di Roberto Battaglia
Roberto Battaglia (1913-1963) fino all’8 settembre 1943 svolse, a Roma, la sua attività di studioso nel campo della storia dell’arte. Qualche settimana dopo l’armistizio, e la creazione della Repubblica Sociale Italiana (fine settembre 1943), decise di diventare partigiano: sarebbe entrato nelle formazioni del Partito d’Azione, agendo in Umbria e in Toscana. Già nella primavera del 1945 raccontò la sua esperienza in un libro – Un uomo, un partigiano – a lungo rimasto marginale, ma che oggi è riconosciuto come una delle più importanti e acute testimonianze di quel periodo e dell'esperienza partigiana. In occasione del settantesimo anniversario dell’8 settembre, riprendiamo alcune delle sue pagine.
L’8 settembre 1943 ero un tranquillo studioso di storia dell’arte, chiuso in un cerchio limitato di interessi e di amicizie; l’anno dopo, l’8 agosto, ebbi il comando d’una divisione partigiana che ha dato più di un fastidio al tedesco.
Per spiegare questo cambiamento della mia appartenenza sociale, se non di me stesso, debbo accennare a quella che fu la mia vita negli ultimi tempi del fascismo; per chiarire poi che cosa è stato il movimento partigiano in Italia non posso commentarlo che attraverso ciò che io stesso ho visto o fatto, ossia commettere l’immodestia di parlare in prima persona.