mestre. Così ha cominciato a prendere forma Diario di bordo, il tentativo di essere una memoria del Luzzatti Gramsci, raccontata sul piano poetico, fuori dai verbali, dalle relazioni e dai piani di lavoro; un’occasione per i ragazzi che ci sono passati e che possono ritornare sul loro vissuto.
L’idea iniziale prevedeva un allestimento teatrale, ma in breve ha preso la forma del radiodramma. Innanzitutto perché nell’Istituto non c’è uno spazio adeguato per provare, ma anche per una scelta precisa: abituare alla lettura, all’interpretazione, soffermarsi sulla corretta dizione della lingua italiana (la maggior parte degli interpreti sono studenti stranieri), riconoscere e scegliere i rumori e i paesaggi sonori girando con i microfoni per i corridoi, vedere infine i brandelli di registrazione, messi insieme nel modo giusto, trasformarsi in racconto evocativo ecc. Le condizioni di lavoro erano impossibili. Per ottenere registrazioni accettabili gli interpreti parlavano al microfono sotto tende improvvisate di coperte e teli, mentre qualcuno cercava di zittire il via vai nei corridoi.
Diario di bordo sono una decina di giorni – fine dell’anno, ultimi giorni prima delle vacanze di Natale, un dicembre freddo e pieno di neve – nella vita di alcuni ragazzi della prima B: Thomas Zennaro detto Vespa, Jelèna che tiene un diario, Marianna e Simona che sono le amiche di Jelèna, Paolo pluriripetente e Nico che fanno banda tra loro, Sandrino il primo della classe… e poi una professoressa di lettere, una madre, e due bidelli. La storia si svolge in parallelo a quella di Donald Crowhurst che partecipò a suo modo alla prima traversata transoceanica in solitaria del 1968 e che, come lo studente Thomas sul suo libretto, falsificava le firme sul suo diario di bordo.
Qui di seguito alcune battute, siamo verso la fine: amori, rancori, rivalità, timori di conseguenze per una rissa avvenuta la sera prima… tutto in scena davanti ai professori e al resto della classe.
Dissolvenza. Siamo in classe
Professoressa Baluani Turetta c’è, Za zài anche Zan Cheng c’è … Chen: via il cellulare… Zennaro…
Thomas Questo è il mio banco.
Paolo Qui non ti vogliamo.
Thomas Quel banco è libero, è di tutti.
Nico Non è di tutti.
Baluani Zennaro! La giustificazione?… Zennaro!
Thomas Presente!
Baluani Cosa succede là in fondo.
Paolo Professoressa noi non lo vogliamo… vai davanti Vespa.
Nico Thomas puzza professoressa! Dovrebbe lavarsi!
Thomas Non mi fai paura! Fate i duri perché vi mettete sempre in due contro uno!
Baluani Basta! (Silenzio) Pensavo che la neve vi avesse calmato i bollenti spiriti… Vi siete calmati? Possiamo cominciare? Bene… Apriamo l’antologia a pagina 192 e terminiamo la lettura dalla Metamorfosi di Kafka. Vi ricordate? Il commesso viaggiatore Gregor Samsa si accorge di esser diventato un’enorme scarafaggio e poi…
Sandrino Poi la famiglia lo rifiuta e resta chiuso in camera…
Baluani E l’unica degli umani che va a trovarlo è la…?
Sandrino È la sorella.
Baluani E Gregor, che non ha mai rinunciato a lottare per essere accettato dagli altri si lascia morire… riprendiamo dal segno, comincia tu Simona (Mentre Simona leggerà un po’ stentatamente il brano, in primo piano si sentono tutti i dialoghi che avvengono sottobanco. Il brano letto in sottofondo da Simona è il seguente)
Simona Da: Quando di prima mattina? … Quando di prima mattina arrivò la donna a ore che era solita sbattere tutte le porte…
Jelèna Caro diario, se tu avessi occhi per vedere ti accorgeresti che questa non è camera mia. Sono in classe e devi aiutarmi a decidere
Simona …benché l’avessero pregata chissà quante volte di evitarlo, durante la sua abituale rapida visita a Gregor. A tutta prima non notò nulla di particolare.
Jelèna Sto per mandare un messaggio a lui. Io sto con lui perché ha voluto difendermi e adesso è nei guai per causa mia. Adesso so che è il mio lui.
