di Alberto
Pubblichiamo il testo dell’intervento tenuto da Alberto, studente del liceo Galileo di Firenze, durante la manifestazione per la scuola promossa dal Comitato Priorità alla Scuola che si è svolta a Firenze il 26 marzo. Classi smembrate, rotazioni tra presenza e didattica a distanza, compiti in classe in presenza, spiegazioni a distanza, circolari e voti, “pentamestri”, “seste ore” nel mezzo del pomeriggio, sanificazioni… e studentesse e studenti stanchi di provare a farsi sentire senza venire mai presi in considerazione.
Oggi anche noi del Galileo siamo scesi in piazza per parlare delle mancanze della nostra scuola, che continuano a ledere il nostro diritto all’istruzione, in questi tempi di estrema difficoltà.
Siamo in “DAD al 50%”, il che significa che andiamo a scuola in presenza tre giorni a settimana a rotazione. Non c’è una rotazione di classi intere, ma le classi sono state divise in gruppi al loro interno: una parte va a scuola in presenza, l’altra segue da casa. Questo sistema rende l’organizzazione decisamente difficoltosa e ardua da gestire, sia dalla parte studentesca che da quella dei docenti.
Tra le altre cose, in questa situazione i compiti in classe devono essere fatti due volte, turno per turno, perché i compiti sono previsti in presenza. Questo non solo crea spesso disparità, ma anche toglie tempo alle spiegazioni, tempo che già normalmente sembra esserci negato vista l’enorme mole di valutazioni a cui siamo sottoposti ogni giorno. Infatti il numero di voti necessario per la valutazione di fine anno è rimasto invariato, senza considerare la situazione d’emergenza con cui conviviamo ormai da mesi.
A cosa serve il rientro in presenza se tutto ciò che porta sono fredde e futili valutazioni? Per questo motivo è necessario un netto cambiamento, un netto spartiacque da come è stata gestita e trattata la scuola in questi tempi.
Per di più la confusione generale è ironicamente aggravata dalle decine e decine di circolari che non portano alcun chiarimento, né per gli studenti e le studentesse né per il corpo docente. Inoltre, non è nemmeno chiaro quanto duri o se esista effettivamente una ricreazione, e cosa si debba fare nei dieci minuti di stacco tra un’ora ed un’altra, con alcuni insegnanti che continuano a fare lezione alla porzione di classe in presenza, escludendo dalla spiegazione coloro che sono a casa.
Nonostante l’impegno dei docenti nel cercare di coinvolgere metà classe in dad, spesso per problemi di connessione la lezione non viene recepita.
Come se non fosse abbastanza, la scelta di dividere l’anno in pentamestre e trimestre, decisa arbitrariamente senza consultare studenti e studentesse o il corpo docente, ci mette ancor più alle strette soprattutto pensando all’ultima parte dell’anno, che abbiamo iniziato da neanche un mese e che già si è rivelata solo un votificio, senza pietà per chi rimane indietro.
Non solo entriamo a scuola visti e categorizzati come meri numeri, ma pesa sulle nostre spalle la sesta ora, che viene effettuata ormai da gennaio in dad per tutti e tutte dalle 15 alle 16. Questa scelta presa dalla dirigente grava su ogni persona a cui viene spezzato il pomeriggio a metà, su molti pendolari che non riescono neanche a tornare a casa in tempo per la lezione, e infine sul corpo docente che si ritrova costretto a fare lezione il pomeriggio. Il motivo addotto? Se restassimo a scuola per la sesta ora, poi non ci sarebbe abbastanza tempo per pulire, sanificare, igienizzare.
Noi tutto questo non lo accettiamo, siamo stanchi e stanche di provare a far sentire la nostra voce senza essere presi in considerazione, ed è giunto il momento che le cose cambino, che le nostre voci vengano ascoltate e recepite, che queste parole giungano a chi non vuole sentirle: la scuola siamo noi, e se non lo fate voi, saremo noi a cambiarla.
Nota. Per altre informazioni sulla manifestazione del 26 marzo, si rimanda alla nota redazionale a Non avrei mai immaginato di dover manifestare per far riaprire le scuole, di Maria Beatrice Di Castri. Le foto sono di Priorità alla Scuola Firenze, che ringraziamo insieme a Giulia Giovinazzo per la disponibilità.