Simona Pensò che se ne stesse lì volutamente immobile, per giocare a far l’offeso. Dato che per caso teneva in mano una lunga scopa, cercò con questa di fare il solletico a Gregor, restando sulla soglia.
Jelèna Devo farmi coraggio, sarà tutta luce per me oppure buio (Rumore di tastiera di telefonino) 1 ora sola ti vorrei ics dirti quello kappa – e tu 6 ics me
Simona Non essendo riuscita a farlo smuovere nemmeno così, perse la pazienza (Suoneria di messaggio ricevuto all’altro angolo della classe)
Baluani Spegnere i cellulari.
Simona … Continuo?… perse la pazienza e gli diede qualche scossone; (Altra suoneria di messaggio ricevuto) (cominciano a diffondersi risatine sottobanco) soltanto dopo che lo ebbe scostato dal suo posto senza incontrare resistenza alcuna, si fece più attenta. (Altra suoneria) Quando poi si fu resa conto di come stavano realmente le cose, spalancò gli occhi ed emise un sibilo di meraviglia, senza però indugiare a lungo; spalancò di colpo la porta della camera da letto e gridò nell’oscurità con voce acuta. (Raffica di suonerie)
Baluani Basta!
Simona: – Venite a vedere! È crepato! È là steso, proprio bell’e stecchito.
Baluani Stop stop stop! Paolo porta in cattedra quel cellulare.
Paolo Allora sequestri anche quelli degli altri! Vede che ce l’ha con me.
Nico Messaggio da parte della povera sfigata!
Baluani Se tu fossi davvero un duro come vuoi farci credere avresti il coraggio di leggere a tutti noi il messaggio che ti fa tanto ridere.
Nico Lo leggo io: (languido) Un’ora sola ti vorrei per dirti quello che sei per me oohhh baciamiiii… (risate)
Jelèna (Sottovoce) Marianna, tieni questo diario. Adesso è il tuo diario. D’ora in poi ci scriverai tu (Rumore di sedia che si sposta)
Marianna (Rumore di sedie che si spostano) Professoressa, Jelena si sente male, la accompagno a prendere un po’ d’acqua.
Jelèna (Sottovoce e determinata) Tu resti qui
Marianna E io invece vengo… Paolo: Esse ti erre o enne zeta o ! Stronzo!
Paolo Ma che cacchio vuole la tettona?
Thomas Patetico!
Baluani Smettila, io non ho sentito, ma non ti permettere più!
Jelèna Se proprio vuoi seguirmi, Marianna, peggio per te (passi verso la porta. Porta che si apre e si richiude)
Sandrino Prof, c’è una macchina della polizia giù in cortile (sedie che si spostano e spostamento della classe verso la finestra)
Baluani Venite via dalla finestra.
(Bussano alla porta)
Baluani Avanti… buongiorno signor Alfio
Alfio Professoressa, la vogliono in presidenza.
Baluani Ragazzi vi lascio due minuti con il bidello e fate i bravi. (Porta che si richiude)
Alfio Tutti al posto. So io cosa ci vuole per tenere in stecca bulletti come voi. Avete insegnanti troppo buoni. Troppo! Via da quella finestra… Ne ho tirati su tre in casa che ancora mi portano rispetto. Anche a suon di queste! Prendiamo le scritte sui muri: nessuno sa niente di quelle scritte che ci sono fuori? Per cominciare vi metterei tutti a grattarle via con le unghie, sì con le unghie, vale anche per le signorine belle!
Nico Non siamo stati noi, sono quelli del Volta
Alfio Del Volta sì , come no! I colpevoli sono sempre gli altri.
Paolo Cosa ci fa in scuola la polizia?
Alfio Ogni giorno ne succede una di nuova ! Anche sul giornale di oggi. Qui a Mestre, non fuori del mondo. Voi non leggete i giornali? Cosa volete leggere voi, vi basta scaldare i banchi che il papà va a lavorare. Bella cosa! Prendere chi è stato e dargliene tante! E poi chiedergli: ancora non ti basta?
Paolo Cosa c’entriamo noi!
Sandrino La preside sta accompagnando i poliziotti alla macchina… se ne sono andati. (Rumore lontano)
Alfio Torna al banco.
Un urlo che poi si ripete. Porte delle aule che sbattono. Gente che corre nei corridoi. Si apre la porta.
….
luigiemilio dice
appena finito l’ascolto: lavoro molto interessante e molto attuale
un grazie all’autore, complimenti a lui ed ai ragazzi